Antisemitismo: Corbyn come Grillo Cronaca di Alessandra Rizzo
Testata: La Stampa Data: 28 novembre 2019 Pagina: 15 Autore: Alessandra Rizzo Titolo: «La settimana nera di Corbyn fra gaffe e accuse di antisemitismo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/11/2019, a pag. 15 con il titolo "La settimana nera di Corbyn fra gaffe e accuse di antisemitismo" il commento di Alessandra Rizzo.
Continua lo scandalo antisemitismo nel Labour inglese, dal 2015 - anno di inizio della segreteria Corbyn - il partito non ha cercato di risolvere la questione, ma anzi ha contribuito al dilagare dell'odio antiebraico, unito alla propaganda contro Israele. Bene ha fatto il rabbino capo d'Inghilterra Ephraim Mirvis a mettere in guardia, a pochi giorni dal voto, dalla minaccia che Corbyn rappresenta. L'equivalente di Corbyn in Italia è Beppe Grillo, padrone del Movimento 5 stelle, che non ha mai nascosto la strumentalizzazione della Shoah e ha espresso più volte vicinanza con regimi liberticidi come l'Iran e la Cina.
Ecco l'articolo:
Corbyn: "Antisemita e razzista"
Beppe Grillo con l'ambasciatore cinese
Settimana da dimenticare per il leader laburista Jeremy Corbyn: accusato dal Rabbino capo del Paese di aver consentito al veleno dell'antisemitismo di aver messo radici nel partito; preso in giro per aver detto che in caso di secondo referendum sulla questione epocale della Brexit si manterrebbe «neutrale»; e infine strapazzato in un'intervista televisiva vista da tre milioni di persone che un giornale ha bollato in prima pagina come un «film dell'orrore». Mancano due settimane alle elezioni del 12 dicembre e se Corbyn, già indietro nei sondaggi, sperava di recuperare il terreno perduto, ha ancora molto lavoro da fare.
«I Tory vendono la sanità agli Usa» Ieri ha cercato di riprendere in mano la campagna accusando i Conservatori di avere messo il servizio sanitario nazionale sul tavolo dei negoziati per l'accordo commerciale post-Brexit con gli Usa. «Stiamo parlando di trattative segrete per un accordo con Donald Trump dopo la Brexit», ha detto Corbyn, brandendo in una conferenza stampa le pagine di documenti ufficiali governativi ottenuti dal Labour. Dimostrano, secondo lui, che la sanità pubblica, o Nhs come è universalmente noto nel Regno Unito, è merce di scambio, e un accordo con Trump aprirebbe le porte degli ospedali ai colossi farmaceutici americani, con conseguente aumento dei prezzi delle medicine. «Adesso abbiamo le prove che con Johnson l'Nhs è sul tavolo dei negoziati e sarà messo in vendita». Ma di prove certe non se ne vedono, e il governo ha smentito, parlando di mossa diversiva di un leader in crisi. «Assurdità totali», ha detto Johnson. Non è bastato comunque a distogliere l'attenzione dalla questione dell'antisemitismo, all'indomani dell'attacco del Rabbino Ephraim Mirvis, che ha messo in guardia gli elettori sulle conseguenze di un voto per questo Labour («è in ballo l'anima del Paese», ha detto). Nella disastrosa intervista alla BBC, Corbyn è apparso impreparato e irritabile e ha rifiutato per quattro volte di scusarsi con la comunità ebraica (non a caso Johnson si è affrettato ieri a scusarsi per i casi d'islamofobia imputati ai Tory). Corbyn si aggrappa alla speranza che il voto giovanile possa venirgli incontro come era stato alla precedente tornata elettorale. Circa 4 milioni di cittadini, tra cui molti under 34, si sono registrati per votare entro la scadenza prevista, in aggiunta ai 45 milioni già presenti sulle liste. Un dato incoraggiante, ma il cui impatto sull'affluenza resta da accertare. E comunque probabilmente non abbastanza per rovesciare le sorti di una campagna che per Corbyn sembra essersi messa davvero male.
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