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Deborah Fait
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Per la bellezza di Israele 14-5-2005
L'adrenalina ormai e' scesa a livelli normali.

In una sola settimana siamo passati attraverso Yom HaShoa', le sirene e lo strazio.

Yom Hazikaron, il ricordo dei nostri caduti, le sirene , i cimiteri, le lacrime di figli , genitori, amici, fratelli, di un popolo intero.

Infine, scoppiettante di fuochi d'artificio, ecco Yom Haazmaut, la Festa dell'Indipendenza, balli e canti mentre ci asciugavamo le lacrime.

Una rosa e un sasso sulla tomba di Theodor Herzl e le dodici torce, una per ogni tribu' di Israele, accese da dodici israeliani, alcuni ebrei altri no.

Quest'anno una delle torce e' stata accesa da Azzam Azzam, il druso israeliano tenuto prigioniero per otto anni in Egittto, accusato di spionaggio.

"Per me questo e' come un sogno" ha risposto a chi gli chiedeva cosa provava per essere stato uno dei dodici prescelti. Gli tremavano la voce e le mani mentre pronunciava quasi gridando le parole tratte dalle Lamentazioni:



"Le Tif'eret Medinat Israel".

Per la Bellezza di Israele.



E un applauso boato del pubblico presente ha benedetto la sua emozione tra uno sventolio di bandierine biancoazzurre.

Una delle torce e' stata accesa anche da Nadia Cohen, vedova di Eli Cohen, l'agente del Mossad impiccato in piazza a Damasco nel 1965, il cui corpo non e' mai stato restituito per avere degna sepoltura in Israele.



Le Tif'eret Medinat Israel.

Per la Bellezza di Israele.



In questi giorni e' stato scritto molto su Israele, i suoi successi e le sue disgrazie.

Israele che ha il maggior numero di laureati al mondo, Israele che e' il secondo paese al mondo nella pubblicazione di libri, Israele che ha una delle piu' alte tecnologie del mondo, Israele che ha saputo riunire nella Terra degli avi un Popolo arrivato da ogni dove, con piu' di 80 lingue diverse. Milioni di persone, accolte e inserite, ognuno con le proprie esigenze e i propri problemi, molti sionisti e innamorati del paese , altri arrivati con motivazioni meno nobili.

Israele che da palude e sabbia e' diventato in 57 anni un meraviglioso giardino.

Israele che ha saputo vincere 5 guerre contro gli eserciti arabi uniti per annientarlo e che ha saputo uscire senza impazzire dall'ultima guerra , quella del Terrore, scatenata da Arafat.

Israele infine che deve superare lo stress dell'accerchiamento non solo da parte degli arabi ma del resto del mondo sempre pronto a sputare addosso a questo Paese, a demonizzarlo e a discriminarlo come sta accadendo in Europa.

Gli europei che non erano riusciti ad accettare quella ricchezza culturale che era il popolo ebraico tanto da tentare di cancellarlo interamente e di "ripulire" il continente della sua presenza, allo stesso modo non accettano Israele, lo diffamano, lo coprono di insulti, lo scacciano dalle Universita' e firmano proclami nazisti per impedire che rappresentanti dell'odiato Paese entrino nei loro Atenei.

Pare che l'Europa, culla di cultura e immenso cimitero di un Popolo bruciato, non riesca a liberarsi da se stessa e dal germe dell'odio che la tormenta. Odio atavico che ha avuto un percorso schizofrenico passando dall'ammirazione per l'ebreo colto del MedioEvo al desiderio di distruggere il popolo da cui nasceva.

Un odio antichissimo passato dalle forche e dai roghi, ai forni crematori e che oggi ancora fa quello che puo' esaltandosi nella diffamazione, nella discriminazione e beandosi con proclami antisemiti e col rifiuto di riconoscere Israele come legittima Patria dei sopravvissuti al suo delirio.



Molti anni fa, durante uno dei miei viaggi in Israele prima di fare l'alya', ho assistito a una conferenza tenuta all'aperto sul Mar Morto da una persona che per tutta la sua vita si era occupata dello sviluppo della zona.

Era un piccolo grande uomo venuto da lontano, da quell'Europa che aveva sterminato tutta la sua famiglia.

"Israele non ha niente, diceva a un pubblico colle lacrime agli occhi, non ha petrolio, non ha acqua, non ha miniere, non ha gas. Qui non c'era altro che sabbia e ora ci sono coltivazioni a perdita d'occhio, appena arrivati vivevamo nelle tende e oggi abbiamo i grattacieli, dissodavamo la terra colle mani e oggi siamo il Paese dell'Hi Teck.

Israele ha solo una cosa: il cervello degli israeliani."



Aveva ragione e con quel cervello unito all'amore per la loro Terra gli israeliani hanno creato il loro capolavoro!



Le Tif'eret medinat Israel.

Per la Bellezza di Israele.

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