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La Stampa Rassegna Stampa
09.11.2019 C'è il buio della memoria dietro la campagna d'odio che investe Liliana Segre
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 09 novembre 2019
Pagina: 22
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «C'è il buio della memoria dietro la campagna d'odio che investe Liliana Segre»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/11/2019, a pg.22, con il titolo "C'è il buio della memoria dietro la campagna d'odio che investe Liliana Segre", il commento di Maurizio Molinari

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Liliana Segre

 Caro Direttore,
dover assegnare la scorta alla senatrice avita Liliana Segre, in seguito alle minacce ricevute quotidianamente perché ebrea, segnala il grado culturale allo sbando di una società senza rispetto alcuno, un'inciviltà che ha evidentemente raggiunto il livello di guardia. L' opportunismo dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha commentato il provvedimento per sminuire il caso e prendersi la scena, è l'avviso che il limite può essere superato. Le segnalazioni fornite dall'Osservatorio antisemitismo non devono essere valutate come semplice casistica, meritano considerazione diversa, tale da evitare a posteriori rilievi come quelli che si leggono oggi su tutti i quotidiani. Le attestazioni di solidarietà, per quanto importanti, sono azioni insufficienti per guarire la vena di chi coltiva l'odio, non solo razziale.
Piero D'Agostino

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Maurizio Molinari

Caro D'Agostino,
le minacce nei confronti di un sopravvissuto ai campi di sterminio - la senatrice a vita Lilliana Segre è una di questi - nascono dal clima di odio che ci circonda, svelano la debolezza della memoria collettiva, pongono l'urgenza di affrontare un nuovo tipo di avversione contro gli ebrei e sottolineano il valore dell'insegnamento della Shoah nelle scuole. Il clima d'odio che ci circonda è descritto dal ripetersi di episodi di intolleranza contro cittadini o residenti in Italia solo a causa della loro fede, della loro origine o del loro colore della pelle. Si tratta di atti che violano l'articolo 3 della Costituzione in base al quale «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Tali atti di odio svelano la debolezza della memoria nazionale perché sono passati solo 81 anni dalla promulgazione delle Leggi razziali e appena 74 anni dalla caduta del regime fascista che le emanò negando il Risorgimento grazie al quale tutti gli italiani erano divenuti, assieme, cittadini con pari diritti della stessa nazione. Da qui la necessità di affrontare, studiare, comprendere e rispondere ad un nuovo tipo di avversione contro gli ebrei che si annida dietro l'intolleranza verso ogni tipo di diversità ovvero quei gruppi suprematisti bianchi che hanno creato a tavolino, in più Paesi, la velenosa bugia degli ebrei «fautori dell'invasione dei migranti per portare il meticciato in Europa» all'unico fine di moltiplicare gli atti di intolleranza. Da qui la necessità di ricordare l'insegnamento di Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace ed anch'egli scampato ai lager, quando affermava che «il migliore antidoto all'odio è lo studio». Tanto più scompaiono i testimoni dell'orrore dello sterminio, tanto più è urgente moltiplicare risorse e tempo per insegnare ai più giovani cosa l'uomo fu capace di fare al proprio prossimo solo perché considerato «inferiore».

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