Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/10/2019, a pag.16, con il titolo "Patto con la Cina per censurare il dissenso su Internet" la cronaca di Giuseppe Agliastro.
I dittatori si capiscono benissimo e fanno accordi tra loro. E' quanto succede tra Putin e Xi Jinping, autocrati rispettivamente in Russia e in Cina, che si sono accordati per censurare il dissenso su Internet. Continua a stringersi la morsa della repressione a Mosca e a Pechino. InTurchia Erdogan ha già provveduto
Ecco l'articolo:
Giuseppe Agliastro Putin nuovo Zar?
L'asse Mosca-Pechino si rafforza in ogni settore, probabilmente anche in quello della censura e della repressione del dissenso. Russia e Cina si preparano infatti a firmare un accordo bilaterale volto a «contrastare la diffusione di informazioni proibite»: l'obiettivo è prima di tutto il web, già sottoposto a stretti controlli da parte delle autorità dei due Paesi. Roskomnadzor, l'ente statale russo che vigila sulle comunicazioni, ha annunciato che la nuova intesa sarà siglata il 20 ottobre in occasione della VI Conferenza mondiale su Internet di Wuzhen. La Cina di Xi Jinping monitora e censura il web arrestando chiunque diffonda punti di vista sgraditi al governo. La Russia di Putin pare da tempo intenzionata a seguirne le orme sulla strada delle violazioni della libertà di espressione. Mosca guarda con sempre maggiore attenzione a Pechino da quando, nel 2014, la crisi ucraina ha deteriorato i rapporti tra Russia e Occidente. La cooperazione tra Russia e Cina è sempre più solida sia in politica sia in economia e non sorprende quindi che i funzionari della russa Roskomnadzor siano in stretto contatto con quelli dell'Amministrazione cinese del cyberspazio.
Xi Jinping con Putin
L'ultimo baluardo In Russia la tv è saldamente nelle mani del Cremlino e il web è uno degli ultimi baluardi del dissenso: l'unico mezzo di cui possono servirsi gli oppositori come Aleksey Navalny per criticare il governo e denunciarne i soprusi. In questi anni, Mosca ha però introdotto una serie di provvedimenti che hanno messo in allarme i difensori dei diritti umani: soprattutto alla luce delle condanne inflitte a chi sui social media si è permesso di esprimere opinioni in contrasto con la linea politica di Putin, magari criticando l'annessione della Crimea o l'intervento russo in Siria. Uno degli ultimi giri di vite riguarda il lancio di un web russo autonomo, capace in teoria di funzionare anche se isolato dalla rete mondiale. Le autorità sostengono che si tratti di uno strumento di sicurezza, di una sorta di scudo in caso di cyberguerra. Ma molti analisti temono che sia un espediente per creare una potenziale nuova "cortina di ferro" elettronica. Al Cremlino però non basta: alcuni deputati hanno infatti presentato un nuovo progetto di legge per bloccare entro 24 ore e-mail e utenti che pubblicano "contenuti vietati". Una mossa inedita per la Russia, accusata di servirsi anche di falsi account internet per diffondere disinformazione e destabilizzare i Paesi occidentali.
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