"Come vivono i plaestinesi la loro nuova libertà ? " 24-10-05
Un amico mi ha scritto dall'Italia per farmi una domanda molto semplice : "Adesso che Israele e' uscito dalla Striscia di Gaza, come vivono i palestinesi la loro nuova liberta'?"
Domanda facile facile ma la risposta non e' un po' piu' complicata.
Come tutti sappiamo, anche se la cosa in Europa e' stata diffusa sottovoce e comunque non ha scandalizzato nessuno, la loro prima reazione e' stata di precipitarsi a distruggere quello che poteva servirgli per lavorare o per creare delle strutture, hanno poi proseguito sparandosi tra loro, decine di morti, e facendo il tiro a segno sulle automobili israeliane ammazzando ogni giorno qualcuno.
Alcuni giorni fa fu la volta di tre ragazzi, il piu' giovane aveva 15 anni.
Si trattava solo di tre coloni , ha informato prontamente l'ANP, sapendo bene che la parola "colono" e' come un antidoto alla pieta'.
Ogni volta che i palestinesi ammazzano israeliani iniettano subito l'antidoto "colono", la reazione del mondo a questo punto e' "ahhhhhhhhhhh", un'alzata di spalle e tutto finisce la' . Chi e' che si scandalizza per un colono ebreo ammazzato! La propaganda palestinese ha trasformato il mondo privandolo dei valori di giustizia e verita' cari alle democrazie. Ogni israeliano e' un colono, sinonimo di demonio e ogni palestinese armato e' un militante, un guerrigliero, cioe' un eroe. Tutto e' upside-down, il male e' bene, i buoni sono cattivi, coloni-ebrei cattivi, terroristi palestinesi buoni. Questo modo di pensare e di ragionare e' opera del genio demoniaco di Arafat e del lavaggio del cervello da lui fatto ai suoi figli europei.
Ogni notizia dunque viene presentata in modo distorto, sporco e bugiardo.
Gli organi di informazione, non solo quelli italiani, fanno acrobazie da circo per non usare mai la parola "terrorista", vietato, out, non si dice, MAI!
Persino quando un commando palestinese aveva ammazzato una mamma e le sue quattro bambine era stato scritto che si trattava di "militanti" e le vittime, anche in quell'occasione, erano state liquidate con uno sbrigativo "colono" : "famiglia di coloni distrutta in un attacco di militanti palestinesi".
La colona piu' piccola aveva un anno, la piu' grande era la sua mamma colona e le altre tre erano le sue sorelline colone.
Dunque, tornando a bomba, come vivono i palestinesi la loro nuova liberta' oltre che ammazzarsi tra loro e continuare a preparare attentati e a mettere bombe a mano nei pannolini dei neonati? Uno penserebbe che quelli che non sparano siano la' a lavorare come tante formichine per costruire qualcosa, fare progetti imprenditoriali prendendo esempio o idee da quello che avevano creato gli odiati coloni ebrei.
Uno si aspetterebbe di veder arrivare ruspe con anessi e connessi per spianare, costruire, incominciare insomma una nuova vita.
Niente di tutto questo e se qualcuno opina ecco la risposta: "c'e' ancora l'occupazione, c'e' ancora l'esercito".
Certo, l'esercito e' tornato dopo che le faide si sono scatenate tra loro e contro Israele, dopo che hanno ricominciato a bombardare citta' e villaggi israeliani, dopo che gli attentati sono tornati a moltiplicarsi.
L'esercito se ne era andato in agosto, tutto il mondo aveva visto le consegne, i cancelli chiusi e i soldati che si allontanavano.
Sono dovuti ritornare per proteggerli da loro stessi e per impedire ulteriori bombardamenti sulle citta' israeliane del Neghev.
I palestinesi hanno pero' sempre una scusa per giustificare la loro inettitudine e la loro voglia di guerra.
Quello che mi manda in bestia e' che tutti li comprendono in questo mondo infame, li giustificano, dall'America, dall'Europa chiedono a Israele di non essere troppo severo con quei poveri angioletti, di lasciar perdere gli agguati, le uccisioni e il terrorismo, di lasciarli fare quello che vogliono e, il massimo della sfrontatezza, di aiutarli a svilupparsi.
Un mondo razzista che tratta i palestinesi da esseri inferiori, da bambini viziati abituati ad avere la pappa in bocca e a chiedere sempre per ottenere tutto. Un mondo che li coccola per paura della loro violenza. Un mondo che anche dopo l'evacuazione dalla Striscia chiede ulteriori concessioni e ulteriori sacrifici a Israele. C'e' qualcuno che si ricordi ancora degli 8500 portati fuori dalle loro case? C'e' qualcuno che si preoccupi della loro vita e del loro dolore?
C'e' qualcuno in questo mondo infame sempre dalla parte del terrorismo arabo che si chieda che fine hanno fatto?
Nessuno! Nessuno perche' quegli 8500 non fanno casino, non ammazzano, non bruciano, sono persone civili che aspettano con pazienza la possibilita' di riavere una casa bella come prima e di lavorare come prima.
Quella che gli arabi prima del 67 chiamavano Terra Maledetta e che gli ebrei invece avevano fatto fiorire e produrre e' tornata ad essere deserto, sabbia desolata, improduttiva, sporca, arida.
Tutto come previsto.
Sui palestinesi piovono vagonate di soldi senza pretese di riscontro, come sempre da decenn,i senza scandalo, senza vergogna, senza decenza.
Previsto anche questo.
Intanto e' arrivata la paura dell'influenza aviaria, Israele e Giordania hanno incominciato a lavorare insieme per difendersi dal pericolo essendo, questa, zona di migrazioni di uccelli quindi a rischio.
Israele mette la sua tecnologia e la sua ricerca a servizio dei paesi vicini, la Giordania accetta e si allea subito, vengono invitati anche i palestinesi al summit ma loro declinano.
Non gli interessa il virus dei polli, non gli interessa la salute delle persone, sanno che in caso di pericolo Israele o la Giordania li aiuteranno.
Ecco, amico mio, come usano i palestinesi la loro liberta'