Riprendiamo oggi, 14/11/2019, da Facebook, il commento di Fiamma Nirenstein "Europa ipocrita sulle etichette ai prodotti israeliani"; da IL FOGLIO, a pag. 4, con il titolo "Comprare subito prodotti israeliani contro i boicottaggi europei" la risposta di Claudio Cerasa a un lettore.
Ecco gli articoli:
Fiamma Nirenstein: "Europa ipocrita sulle etichette ai prodotti israeliani"
Fiamma Nirenstein
Mentre tutta la popolazione del sud di Israele è costretta nei bunker da centinaia di missili da Gaza sulle famiglie, mentre i bambini terrorizzati non possono andare a scuola, l'UE promulga l'obbligo per gli Stati membro di etichettare come prodotti di territori occupati i beni prodotti nel West Bank. Come mai non usa la stessa politica sui prodotti del Tibet occupati dalla Cina, o su quelli del Marocco confezionati nei suoi territori occupati, o su quelli di Cipro occupata dalla Turchia o di tante altre zone il cui possesso è in questione? Per Israele e per il diritto internazionale si tratta di territori contesi, non occupati, su cui si deve raggiungere un accordo politico! E non semplicemente sgomberare, come si fece a Gaza da cui adesso piovono missili. Oltretutto, i primi a essere danneggiati da quelle etichette sono i palestinesi che in buon accordo lavorano e guadagnano nelle strutture israeliane che entrano in crisi per la discriminazione. Che irragionevole scelta è quella dell'UE? Non si capisce che una vera pace si può ottenere solo se i palestinesi accettano una volta per tutte l'esistenza dello Stato Ebraico? Allora si arriverà a discutere i territori. Ma l'istinto europeo che prevale forse è quello antico di etichettare i prodotti degli ebrei per metterli al bando.
IL FOGLIO - Claudio Cerasa: "Comprare subito prodotti israeliani contro i boicottaggi europei"
Claudio Cerasa
Al direttore - Mai come adesso sono d’accordo con i burocrati europei che vogliono etichettare i prodotti israeliani lavorati nelle colonie: il consumatore ha diritto di sapere. Certo la lunghezza delle etichette aumenterà, anche perché dopo il made in colonia israeliana, dobbiamo anche mettere il made in paesi che finanziano il terrorismo o sfruttano il lavoro minorile o violano i diritti umani: il consumatore ha il diritto di sapere.
Valerio Gironi
Lettera ambigua, perché vengono etichettati anche prodotti super israeliani, come i vini del Golan, territorio israeliano. Il lettore Gironi non ne era a conoscenza?
Ecco la risposta di Claudio Cerasa:
Nella mattinata di martedì, mentre gli israeliani scendevano nei rifugi antimissile, la Corte di giustizia dell’Unione europea, come ha raccontato ieri Giulio Meotti sul nostro giornale, stabiliva per la prima volta che “i prodotti originari dei territori occupati dallo stato di Israele devono recare l’indicazione del loro territorio di origine accompagnata, nel caso in cui provengano da un insediamento israeliano all’interno di detto territorio, dall’indicazione di tale provenienza”. Israele è diventato il primo e unico stato i cui beni provenienti da territori contesi sono marchiati con una speciale dicitura. Ci sono duecento contese territoriali nel mondo, dalla Crimea invasa dalla Russia al Tibet sotto dominio cinese fino a Cipro. Quattro anni fa, il Foglio aprì un comitato di solidarietà anti boicottaggio per promuovere la vendita di prodotti israeliani e invitare ad acquistare ciò che l’Europa vuole invece follemente marchiare. Esiste un modo semplice per rispondere al boicottaggio approvato dalla Corte di giustizia europea: comprare quei prodotti. Vi rioffriamo l’elenco. Prodotti agricoli: agrumi e pompelmi (Mehadrin, Jaffa), datteri (Mehadrin, Haidaklaim, King Solomon, Jordan River), avocado, mango e melograni (Mehadrin, Kedem, Frutital, Sigeti, McGarlet), frutta secca, disponibili in tutti i supermercati italiani. Sodastream: prodotti gasatori per l’acqua frizzante. Ahava: azienda israeliana di cosmetici prodotti con i famosi fanghi del Mar Morto. In Italia si vende nelle farmacie, erboristerie, profumerie e grandi magazzini come la Rinascente. Vino: Golan Heights Winery e Barkan, due fra i maggiori e più pregiati vini israeliani disponibili in tutte le nostre enoteche. Comprate, please.
Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante