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La politica estera del Vaticano 23/11/2019

Gentilissima Signora Fait, tra l’orrore per i lanci di razzi e missili da Gaza ed il disgusto per le risoluzioni dell’ONU vergognosamente votate dall’Italia, credo che la posizione della Santa Sede espressa nel comunicato di ieri meriti maggior benevolenza. Il punto essenziale è che la Santa Sede auspica, e non da ieri, ma da molti anni, un negoziato diretto fra israeliani e palestinesi, finalizzato al raggiungimento da parte loro di un accordo che contemperi le legittime aspirazioni nazionali di entrambi i popoli. Ora, chi è che propone di trattare direttamente e chi rifugge dalle trattative? Fossi nel Governo e nella diplomazia israeliani, incornicerei il comunicato ed i precedenti, accluderei tutti gli inviti alla trattativa da parte di Israele e spedirei il tutto, con adeguata pubblicità, ad Abu Mazen ed agli Stati che hanno approvato le risoluzioni di cui sopra (e pure alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ed al Tribunale Penale Internazionale).

Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca

P.S. Colgo l’occasione per osservare che il Papa (ogni Papa, non solo l’attuale) non riceve solo persone encomiabili o perbene, ma intrattiene tutte le relazioni che ritiene possano giovare (anche solo limitando i danni) alla situazione dei cristiani nel mondo ed alla pace fra i popoli. Nel caso dell’imam Al Tayeb, rettore di Al Azhar, si è trattato, come ho letto su Avvenire online lo stesso giorno della visita, di un incontro avente ad oggetto la presentazione del progetto di un complesso con sinagoga, chiesa e moschea da realizzarsi ad Abu Dhabi, nonché l’esame di altre iniziative scaturite dopo la firma, in febbraio, del Documento sulla Fratellanza Umana. Per inciso, sarei curiosa di sapere che cosa Al Tayeb ha detto su ebrei ed Israele negli ultimi anni, visto che le frasi citate nell’articolo di Libero riportato da IC (tanto deplorevoli quanto comuni nel mondo musulmano) risalivano al 2004-2014 (e da un veloce giro su internet non ne ho trovate di più recenti).

Gentile Annalisa,
La sua proposta è degna di attenzione anche se personalmente penso che la Santa Sede abbia sempre dimostrato più benevolenza verso i palestinesi che verso Israele. Quanto alle nazioni, Italia compresa, che hanno firmato quelle vergognose mozioni contro lo stato ebraico, credo siano impermeabili a qualsiasi dimostrazione di buona volontà.
Le cito quanto scrive Rita Bernardini del Partito Radicale su quanto è accaduto all'ONU:" All’interno di queste mozioni, gli stati che si sono espressi a favore hanno votato per punire le “azioni israeliane che sconvolgono i diritti umani palestinesi”, hanno votato contro gli “insediamenti israeliani”, hanno votato contro la “Gerusalemme occupata”, hanno denunciato persino (!) “il Golan siriano occupato”. In nessuna di queste mozioni si è parlato del Jihad islamico palestinese…"
Come vede non c'è volontà di aprirsi a un dialogo sereno e costruttivo con Israele. Quanto all'imam Al Tayeb, dubito fortemente che le sue opinioni su ebrei e Israele siano cambiate, certi odi comuni, come lei scrive, nel mondo musulmano non possono cambiare nel giro di un paio d'anni e sappiamo che i vari personaggi del mondo arabo hanno la peculiarità di parlare più di un linguaggio, uno accattivante e pacifico per il mondo che li ascolta e il secondo, pieno di odio, nella loro lingua, per i popoli dei loro paesi.

Un cordiale shalom


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