L'imprenditore libanese che ha comprato i cimeli di Hitler: 'Li custodirà Israele' Commento di Letizia Tortello
Testata: La Stampa Data: 26 novembre 2019 Pagina: 13 Autore: Letizia Tortello Titolo: «'Ho comprato i cimeli di Hitler. Per farli custodire in Israele'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/11/2019, a pag.13, con il titolo 'Ho comprato i cimeli di Hitler. Per farli custodire in Israele' la cronaca di Letizia Tortello.
Letizia Tortello
Abdallah Chatila
Un'ora prima dell'«asta della vergogna» Mr. Abdallah Chatila non aveva ancora il via libera per partecipare. «Ci hanno messo 24 ore per accertare la mia affidabilità e capire se non ero un finanziatore dei neonazisti», racconta l'imprenditore milionario libanese. Ma a decidere di comprare lui tutti i cimeli di Hitler e del Terzo Reich, messi in vendita il 20 novembre da Hermann Historica a Monaco, ci ha messo poco più di un secondo. «Stavo leggendo il giornale, ho trovato l'appello dell'Associazione Ebraica Europea per fermare il commercio di questi oggetti che offendono l'Olocausto. Ho sentito che avrei dovuto impossessarmene, per distruggerli, prima che finissero nelle mani sbagliate». Poi, ci ha ripensato: «Li donerò agli ebrei. La memoria è l'unica arma che abbiamo contro gli orrori della Storia». Mr. Chatila ha 45 anni, è nato a Beirut e scappato con la famiglia dalla prima guerra civile in Libano nel '76, è di religione cristiana. Dopo aver vissuto dieci anni in Italia, a Valenza (suo padre era commerciante di gioielli), si è trasferito in Francia, poi in Svizzera, dove ora vive. Laureato in gemmologia e appassionato di diamanti, oggi è uno dei 300 uomini più ricchi del Paese, con un fatturato annuo di 250 milioni. Fa l'imprenditore immobiliare, investe in alberghi e ristoranti a Ginevra ed è diventato un filantropo, con l'associazione Sesam Foundation che si occupa tra il resto di rifugiati in Siria, Giordania e Palestina. «Ho speso 600 mila euro per dieci memorabilia su 12 e lo rifarei mille volte - racconta -, ho solo il rimpianto di non essere riuscito a comprarli tutti». Dalla casa d'asta ha acquistato il cilindro del Führer, prodotto da JA Seidl nei primi Anni 30, trovato nella residenza di Prinzregentenplatz a Monaco, e un «Mein Kampf» in edizione limitata del '39, appartenuto a Göring, che include una storia del Partito nazional socialista. E ancora, lettere e foto autografe, la scatola dei sigari e una macchina da scrivere del Führer. I cimeli, lui, non vuole nemmeno vederli: «Andranno dritti in Israele alla organizzazione no profit Keren Hayesod. Decideranno loro che uso farne, io spero che vengano esposti al museo dello Yad Vashem». E confessa: «Non l'ho fatto per gli ebrei, ma per tutta l'umanità. Credo che sia importante che la gente non dimentichi che Hitler è veramente vissuto. In un'epoca di razzismo e rigurgiti neonazisti, se bastassero 600 mila euro per cancellare le storie più nere dell'umanità, li spenderei ogni mese».
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