Riprendiamo oggi 01/11/2019 alcuni servizi sulla mozione presentata dalla senatrice Liliana Segre approvata dal Parlamento italiano. Dal FOGLIO, a pag.1 di Salvatore Merlo, dalla STAMPA a pag.1 di Mattia Feltri e a pag.10 l'intervista di Paolo Colonnello a Liliana Segre. Dal GIORNALE a pag.3 una dichiarazione di Fiamma Nirentein.
Il Foglio-Salvatore Merlo:"La destra sorda e muta nella trappola Segre"
Condividiamo gran parte del commento di Salvatore Merlo, che ha rivelato la reale funzione delle commissioni parlamentari, la stessa analisi di IC nell'edizione di ieri. La buona fede di Liliana Segre è fuori discussione, come lo è l'ignoranza degli astenuti. Su questi temi, non solo antisemitismo, ma anche odio verso Israele, i negazionisti della Shoah, le varie minoranze sessuali, l'ignoranza vincerà sempre. Solo una buona legge, che contenga una sanzione, obbligherà a informarsi su un comportamento che finora non è mai stato giudicato 'reato'. La libertà di opinione/pensiero non c'entra nulla quando produce violenza, repressione e,spesso, anche morte. Se la commissione guidata da Liliana Segre produrrà una legge 'seria' - cioè applicabile- allora ci sarà un vero cambiamento. Altrimenti saranno le solite buone intenzioni che la politica produce da sempre.
Salvatore Merlo
Alla fine non solo Silvio Berlusconi ma anche Giorgia Meloni, pur in ritardo, si è accorta che qualcosa non andava, che quei musi duri in Senato e quei mancati applausi dei parlamentari della destra a Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e monito vivente a una tragedia dell’umanità, un po’ travalicavano il legittimo dissenso politico nei confronti della sua proposta di istituire una commissione parlamentare dai compiti tanto vasti quanto evanescenti per finire invece con l’intrecciarsi diabolicamente, e al di là delle intenzioni, agli insulti e alle stupidaggini del web, alle insensatezze e alle volgarità razziste. “Alla senatrice Segre voglio rinnovare la mia stima. Ma noi siamo contrari all’eccesso di legislazione sui reati di opinione”, ha detto Berlusconi ieri pomeriggio. E Giorgia Meloni: “E’ stato un errore politico della sinistra utilizzare l’idea della commissione per dare vita a uno strumento di censura di idee che loro non condividono quali la difesa dell’identità nazionale e della famiglia naturale. Siamo pronti a rivotare per la commissione, se ci saranno modifiche”. Tutto questo mentre Matteo Salvini invece si perdeva in indistinguibili e disarticolati bofonchiamenti. E insomma per oltre ventiquattro ore, da mercoledì pomeriggio quasi fino alle 20 di ieri sera, quando cioè sono arrivate le parole di Meloni e di Berlusconi, la destra si era consegnata spensieratamente (e forse consapevolmente?) alla trappola dell’equivoco, alla tagliola che sui social ha fatto presto, cavalcata dalla sinistra, ad additare l’intera destra italiana che non votava a favore della commissione Segre come antisemita, razzista e praticamente fascista, se non peggio, quasi nazista. La formula “fascisti”, d’altra parte, fa parte di un povero armamentario buono a fronteggiare qualsiasi evenienza, è storia vecchia. Quando forse il problema è invece che questa è una destra sempre più incapace di sfumature, inadatta alla politica intesa come dialettica, conflitto di idee che vanno sapute maneggiare. E’ infatti incredibile che nessuno dei leader della destra in Parlamento tra mercoledì e giovedì abbia saputo spiegare in italiano, e secondo logica – se non ricorrendo a improbabili e scipiti princìpi di libertà o alla surreale difesa della patria e della famiglia – le buone ragioni, che pure esistono, per le quali una commissione parlamentare che si proponga niente meno che la lotta a “intolleranza” e “razzismo”, “anti - semitismo” e “istigazione all’odio”, “cyber - bullismo” e “molestie”, “etnocentrismo” e “antislamismo”, risulti talmente vaga e gigantesca, piena di densi e inafferrabili risvolti persino filosofici – cos’è l’odio? – dal - l’apparire non soltanto moralmente ricattatoria ma probabilmente anche inefficace. Inutile, come sono (e sono state) purtroppo inutili la quasi totalità delle commissioni parlamentari speciali e d’inchiesta dall’ini - zio della Repubblica a oggi. Com’è noto infatti, le mille commissioni sui mille misteri italiani irrisolti hanno ingarbugliato ancora di più vicende già di per sé nebulose, dal rapimento Moro fino alla strage di Ustica. Mentre le commissioni parlamentari più recenti, come la mitologica Commissione banche, quelle cioè affidate all’attuale classe politica, sono state il miserabile