Da Londra all'Aja, ancora attentati islamisti Commento di Marco Bresolin
Testata: La Stampa Data: 30 novembre 2019 Pagina: 3 Autore: Marco Bresolin Titolo: «La paura dimenticata degli attentati ripiomba sull'Europa»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi 30/11/2019, a pag.3 con il titolo "La paura dimenticata degli attentati ripiomba sull'Europa" il commento di Marco Bresolin.
Marco Bresolin
Due attacchi in un giorno, probabilmente scollegati tra di loro. Compiuti con dei semplici coltelli, senza l'impiego di mezzi e tecniche para-militari, come invece era successo nel terribile periodo tra il 2015 e il 2017. Eppure è bastato l'uno-due nella stessa giornata - prima Londra e poi L'Aja - per far risuonare nuovamente l'allarme. A pochi giorni dal vertice Nato, in programma martedì e mercoledì nella capitale britannica, Londra e l'Europa scoprono che la minaccia terroristica sul territorio del Vecchio Continente è ancora pronta a fare male. Pensavano di averla buttata fuori dalla finestra e invece è sempre lì, come la polvere sotto il tappeto. C'è molto fermento a Londra per l'arrivo dei capi di Stato e di governo dell'Alleanza Atlantica. E gli attentati di ieri, soprattutto quello sul London Bridge, hanno messo in allarme i servizi segreti che stanno gestendo la sicurezza e l'accoglienza dei leader dei Paesi Nato, tra cui l'americano Donald Trump. Anche l'agenda del vertice rischia di subire qualche sconvolgimento: avrebbero dovuto celebrare i 70 anni dell'Alleanza, chiedere conto a Emmanuel Macron del perché l'ha definita «in stato di morte cerebrale», discutere di come aumentare le spese militari, dei rapporti con la Russia, decretare lo Spazio il «quinto dominio operativo». E invece si ritroveranno inevitabilmente a parlare anche della minaccia terrorismo. Di quanto sia ancora presente, di quanto forse sia stata sottovaluta. E quindi di cosa fare per rialzare la soglia di attenzione dopo il calo fisiologico che c'è stato nell'ultimo biennio. Lo stesso discorso vale per le autorità dell'Ue. Per un periodo, in concomitanza dell'ondata di attentati che ha colpito alcune delle grandi capitali europee la risposta da dare al terrorismo era il tema numero uno dei vertici tra i governi. Dopo lunghe riunioni e vertici mai facili, i governi hanno deciso di compiere alcuni passi. Tra questi una migliore condivisione delle informazioni, vero punto debole dei servizi di sicurezza. Tutto è stato fatto con estrema lentezza e senza grandi stravolgimenti. Pian piano però, la cronaca ha aiutato. Gli episodi di terrorismo si sono fortunatamente diradati, spesso sono stati derubricati a «singoli incidenti». E così la questione è scivolata in fondo alla lista delle priorità. Durante il suo discorso di insediamento, mercoledì a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha parlato di Clima, di digitalizzazione, di immigrazione. Al di là dei riferimenti alla cybersecurity, la parola «sicurezza» è stata pronunciata soltanto due volte nel suo discorso. Una volta accompagnata al nome dei commissari che si occuperanno di questo tema, un'altra per dire che l'Europa dovrà continuare «a lavorare a stretto contatto con il Regno Unito» dopo la Brexit. Fin qui la sveglia per la politica. Ma poi ci sono i cittadini. E il terrorismo, che si distingue dagli atti criminali per l'effetto psicologico che è in grado di scatenare, porta sempre con sé conseguenze e un cambio di abitudini che non è mai facile da accettare. Sappiamo ancora troppo poco dei due episodi di ieri per trarre conclusioni, ma ci sono alcuni aspetti che contribuiscono ad alimentare le paure. È successo in due grandi città, nel giorno del Black Friday e a poche settimane da Natale. Come ai mercatini di Berlino nel 2016, costati la vita a 12 persone. Come a quelli di Strasburgo dello scorso anno, dove è morto l'italiano Antonio Megalizzi. Ieri non si sono visti né camion sulla folla né armi da fuoco in azione, ma la Paura rischia di tornare a minacciare la serenità degli europei.
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