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Deborah Fait
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Lettera aperta al sindaco di Marano 2005-10-10
Signor sindaco,



Ho appena letto sul Mattino dell'8 ottobre scorso che lei e la sua giunta avete preso la decisione, ( l'articolo di Daniela De Crescenzo dice "senza dubbi e perplessita'") di dedicare una strada di Marano a Yasser Arafat.

Che tempismo, sindaco! (il minuscolo e' voluto), pensi che il 9 ottobre gli ebrei di Roma hanno ricordato la morte di Stefano Tache', bambino di due anni, freddato mentre usciva dalla Sinagoga Maggiore di Trastevere. Il fratello di Stefano ha ancora oggi una scheggia nell'occhio, inoperabile, e i molti feriti dalla granata e dalle mitragliate dei palestinesi assassini ne sopportano tuttora le conseguenze fisiche e psicologiche.

Gli assassini fuggirono tutti verso Tripoli, covo del terrorista mandante Yasser Arafat.

Questa non fu l'unica tragedia che l'Italia soffri' a causa del criminale cui voi state dedicando una strada. Vi furono altri attentati, due a Fiumicino con decine di vittime, un altro a Genova, poi l'Achille Lauro e l'assassinio di Leon Klinghofer. In quegli anni le bande di Arafat imperversavano in Italia e in Europa , ammazzando e facendo attentati, con la copertura dei Governi italiani dell'epoca.

Arafat, cui lei afferma di guardare con affetto e rispetto e questo vada a sua personale vergogna, e' stato un grandissimo terrorista e un mitico ladro.

Il Nobel per la Pace, conferitogli nel tentativo di adularlo, come spesso si fa con i dittatori piu' feroci e convertirlo al dialogo con Israele, ha avuto solo il risultato di macchiare per sempre l'istituzione del Premio Nobel.

Nell'articolo della De Crescenso lei si dice anche "orgoglioso e commosso" e io le credo perche' il partito cui lei appartiene e' sempre stato affettuosamente legato al criminale Arafat, come del resto all'altro terrorista, il famigerato Nasrallah, capo di hezbollah.

A questo punto, esprimendole il mio personale disgusto per aver insozzato la sua citta', le chiedo : a quando una strada intitolata a Adolf Hitler?



Deborah Fait



Israel

bebora@013.net









Marano dedica una strada a Yasser Arafat



di Daniela De Crescenzo



A meno di un anno dalla morte, Yasser Arafat ha già una sua strada in provincia di Napoli: il primo Comune italiano a muovere questo passo ufficiale è stato quello di Marano. La maggioranza di centrosinistra e il sindaco Mauro Bertini (Pdci, ex Rifondazione) hanno preso la decisione senza dubbi e perplessità. Applausi in aula e unanimità di consensi, al momento della decisione i consiglieri dell’opposizione non erano presenti in aula. C’era, invece, un folto pubblico pronto ad applaudire l’approvazione della delibera, proposta dal consigliere Alfredo Paragliola. Molti giovani hanno fatto sventolare le bandiere della pace nel corso della cerimonia ufficiale alla quale ha preso parte anche Omar Suleiman, rappresentante a Napoli dell’Autorità nazionale palestinese. Singolare coincidenza: in Palestina fu Nablus, l’altra città nuova, gemella alla nostra, la prima a inaugurare nel dicembre scorso una strada intitolata al «raìs». E a scoprire la targa fu una delegazione partita dalla Campania. Ieri sera, invece, nella sala del Consiglio comunale di Marano c’era Omar Suleiman, rappresentante a Napoli dell’Autorità nazionale palestinese e già esponente dell’Olp: «Sono onorato di stare qui insieme con voi - ha detto Suleiman - e fiero della vostra iniziativa. Ricordo ancora quando, sulla tessera dell’Onu, non c’erano i nostri nomi ma semplicemente dei numeri. Non avevamo identità. Arafat ci ha dato una dignità e ha fatto in modo che il popolo ricordasse la sua storia e la sua cultura». Polemiche incombenti? Non se ne preoccupa il primo cittadino Mauro Bertini, che sottolinea: «Sono orgoglioso e commosso. Io guardo con affetto e rispetto a un uomo come Arafat. In una città in cui abbiamo dedicato una piazza alla pace, non poteva mancare una strada intitolata a un premio Nobel per la pace».



(Il Mattino, 8 ottobre 2005)

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