teatro off-Broadway della nostra perenne e molesta campagna elettorale, strumenti buoni al massimo per Instagram e Rocco Casalino. Le definizioni più oscure, vaste, onnicomprensive, sono le migliori. Sembrano estremamente profonde, e molti credono di vedervi cose meravigliose, che non esistono se non nella loro immaginazione. D’altra parte, Fruttero & Lucentini, maestri di cinica morale, dicevano che “se ti vengono a chiedere anche un solo pelo della tua barba per salvare l’umanità non darlo”, precetto che, aggiungevano i due scrittori, lo stolto giudicherà biecamente egoistico, ma che invita innanzitutto a diffidare d’ogni appello e d’ogni richiesta di coinvolgimento in faccende di equivoca, generica vastità, incontrollabili dal singolo. Le nobili intenzioni sono piene di trabocchetti in cui può cadere chiunque. E tutti sanno o dovrebbero sapere che i buoni sentimenti pavimentano la via della perdizione. “Antisemitismo” e “cyberbullismo” non sono la stessa cosa, come il “nazionalismo” non è una “molestia” ma una perversione illiberale. Mischiarli degrada forse l’una e l’altra lotta di civiltà, così come la sinistra che utilizza Liliana Segre per costruire una trappola contro i rozzi leader della destra non compie un gesto di rispetto per la storia di Liliana Segre, ma fa esattamente l’opposto. Un’im - perdonabile banalizzazione che riporta tutto alla sua sconfortante misura: la campagna elettorale.
La Stampa-Mattia Feltri:" Like di Stato"
Mattia Feltri
Il 5 giugno 2018, giorno della fiducia al governo gialloverde, la reduce di Auschwitz e senatrice a vita Liliana Segre prese parola in aula per augurarsi che nessuna minoranza fosse discriminata. Tutti si alzarono ad applaudire, tutti tranne i leghisti. E’ successo ancora mercoledì, all’istituzione della Commissione parlamentare contro il linguaggio d’odio, l’intolleranza e il razzismo, e di nuovo tutti in piedi, tranne i leghisti, e la recidiva autorizza a pensare il peggio. Dopodiché va detto, la commissione poggia su un presupposto sbrigativo e scellerato: il contrasto, cioè l’oscuramento, delle opinioni più repellenti, sebbene «non perseguibili sul piano penale». E come? Sollecitando i gestori dei social a impedirle. E ieri, se vi chiedete come andrà a finire, Facebook ha chiuso la pagina del Primato Nazionale, rivista di estrema destra di cui non condivido nemmeno la sintassi, e tuttavia autorizzata da un tribunale italiano. Quindi quello che vale per la legge non vale per Facebook, e potenzialmente nemmeno per la commissione. E’ possibile, perché Facebook è un luogo privato, come il circolo della canasta, ma ci si chiede se un social con oltre due miliardi di iscritti, su cui ogni partito conduce la sua vita politica, non sia invece un luogo pubblico e come tale vada regolamentato. I rilevamenti danno in crescita razzismo e antisemitismo, il problema c’è, ed è enorme, ma non lo si risolve in un quarto d’ora, sullo slancio di una emozione, e cioè chiedendo a un privato di vietare quello che il Parlamento vietare non può, per un non trascurabile impedimento: la Costituzione
La Stampa-Paolo Colonnello:"La commissione contro l'odio rafforza la nostra democrazia"
Paolo Colonnello
Ieri Giorgia Meloni ha proposto di modificare la mozione di Liliana Segre per raccogliere un voto unanime di tutta l’Aula. Ma lei, la senatrice a vita, è ancora sbalordita per quanto successo l’altra sera con l’astensione di tutto il centrodestra sulla commissione contro l’odio da lei fortissimamente voluta. È stato come se una parte del Paese non volesse prendere posizione contro gli odiatori.
È così senatrice?
«Io credo che sia stata una specie di parola d’ordine alla quale tutto il gruppo di destra ha deciso di adeguarsi, astenendosi. Personalmente tanti di loro magari non si sarebbero astenuti e sono venuti a manifestarmelo.Incredibile».
Non le è sembrato ipocrita l’applauso anche di chi ha seguito gli ordini di partito anziché la propria coscienza?
«Chele devo dire? Ognuno fa i conti con sé stesso alla fine. È stato un po’ un controsenso e si è dimostrato che non c’è stata una libera scelta…»
Ha visto Mara Carfagna? Almeno si è indignata.
«Be’,è naturale:Forza Italia ormai è un piccolo partito ma io lo vedevo diverso dai suoi alleati e in questo senso la Carfagna ha ragione. Infatti, tra loro, quando poi la mozione è passata, molti, ma davvero tanti, si sono alzati ad applaudire. Sa, per me è un mondo e un modo di fare incomprensibile e così in tarda età non riesco proprio a capire. Mi sembrava che una mozione contro l’odio dovesse essere condivisa da tutti».
