Si vede un triste pellegrinaggio nei cimiteri ebraici della Striscia di Gaza.
Madri, padri, figli, parenti, tutti vanno a recitare le benedizioni sulle tombe dei loro cari, li salutano, piangono, gli raccontano del loro dolore e della loro rabbia per essere costretti ad andarsene dalle loro case, dalla loro vita.
Molte delle tombe appartengono a vittime del terrorismo palestinese e possiamo immaginare i sentimenti delle famiglie che oltre ad essere state colpite nei loro affetti piu' cari , adesso si vedono scacciati per consegnare la terra che hanno amato e lavorato agli assassini dei loro amati.
Come si puo' pretendere che non siano disperati e pieni di rabbia?
Cosa possiamo chiedere ancora a questi ebrei che hanno lavorato, sudando sangue, sempre sotto il fuoco nemico, per creare un paradiso da quella che gli arabi chiamavano "terra maledetta".
Lasciano le case, le serre che rifornivano il mondo intero di fiori bellissimi e di verdure biologiche, le stalle ad alta tecnologia, gli allevamenti di cavalli, le scuole, e i cimiteri dove recitano l'ultimo kaddish per i loro morti e lo recitano piangendo sconsolatamente come avevano pianto disperatamente al momento dei funerali.
In una tomba riposa una mamma uccisa da un terrorista, morta sul colpo, poi il terrorista si e' avvicinato alla macchina, ha visto che sul sedile posteriore c'erano quattro bambine piangenti e le ha uccise, una a una, a bruciapelo.
Ormai tutto e' incominciato. La fine e' arrivata.
Ieri sera 150.000 persone hanno manifestato a Kikar Rabin a Tel Aviv, la grande piazza era tutta color arancione. Centocinquantamila persone tristi, sconsolate e disperate che ascoltavano quelli che parlavano sul palco.
Lacrime e nastri arancione.
Lacrime e cartelli: "Soldati, noi vi vogliamo bene - Soldati , siete i nostri fratelli, i nostri figli - Siamo un popolo unico e unito".
Una parte del popolo arancione era la' ieri sera.
Una parte del popolo azzurro era a casa e piangeva per i fratelli esiliati.
Una parte del mondo esulta e non capisce. Come sempre.
Ormai tutto e incominciato, inesorabilmente e con tanto dolore.
Il Paradiso di Gush Katif ritornera' ad essere "terra maledetta".