Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/11/2019, a pag.11, con il titolo "L'agenzia Onu per i palestinesi sta peggio dei palestinesi" il commento di Maurizio Stefanini.
A destra: una scuola dell'Unrwa a Gaza, trasformata in deposito di missili da Hamas
L'Unrwa non avrebbe mai dovuto nascere: perché i soli arabi palestinesi avrebbero bisogno di un'agenzia Onu apposita mentre tutti gli altri profughi del mondo vengono gestiti dall'Unhcr? Quello che si deve fare adesso è mettere la parola fine all'esistenza di un'agenzia che contribuisce alla demonizzazione di Israele ed è conciliante con i terroristi di Hamas e non solo. L'errore vero è la stessa esistenza dell'Unrwa, si tratta ora di rimediare una volta per tutte.
Maurizio Stefanini
«Il commissario generale dell'Unrwa, Pierre Krähenbühl, ha informato il segretario generale che si dimetteva con effetto immediato», è stato l'annuncio improvviso dato dal portavoce generale dell'Onu Stéphane Dujarric. E si evidenzia così che neanche uno svizzero riesce a scampare alla maledizione dell'Unrwa. Cioè, quella Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi che mettendoli a parte sembrerebbe in teoria considerarli un po' i primi della classe, rispetto a tutti gli altri rifugiati trattati invece alla rinfusa dall'altra agenzia Acnur (Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati). Di fatto, però, contribuisce pesantemente alle loro disgrazie. Abuso di potere e nepotismo sarebbero i risultati preliminari di una inchiesta interna sfociata in una relazione dell'ufficio di controllo interno delle Nazioni Unite, e che aveva già fatto sospendere il commissario dalle sue funzioni.
Si «escludono la frode o l'appropriazione indebita di fondi operativi da parte del commissario generale. Ci sono, tuttavia, questioni manageriali che devono essere affrontate». Krähenbühl è stato dunque messo in aspettativa, in attesa che «tali questioni siano ulteriormente chiarite in modo da poter prendere una decisione definitiva e intraprendere qualsiasi azione adeguata». Nell'attesa al suo posto va a interim il britannico Christian Saunders. L'Unrwa fu dall'Assemblea generale istituita in seguito all'emergenza della guerra arabo-israeliana del 1948. Poi, visto che al mondo non c'erano solo i profughi palestinesi, nel 1950 nacque pure l'Acnure. Ma l'Unrwa non vi fu conglobato, come sarebbe stato logico. A fine luglio un rapporto del dipartimento etico dell'Unrwa, inviato alla segreteria generale delle Nazioni Unite, ha rilevato cattiva gestione e abuso di potere da parte di un piccolo gruppo di alti funzionari che avrebbero aggirato i meccanismi di controllo dell'Onu, mettendo a gravissimo rischio la sua reputazione. Da 700.000 che erano all'inizio, in 70 anni gli assistiti della Unrwa sono cresciuti fino a 5 milioni. La metà dei palestinesi sparsi tra Cisgiordania, Gaza, Giordania, Libano e Siria sopravvivono grazie all'aiuto dell'Urwa, soprattutto attraverso servizi essenziali di educazione e sanità. Sono quasi tutti palestinesi anche i 30.000 dipendenti. Fino al 2017 gli Stati Uniti contribuivano per oltre un terzo a un bilancio da 1,1 miliardi di dollari all'anno. Ma nel settembre del 2018 Trump ha deciso di tagliare questo contributo, e così l'Unrwa è entrata in una grave crisi finanziaria. Secondo il rapporto «la crisi finanziaria è servita come scusa per generare una estrema concentrazione di potere nella alta direzione. Si sono aggirate le regole e le procedure stabilite e l'eccezione è diventata la regola». A questo punto anche Svizzera, Paesi Bassi e Belgio hanno sospeso le loro donazioni. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha commentato osservando come lo scandalo dimostri che l'Unrwa «è una parte del problema e non la sua soluzione. L'agenzia perpetua il problema dei rifugiati in un chiaro modo politico eliminando così ogni soluzione».
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