Salvini ha detto che non voleva bavagli da stato di polizia. Ma la sua commissione ha in mente di imbavagliare qualcuno?
«Prima di tutto la commissione è stata approvata ma ancora non c’è. E vi faranno parte tutti quelli che vogliono, di ogni partito.Si potrà discutere volta per volta di queste cose. Ieri l’ho spiegato: sono stata prestata in tarda età alla politica e ho fatto un discorso etico e morale contro l’odio»
Non tutti l’hanno inteso così, evidentemente
. «Ma basta! Io non li capisco neanche certi distinguo. Cosa c’è da distinguere sull’odio? È stata una giornata strana,tutti questi dettagli, questo cavillare,quest icapigruppo che venivano a spiegare perché non la votavano e che però mi erano solidali,io non li capivo».
Troppo politichese?
«Ma no è perché io sono diversa: si parla di una commissione contro l’odio.Per me è sufficiente, cosa bisogna dire di più? Non vi basta quello che sta succedendo? È l’idea che parte da una che l’odio non solo l’ha visto nei fatti tragici da ragazzina, ma ancora adesso è bersagliata dall’odio. Non è che un’anziana come me deve dover star lì a sottilizzare».
Ma cos’è l’odio?
«È quando non c’è tolleranza gli uni verso gli altri,quando si discrimina, quando ci si scaglia contro qualcuno che non può difendersi. Comunque i dettagli poi li vedremo. Vede, io sono molto ingenua:pensavo che avrebbero fatto tutti una gran bella figura ad accettare all’unanimità una mozione contro l’odio. Se tutti avessero votato insieme, senza discriminare ogni parola,avremmo fatto una figura migliore come Senato,come Paese».
Secondo il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari, la sua non è una commissione contro l’antisemitismo ma volta alla censura politica.
«L’ho letto. Figuriamoci. Uno mi ha detto perfino che questa commissione potrebbe essere contro la famiglia. A me, che sto con mio marito da oltre 60 anni.Mi vien da ridere».
Lei è stata deportata a 13 anni, poi quando è tornata dal campo di stermino ha dovuto subire anni di indifferenza e ora che finalmente è riuscita a dare visibilità alla tragedia della Shoah è oggetto quotidiano di insulti. Ma come si fa a sopravvivere a un odio che dura per anni?
«Vede, intanto la speranza, che non è solo oggi ma è mia da allora, è nata dal momento che a 18 anni ho incontrato l’uomo che poi ho sposato.Perché l’antitesi dell’odio è l’amore: essere stata amata è stata una grande medicina e per anni mi sono rinchiusa nel bozzolo della mia nuova famiglia e non mi sono preoccupata affatto di quello che accadeva. Quando trent’anni fa sono diventata nonna ho sentito l’esigenza di fare testimonianza. Ho girato l ’Italia ho incontrato almeno 2-300mila persone».
Più di 200 messaggi di odio al giorno e non sentirli. Il segreto?
«Pensi che nemmeno lo sapevo, l’ho appreso anch’io dai giornali. Forse basta non frequentare la Rete: mi dispiace per gli odiatori che non hanno di meglio da fare...». Cosa pensa della proposta di Renzi di obbligare chi vuole aprire un profilo social a mostrare la carta d’identità?
«Nascondersi dietro l’anonimato è uno scudo furbo e bisogna evitare che accada,puòessere un’idea. Ma a me interessa il progetto principale: fare la commissione e fare in modo che non sia un bavaglio alla libertà ma una sconfitta per gli odiatori che devono venire additati,puniti,censurati».
Oltre 3000 fascisti davanti alla tomba di Mussolini; in Turingia, Germania, un partito filonazista ha vinto le elezioni. Molti apertamente inneggiano al duce o ne giustificano le gesta. Che ne pensa?
«Purtroppo non c’è niente di nuovo: man mano che la democrazia si fa più fragile ritornano in evidenza queste teorieei loro sostenitoriche ci sono sempre stati solo che prima non erano così spavaldi. Credo che l’unico modo per combattere questo ritorno di fascismo sia curare la democrazia, farne un bene personale. E non avere paura ».
Il Giornale riporta a pag.3 con il titolo " Ma l'antisemitismo esiste" la dichiarazione di Fiamma Nirenstein, evidentemente parte di un commento più approfondito che IC pubblicherà interamente.
"Avrei votato la mozione Segre. Perchè identifica un gigantesco problema esistente: l'antisemitismo è cresciuto in Europa. L'avrei votata anche per affetto e rispetto di Liliana Segre"
Pubblichiamo in altra pagina di IC 'il commento integrale uscito su Facebook
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La Stampa:011/65681
Il Giornale:02/85661
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