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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.11.2019 ‘Ieri gli ebrei, oggi i musulmani’ uno slogan nauseante
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 novembre 2019
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «‘Ieri gli ebrei, oggi i musulmani’uno slogan nauseante»
‘Ieri gli ebrei, oggi i musulmani’uno slogan nauseante 
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)



La vergognosa esibizione della stella gialla a una manifestazione "contro l'islamofobia"

L'abominio. La nausea. Com’è possibile sfilare nella Francia del 2019 con questo slogan? Come è potuto degenerare un evento che si annunciava legittimo? E’ ovvio che si deve condannare con forza qualsiasi attacco a una moschea, così come va biasimato, non meno energicamente, un qualsiasi attacco a un luogo di culto. Tuttavia, non è dalla Francia né dall'Occidente che viene la minaccia. Si possono contare sulle dita di una mano gli attacchi contro le moschee. È nella terra dell'Islam che il pericolo è maggiore. A Baghdad, per esempio, vengono prese di mira regolarmente, lasciando a terra migliaia di vittime. La “guerra delle moschee sta imperversando, con bombe e persino a colpi di mortaio” per usare le parole dell’Agenzia France Presse. Si tratta di devoti musulmani che là massacrano altri devoti musulmani in nome dello stesso dio misericordioso. Gli uni sono sunniti, gli altri sciiti. Ma i manifestanti di domenica scorsa sono andati ben oltre. Si sono visti dei musulmani osare sfoggiare la stella gialla. Ma non quella che si immagina, no: era una stella a cinque punte con al centro la parola "musulmano" e una mezzaluna. Nella Francia del 2019, i musulmani sarebbero perseguitati, braccati, imprigionati, inviati nei campi di sterminio come lo furono in passato gli ebrei? La polizia va a cercarli nei loro appartamenti? Sono ridotti a nascondersi? A dissimulare la loro appartenenza religiosa? Non si sentono liberi di passeggiare, di pregare in gruppo per strada senza preoccuparsi del traffico e dei passanti? Chi oserebbe sostenerlo? E’ proprio necessario ricordare che in passato nella terra dell'Islam, erano i cristiani e gli ebrei ad essere piegati al giogo di dhimmis, di cittadini di seconda classe, costretti a pagare una tassa speciale? Che gli ebrei dei Paesi arabi che vivevano già in Medio Oriente molto prima dell'alba dell'Islam, ne sono stati espulsi? Che le grandi comunità cristiane d’Oriente, apparse molti secoli prima dell'Islam, sono praticamente scomparse ovunque tranne che in Egitto, dove i copti ancora oggi vivono in uno status di inferiorità rispetto a quello dei musulmani? E i musulmani si lamentano di essere stigmatizzati dai media? Quando sappiamo bene quanti sforzi, quale ginnastica dialettica fa la stampa per non stigmatizzarli, per evitare di dare il cognome e persino il nome delle persone arrestate, per evitare di scrivere la parola “ attentato” quando invece lo è davvero, per presentare il responsabile come un povero psicopatico, prima, e ricordare poi ai lettori di non fare di tutta l’erba un fascio. Georges Orwell si sta rivoltando nella sua tomba. Come non rimanere sbalorditi leggendo su l'Express , che “Nelle strade di Parigi, i musulmani cantavano: Laicità ti amiamo, tu devi proteggerci” mentre chiedevano l'abolizione delle cosiddette leggi liberticide? Attenzione, è ovvio che i musulmani francesi, come tutti i cittadini, hanno il diritto di vivere liberamente e di esercitare la propria religione. Hanno anche il diritto di non essere insultati, discriminati, né di avere il dito puntato contro. Ma quel che è giusto è giusto. Non devono fare le vittime, non devono lamentarsi che l'Islam sia la religione più minacciata in Francia, quando, come correttamente è stato messo in rilievo in un articolo su Le Figaro dell’11 novembre, i più attaccati sono i cristiani (1.064 atti registrati), poi gli ebrei (540 atti registrati pur rappresentando solo l'1% della popolazione) e infine i musulmani (100 atti registrati). Basta che abbiano semplicemente la decenza di non evocare un olocausto che certi leader musulmani hanno promosso, mentre altri oggi se ne rallegrano apertamente!

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

takinut3@gmail.com

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