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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
31.10.2019 Mozione Segre approvata. Va bene, ma serve di più: l'odio è un reato
Cronaca di Flavia Amabile, editoriale del Foglio

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Flavia Amabile
Titolo: «Il Senato dice sì alla commissione Segre. Polemiche per l'astensione del centrodestra - La mozione Segre va bene (con un però)»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/10/2019, a pag. 9 con il titolo "Il Senato dice sì alla commissione Segre. Polemiche per l'astensione del centrodestra", la cronaca di Flavia Amabile; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "La mozione Segre va bene (con un però)".

A destra: Liliana Segre in Senato

La mozione approvata ieri in Senato propone la costituzione di una commissione che è chiamata a vigilare sui fenomeni di “intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base dell’etnia, della religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche”. Meglio che niente, anche se servirebbe ben di più per arginare la diffusione di odio online: l'odio dovrebbe essere valutato come un reato. Conosciamo bene la fine che fanno le Commissioni parlamentari, molte buone intenzioni, ci credono soltanto coloro che non conoscono  dall'interno come funziona il Parlamento.Altro pericolo, considerare 'opinioni' veri e propri incitamenti alla violenza.
 Un grave errore, comunque,da parte dei partiti di centrodestra, l'astensione al momento del voto.

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Flavia Amabile: "Il Senato dice sì alla commissione Segre. Polemiche per l'astensione del centrodestra"

Risultati immagini per odio social

Sono 98 tra senatori e senatrici ad aver scelto di non schierarsi contro l'odio, scegliendo l'astensione. E' una cifra elevata, uno su tre di chi è stato eletto a palazzo Madama. E alla fine la mozione Segre per istituire una Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell'intolleranza, dell'antisemitismo e dell'istigazione all'odio e alla violenza viene approvata con 151 voti favorevoli, nessun contrario e 98 astensioni. Per la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, «il Senato ha oggi dato un importante segnale a tutta la società italiana». Quindi ringrazia «tutti coloro che, da diverse posizioni politiche, l'hanno sostenuta e la sosterranno in questa sfida. Chi oggi si è astenuto non è esentato dal dovere di partecipare a questo impegno». Ma le 98 astensioni sono ingombranti e gettano un'ombra su un voto su cui ci si aspettava maggiore compattezza. «Speravo che sull'odio in generale il Senato sarebbe stato festante e avrebbe trovato una sintonia generale», ha ammesso con amarezza Liliana Segre. La sua proposta non aveva connotazioni politiche, arrivava da una persona sopravvissuta ai lager nazisti e ancora oggi vittima ogni giorno in media di 200 messaggi d'odio. Ieri pomeriggio Liliana Segre è stata ricevuta al ministero dell'Interno dalla ministra Luciana Lamorgese per sottolineare il sostegno del governo alla battaglia della senatrice a vita. A aver deciso di astenersi, invece, sono senatrici e senatori di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. La spiegazione data da Matteo Salvini, leader della Lega è questa: «Siamo contro razzismo, violenza, odio e antisemitismo senza se e senza ma. Tuttavia non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto ovvero il "prima gli italiani". Siamo al fianco di chi vuole combattere pacificamente idee fuori dal mondo, però non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell». Il senatore di Fratelli d'Italia Giovanbattista Fazzolari ha invece spiegato che «purtroppo la mozione Segre è in realtà la mozione Boldrini». I più disorientati sono una parte dei parlamentari di Forza Italia, a cominciare da Mara Carfagna che ha preso le distanze dal partito di Silvio Berlusconi, «la mia Forza Italia avrebbe votato a favore». E certo,l'ex ministra non è "isolata" nel partito azzurro. Tant'è, che a metà sera ben otto parlamentari con una nota si affannano a chiarire che, «al Senato abbiamo perso un'occasione, con il nostro voto di astensione per ribadire la nostra vocazione autenticamente liberale, che ci consente di coniugare, la difesa della libertà di espressione con i limiti che doverosamente la legge prevede per l'incitamento all'odio, alle discriminazioni razziali, religiose e di genere. Siamo e rimaniamo contrari ai reati di opinione, ma allo stesso tempo siamo preoccupati per il linguaggio d'odio che spesso abita la società e i social media, dove sono i giovani e giovanissimi a trovarsi di fronte a quello che rischia sempre di più di diventare la normalità. Su un tema del genere era forse più saggio non rappresentare un Parlamento diviso in schieramenti politici contrapposti». E già, perché come afferma e commenta il deputato del Pd Emanuele Fiano: «Da stasera Forza Italia si è trasformato in un partito estremista e il centrodestra è un fronte a guida totalmente sovranista. Uno scenario drammatico».

IL FOGLIO: "La mozione Segre va bene (con un però)"

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Il Senato ha approvato ieri una mozione che propone la costituzione di una commissione che è chiamata a vigilare sui fenomeni di “intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base dell’etnia, della religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche”. Serve una commissione per contrastare questa deriva culturale? Il principio liberale insegna che le opinioni sbagliate, comprese quelle aberranti, si combattono con le idee. Per questo la legislazione che vieta il negazionismo dello sterminio razziale nazista non entusiasma neppure chi considera intollerabile la campagna, alimentata anche da paesi in cui prevale un islamismo autoritario, che vuole cancellare la memoria e la consapevolezza dell’Olocausto. Lo stesso vale per tutte le opinioni discriminatorie e irrispettose delle identità diverse, individuali o collettive. Si può applicare anche a queste il principio per cui si può disprezzare un’opinione e contemporaneamente battersi perché ci sia la libertà di esprimerla? Bisogna operare una distinzione non sempre facile tra l’espressione di un’opinio - ne e l’istigazione all’odio e alla discriminazione, che non è solo l’affermazione di un’idea ma il tentativo di imporla con forme di violenza verbale o comunicativa. Non è semplice stabilire il confine tra queste due modalità, non lo è dal punto di vista concettuale, ancora meno su quello giuridico o legislativo, che è poi quello in cui ha senso un’azione parlamentare. Le obiezioni del centrodestra a questa mozione, sulla quale alla fine si è espresso con l’astensione, anche se argomentate con una difesa della libertà di espressione, paiono ambigue sull’esigenza di accentuare l’attenzione su un fenomeno odioso che va contrastato in nome del principio altrettanto valido della eguale dignità di tutte le persone. Questo appello a non sottovalutare la pericolosità di comportamenti discriminatori dovrebbe essere sottoscritto da tutti, mentre è del tutto lecito discutere sulle forme più opportune per contrastarli.

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