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La Repubblica Rassegna Stampa
04.11.2019 Il vignettista Gianluca Costantini in Turchia: 'Censurato da Erdogan. Ora disegno per i curdi'
Lo intervista Marco Ansaldo

Testata: La Repubblica
Data: 04 novembre 2019
Pagina: 15
Autore: Marco Ansaldo
Titolo: «'Censurato da Erdogan. Ora disegno per i curdi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/11/2019, a pag.15, con il titolo 'Censurato da Erdogan. Ora disegno per i curdi', l'intervista di Marco Ansaldo al disegnatore Gianluca Costantini.

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Marco Ansaldo

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Gianluca Costantini

La censura del Sultano ha colpito un italiano in Turchia. Un disegnatore che, dopo il fallito golpe del 2016, ha ritratto il volto di Erdogan come una bandiera che gronda stille rosse, fra una mezzaluna e una stella che paiono cicatrici sul viso. Titolo: "Il sangue di Recep Tayyip Erdogan". La condanna da parte del tribunale di Ankara è arrivata per "sostegno al terrorismo, incoraggiamento alla violenza e al crimine, minaccia all’ordine pubblico e alla sicurezza nazionale". Blog del disegno oscurato. E Gianluca Costantini, 47 anni, di Ravenna, illustratore professionista, sconsigliato da Amnesty International a viaggiare in Turchia. Vite pericolose, quelle dei fumettisti. Gli esempi abbondano in Turchia, dove il vignettista del quotidiano liberal Cumhuriyet Musa Kart si è già fatto svariati anni di carcere. Costantini è avvezzo a rapporti conflittuali con il potere. Lo scorso anno la "Bestia", l’apparato social del politologo conservatore americano Steve Bannon, gli ha fatto terminare una collaborazione con la Cnn , accusandolo di antisemitismo per una vignetta raffigurante un terrorista dell’Isis che si toglieva la maschera del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Costantini ha poi lavorato sui disordini di Piazza Tahrir al Cairo e sulla rivolta di Hong Kong. Ora è tornato da Lucca Comics, dove ha portato la sua graphic novel Libia scritta con Francesca Mannocchi.

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Erdogan in una vignetta di Gianluca Costantini
 
Che cosa è successo dopo la pubblicazione della vignetta contro il leader turco? «Sono stato avvertito da amici che ero stato incriminato ed era stato fatto un processo in cui ero stato messo, come primo della lista, come si vede dai documenti della corte, davanti a esponenti del movimento curdo e a gulenisti (i seguaci di Fethullah Gulen, considerato da Ankara il mandante del golpe fallito, ndr ) ».
Il disegno contro il capo dello Stato era piuttosto critico. Difficile che passasse inosservato… «Devono averlo interpretato come un’accusa di vilipendio. Ma penso che abbiano voluto riunire tutto il mio lavoro precedente fatto sulla Turchia e oscurare il blog dove pubblicavo. Ho dovuto spostare su altre piattaforme».
Ma perché proprio sulla Turchia? «Lavoro come disegnatore dal 2004, e mi sono specializzato su questioni riguardanti i diritti umani e sociali nel mondo. Parlare di Turchia è inevitabile: me ne occupo dal 2013».
Cioè dalla rivolta di Gezi Park? «Esattamente. E in Piazza Taksim a Istanbul i manifestanti portavano i miei disegni, usandoli in diretta mentre la rivolta si stava svolgendo».
Poi è andato a descrivere la questione curda? «L’ho fatto parlando dei massacri dell’esercito, come quello di Cizre nel 2015, con almeno 150 persone uccise. Alla fine il governo è intervenuto chiedendo di chiudere il profilo Twitter. Eppure, in Turchia, ho pure pubblicato: su Leman ».
Che è una storica e coraggiosa rivista di artisti. Divertente, arguta, implacabile. Non l’hanno invitata? Non è andato in Turchia? «Avrei voluto. Amnesty, però, mi ha detto che per ora è meglio di no».

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Il sultano Erdogan

Gianluca Costantini ha composto così una galleria di personaggi turchi di opposizione, oggi tutti sotto attacco. Chi in carcere, chi in esilio. I volti, con le loro frasi, sono quelli di Can Dundar, l’ex direttore di Cumhuriyet , in fuga in Germania dopo quasi 100 giorni in cella; del filantropo Osman Kavala, amico di Orhan Pamuk e da anni in prigione per essere considerato uno degli organizzatori della rivolta di Gezi Park; del leader del partito democratico filo-curdo Selahattin Demirtas, in carcere da tre anni; dello scrittore Ahmet Altan, autore per di Non rivedrò più il mondo tuttora in prigione; e della scrittrice Asli Erdogan, in esilio in Germania, oggi difesa da Roberto Saviano dopo l’intervista a Repubblica in cui criticava l’ indottrinamento turco. Adesso Costantini ha fatto un nuovo disegno per il nostro giornale, che compare in questa pagina: è Hevrin Khalaf, la leader curda del Partito del Futuro, barbaramente trucidata nei primi giorni dell’offensiva turca nel Nord della Siria.

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