IC7 - Il commento di Daniele Scalise: I senza memoria di Schwartz, la forza di chi segue la corrente Dal 28 ottobre al 2 novembre 2019
Testata: Informazione Corretta Data: 04 novembre 2019 Pagina: 1 Autore: Daniele Scalise Titolo: «IC7 - Il commento di Daniele Scalise: I senza memoria di Schwartz, la forza di chi segue la corrente»
IC7 - Il commento di Daniele Scalise Dal 28 ottobre al 2 novembre 2019
I senza memoria di Schwartz, la forza di chi segue la corrente
La copertina (Einaudi ed.) e l'autrice
Pur solo a metà della lettura di un testo impressionante per le qualità narrative e di pensiero - "I senza memoria, storia di una famiglia europea" di Géraldine Schwarz (Einaudi) - mi è parso di avere sotto gli occhi materiale tutt'altro che banale per interpretare buona parte del secolo scorso in Germania, ma anche in Italia, di molte delle ideologie, dei presunti maestri del pensiero e sopratutto delle masse che con docile viltà hanno permesso l'accadere di mostruosità. La giornalista franco-tedesca ricostruisce la storia di un nonno che 'comprò' la quota di un socio ebreo durante il periodo nazista e intreccia quella vicenda familiare con quella più generale della Germania. Schwarz rimette in fila con precisione cristallina le vicende dell'adesione al nazismo di tutto un popolo utilizzando tra l'altro categorie ufficiali che definiscono quel consenso pressoché unanime ma smentendone anche la presunta ineluttabilità. Torna utile una parola di cui - non conoscendo il tedesco - ignoravo tanto il senso che l'esistenza: quel 'Mitläufer' che Margherita Botto, perfetta traduttrice del testo, lascia in originale dopo che ne è stato spiegato il significato. I Mitläufer sono "coloro che seguono la corrente" e che costituirono la stragrande e compiacente maggioranza che rese possibile la nascita e la costruzione del nazismo. Quel popolo di gregari il cui consenso variava a secondo dell'opportunità, dei caratteri e del momento: da ferventi seguaci a invisibili parassiti, popolo-massa che è poi elemento indispensabile per la durata di qualsiasi dittatura. Il racconto di Schwarz si allunga al dopoguerra, alle rivolte studentesche, alle complicità tra terroristi tedeschi e palestinesi, al sostegno che entrambi raccolsero da parte di intellettuali potenti come, tanto per fare qualche nome sciagurato, Jean-Paul Sartre e Michel Foucault, Jean Genet e Heinrich Böll. Un testo, quello di Schwarz, per diverse ragioni. Il metodo narrativo dei fatti, la ricostruzione di quelle atmosfere anche psicologiche, la sistematizzazione di idee e ideologie che hanno governato l'Europa, l'emergere di viltà criminali e di un'incoscienza altrettanto delittuosa, possono essere del resto applicati al fascismo che, anch'esso, godette del sostegno degli italiani. La gran parte di noi è figlio o nipote di fascisti e, sopratutto nell'età giovanile, non si capacitava di come fosse stato possibile che il proprio genitore o nonno avessero condiviso a vari gradi e con diverse responsabilità, quel sistema mostruoso giustificandolo e rendendolo potente. Chi si è mai fatto di queste domane, può trovare alcune risposte in questa dettagliata e vigile descrizione storica e personale che interroga una pulsione umana - il conformismo cieco e l'abbandonarsi alla 'corrente' - capace di far chiudere non uno ma entrambi gli occhi. Vi è poi, tra i tanti elementi di riflessione, la micidiale ricostruzione della collusione tra forze nate con spirito libertario e liberatorio ma presto confluite nel delirio liberticida e antisemita del terrorismo tedesco (e anche italiano). "Non è certo una coincidenza se gli unici altri paesi (oltre la Germania con la RAF, n.d.r) in cui le proteste studentesche sfociarono nel terrorismo furono gli ex alleati del Reich: l'Italia con le Brigate Rosse e il Giappone con l'Armata rossa giapponese", scrive Géraldine Schwarz. Ce n'è per tutti: per i nonni, i padri, e anche per noi stessi.