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Uno accende la radio alla mattina e sente che un barbuto presidente iraniano, basso, magro , occhi da invasato, dal nome impronunciabile per molti , tale Ahmadinejad, nel suo discorso alla Mecca durante la conferenza islamica, dopo aver graziosamente definito Israele un "tumore", ha pronunciato queste parole: “Noi non crediamo che Hitler abbia ucciso sei milioni ebrei”, ha detto Ahmadinejad, aggiungendo che, nell’ipotesi che ciò sia veramente successo, allora i governi di Vienna e Berlino dovrebbero cedere due o tre loro province ai sionisti perché vi si insedino, risolvendo una volta per tutte in questo modo il conflitto israelo-palestinese. “Se Germania e Austria si sentono responsabili per le sofferenze patite per colpa loro dal popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale – ha spiegato il presidente iraniano rispondendo a un’intervista televisiva – allora tutto ciò che devono fare è creare uno stato sionista entro i loro territori. Il punto è: da dove vengono coloro che oggi governano la Palestina da occupanti? Dove sono nati? Dove vivevano i loro padri? Essi non hanno nessuna radice in Palestina, ma ne hanno preso il destino nelle loro mani”. Queste parole sono state accolte dalle urla fragorose degli astanti, pronti a mettersi un coltello fra i denti e andare a squartare il primo ebreo che attraversasse la loro strada. Il mondo critica con un po' di timore, dopotutto non e' salutare offendere il nanetto Ahmadinejad. Il mondo condanna in modo molto soft perche' sa che e' sempre meglio non contraddire un musulmano fanatico e sa benissimo che nessuna minaccia a Israele ha il potere di sollevare le masse. Chissenefrega! Sono solo ebrei, li hanno ammazzati e perseguitati dalla notte dei tempi. La gente e' abituata, non fa una piega, gira stazione, cambia canale, volta pagina e, almeno in Italia, si occupa della Lecciso. Molto meglio e piu' saggio. Del resto, diciamocela tutta, il tiranno iraniano non e' il primo a fare simili affermazioni, e' stato preceduto, nel silenzio di tutto il mondo, da altri personaggi di rilievo. Lo ha detto , in modo diverso ma lo ha detto , Ghandi: "non vedo perche' creare uno stato per gli ebrei, gli ebrei sono cittadini integrati dei paesi in cui vivono". In effetti tanto integrati che li hanno usati per concimare la terra, per fare lampadari e abat-jour, per fare sapone. Forse per questo gli spagnoli li hanno chiamati marranos, maiali, degli ebrei e dei maiali si usa tutto, non si butta niente. Ma forse Ghandi non sapeva come gli europei intendevano usare questa "integrazione". Lo hanno detto in varie occasioni anche Arafat e Gheddafi, il primo adorato del mondo intero, il secondo e' baciato in bocca da presidenti e ministri europei che fanno a pugni per essere ricevuti nella sua meravigliosa tenda da beduino ricco. "Gli ebrei devono tornare in Europa", hanno sempre urlato i due tiranni. E il mondo ascoltava in silenzio. Si, e' bello sentirsi tanto amati. Poi uno, gia' con un po' di mal di stomaco e dopo aver bevuto una dose di Maalox, si siede al computer, entra in internet e legge che Maurizio Blondet ha scritto: "Gli immigrati ebrei europei non hanno questo rapporto naturale con la terra di Palestina, e perciò le loro azioni, l’espulsione degli abitanti originari, la distruzione di villaggi «dalle belle architetture», sono da paragonare a «virus» predatori e avvelenatori". Siamo dunque anche un virus, un virus predatore e avvelenatore, peggio dell' aviaria, peggio dell'asiatica, peggio dell'AIDS. Il virus pero' ha ridato alla Terra di Israele una dignita', dopo che gli arabi i quali, sempre secondo Blondet, adorano la terra , l'avevano resa negli anni un cumulo di sabbia e di pietre. Il virus ha trasformato il deserto in terra del latte e del miele. Beh, non c'e' male per essere un virus avvelenatore. Dunque riepiloghiamo: tumore, virus...fuori da Israele...aspettiamo il prossimo. Si, e' bello sentirsi tanto amati. Abbiamo pero' anche una bella notizia, perbacco! Finalmente, dopo 60 anni, abbiamo vissuto in questi giorni un avvenimento storico: Israele e' stata ammessa a pieno titolo nella Croce Rossa Internazionale. A pieno titolo? si, circa, piu' o meno, non andiamo troppo per il sottile. Si tratta di Israele, dopo tutto, e la Croce Rossa e' da sempre agli ordini degli arabi, quindi... niente di piu' che " circa e piu' o meno"! Per 60 anni gli arabi hanno vietato al Magen David Adom di entrare nella Croce Rossa Internazionale. Per 60 anni il mondo ha obbedito senza vergogna. Per 60 anni il MDA e' andato in giro per il mondo ad aiutare le popolazioni dopo terremoti o diluvi o disastri naturali e di guerra. Per 60 anni il MDA si e' sentito dire dai governi dei paesi islamici "non accettiamo il vostro aiuto" allora Israele, paziente e comprensivo, lo riportava in Patria, levava le etichette dalle tonnellate di pacchi pieni di cibo , coperte e medicinali e li rimandava indietro senza la scritta "made in Israel". Da due mesi il MDA lavora segretamente in Pakistan dopo il terremoto che ha distrutto mezzo paese, lo fa in silenzio, zitti e buoni, per carita', che non si accorgano che siamo ebrei, che non si rendano conto che tutto quello che diamo viene da Israele. Tutto questo e' successo sempre, per 60 lunghi e schifosissimi anni. Adesso pero' , ehehehe, le cose cambieranno. Finalmente e' stata fatta giustizia. Adesso il MDA e' entrato ufficialmente a far parte della CRI...solo che....il suo simbolo... la stella rossa, bellissima, non dovra' essere messa in mostra perche'...sapete.... potrebbe urtare la sensibilita' degli odiatori di Israele, arabi, islamici, e loro schiavetti. Quindi cosa deve fare il MDA? Semplice no? Deve fingere di non essere ebreo e al posto della stella rossa deve adottare il simbolo del rombo rosso ma, udite udite, mica sono dei bastardi veri e propri quelli che girano intorno a Croce Rossa e Mezzalunarossa, no, sono comprensivi e allora hanno dichiarato che, per gentile concessione, Israele potra' inserire la stella dentro il rombo ma solo, sia chiaro e tassativo quel "solo", nei paesi che non si mettono a vomitare alla parola ebreo, alla parola Israele. Si, e' bello sentirsi tanto amati. Deborah Fait |
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