Iran/Usa: negoziato e scambio di prigionieri Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 08 dicembre 2019 Pagina: 8 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Scambio di prigionieri tra Iran e Usa Trump: 'Con Teheran accordi possibili'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/12/2019, a pag.8, con il titolo "Scambio di prigionieri tra Iran e Usa Trump: 'Con Teheran accordi possibili' ", la cronaca di Giordano Stabile.
Ormai ben conosciamo la politica nuova del Presidente americano Donald Trump: disponibilità a discutere con tutti, ma senza piegarsi alle imposizioni dei regimi liberticidi. Vale nei confronti della Corea del Nord, della Cina e adesso anche dell'Iran.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Iran e Stati Uniti tornano a parlarsi in un negoziato definito dallo stesso Donald Trump «molto leale» e si accordano per uno scambio di prigionieri che ha restituito due scienziati alle loro famiglie. Una schiarita in un autunno di tensioni crescenti. Questa volta la diplomazia, attraverso la mediazione della Svizzera, ha avuto la meglio. Così un ricercatore sino-americano, Xiyue Wang, detenuto in Iran dal 2016, e il professore iraniano Massoud Soleimani, arrestato lo scorso anno a Chicago, sono stati liberati in contemporanea. Wang era stato fermato dalle forze di sicurezza iraniane con l'imputazione di aver «collaborato con governi stranieri», cioè di essere una spia. Soleimani, specializzato in cellule staminali, era accusato di voler esportare «materiale biologico» verso l'Iran. Tutti e due si sono dichiarati innocenti e a questo punto se ne sono convinte anche la autorità di Washington e Teheran.
L'ayatollah supremo Khamenei
Lo scambio è stato portato a termine senza intoppi. Il presidente americano Donald Trump ha sottolineato che "liberare i cittadini detenuti ingiustamente all'estero è di vitale importanza per questa Amministrazione» e ha tirato la solita stoccata al predecessore Barack Obama: «Wang è stato catturato durante la sua presidenza ma l'ho riportato a casa io, nonostante Obama abbia regalato 150 miliardi a Teheran», un'allusione all'intesa sul nucleare del 2015 e ai fondi sbloccati da Washington subito dopo. Trump si poi è lasciato andare a un insolito elogio dell'Iran, capace di «un negoziato leale: vedete, possiamo fare un accordo insieme». La famiglia Wang ha postato una foto con il ricercatore assieme alla moglie e al figlioletto Shaofan: «La nostra famiglia è di nuovo al completo. Lo abbiamo aspettano per tre anni, è difficile spiegare a parole la nostra felicità». Sull'altro fronte il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif è volato a Zurigo a prendere Soleimani con un aereo di Stato. Ha postato foto su Twitter che li mostrano abbracciati ai piedi della scaletta. Zarif ha sottolineato come sia felice che «il professor Sole imani e il signor Xiyue Wang possano riabbracciare le loro famiglie» e ha ringraziato «tutti quelli che hanno reso ciò possibile, soprattutto il governo svizzero». L'ambasciata della Confederazione a Teheran è incaricata di mantenere le relazioni fra i due Paesi, con particolare attenzione alle questioni umanitarie. Lo scambio di prigionieri arriva in un momento di tensioni estreme fra Stati Uniti e Iran. Le sanzioni e la «massima pressione» esercitata da Washington hanno messo alle strette la Repubblica islamica, costretta a misure impopolari. La rivolta contro l'aumento del prezzo della benzina si è trasformata a metà novembre in un'insurrezione politica, la più seria da quarant'anni. I morti nella repressione sono stimati in oltre mille, settemila gli arresti. Le parole di Trump lasciano però intendere che le porte per una mediazione, tentata quest'estate dalla Francia, sono aperte.
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