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Deborah Fait
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I miei pensieri stasera al seder di Pesah 23-4-05
Sui muri delle citta' israeliane, man mano che ci si avvicina alla data fatidica, si vedono ormai molti poster sul disimpegno da Gaza. Di fronte a casa mia ce n'e' uno che fa "Ebrei non deportano ebrei", in altri si vede la fotografia di una famiglia spaventata davanti alla porta di casa sua e di fronte a loro un soldato che dice "No, Capitano, non io".

Decine di psicologi sono gia' a Gush Katif, vanno nelle famiglie per parlare, ascoltare, spiegare, consolare, vanno nelle scuole per ascoltare i ragazzi, i bambini ebrei , per spiegare il motivo di questa tragedia necessaria per ottenere un po' di sicurezza non solo per il Paese ma anche per loro che si sono visti piovere sulla testa piu' di 5000 missili.

Parlano gli psicologi e migliaia di occhi disperati li guardano e migliaia di orecchie ascoltano le loro parole ma migliaia di bocche chiedono "perche'?"

Perche' ancora e sempre degli ebrei devono essere portati via da qualche parte e nessuno se ne scandalizza?

Giorni fa hanno suonato alla porta di casa mia, sono andata ad aprire e mi sono trovata davanti una signora, una religiosa col cappellino con dei fiori blu in testa, era di Gush Katif e andava di casa in casa per offrire qualcosa. L'ho fatta entrare, ci siamo sedute e abbiamo chiacchierato. Mi ha raccontato della sua famiglia, dei suoi quattro bambini che ogni notte bagnano il letto per la tensione, della figlia piu' grande che non mangia piu' e chiede come faranno a trasportare la tomba del fratello maggiore ucciso dai palestinesi. Hadas, cosi' si chiamava quella signora, ha voluto darmi una busta di prezzemolo di Gush Katif, prezzemolo biologico e kasher come tutto quello che viene coltivato nelle loro immense serre, coltivazioni di verdure esportate in tutto il mondo perche' di prima qualita' e assolutamente prive di insetti.

Mi ha dato anche un libro e un dischetto per il computer con tutta la storia del suo kibbuz. Non ha chiesto niente in cambio "Quello che voglio e' che tutti sappiano cosa abbiamo fatto e quanto abbiamo lavorato per tutta Israele, che tutti ricordino il Gush come e' adesso, un paradiso. "

"Cosa posso fare io per voi?" le ho chiesto e lei , con una tristezza che le usciva dagli occhi, dalla pelle, dalle mani, mi ha abbracciata stretta e mi ha detto "prega per noi".

Se ne e' andata tranquilla come era venuta, silenziosa e dignitosa colle sue gonne lunghe e il suo cappellino con dei fiori blu in testa.

E io non sono nemmeno riuscita a dirle shalom, buona fortuna, andra' tutto bene, le frasi che sono un leit-motiv in Israele: "hakol ihie' beseder, tutto andra' bene".

Piangevo.

Mentre in Israele si sente quest'atmosfera di tragedia che restera' come una ferita nel cuore di ogni israeliano, mentre i bambini del Gush Katif si fanno la pipi' addosso per la paura e mentre gli adolescenti diventano anoressici o si ribellano con violenza, il tutto nel tentativo di cercare un po' di pace con i palestinesi, tanto razzisti da non accettare nemmeno un ebreo su quello che forse un giorno diventera' Palestina.

Mentre qui si continua a soffrire dopo i 4 anni di incubo scatenato da Arafat e dalla sua cricca di criminali, in Italia ci sono degli ossessi che per l'ennesima volta impediscono a un israeliano di parlare all'Universita.

Questa volta e' toccato a Torino, prima era accaduto a Pisa e a Firenze e a Bologna, dove un diplomatico israeliano Elazar Choen e la docente di Geografia culturale Daniela Santus che lo aveva invitato a parlare sono stati minacciati dagli autonomi di estrema sinistra , dai figli di Hitler e Stalin, da ossessi dell'odio che alla fine sono arrivati a lanciare razzi contro la docente.

Questi "studenti" che all'Universita' in genere parcheggiano le loro chiappe per lo piu' mantenuti da papa', escono dal letargo culturale che li contraddistingue per trasformarsi in quello che in realta' sono: teppisti antisemiti, come quelli che sotto il fascismo costringevano gli ebrei a bere olio di ricino o come quelli che in URSS piombavano nei quartieri ebraici per ammazzare, stuprare, rubare.

Pidocchi dell'umanita'.

Non sono soli pero', pare che il mondo sia pieno di pidocchi. In Inghilterra l' Association of University Teachers, cioe' i signori Accademici hanno votato il boicottaggio delle Universita' israeliane.

Il motivo ufficiale? la scarsa critica al Governo Sharon.

Il motivo ufficioso? L'odio senza confini che questi Accademici Pidocchi provano per Israele e per gli ebrei. E' dal 2002 che gli inglesi boicottano Israele e continuano in allegria.

In America invece le organizzazioni filopalestinesi, oltre alle solite manifestazioni di odio, oltre alle solite richieste di distruzione di Israele, hanno chiesto e preteso che la Caterpillar non vendesse piu' i suo bulldozer a Israele.

La Societa', dopo un veloce consulto, li ha mandati giustamente a quel paese.

In molte universita' americane, anzi amerikane, gli studenti ebrei temono ogni giorno per la propria incolumita' perche' i pidocchi studenti, affiancati dai pidocchi docenti, diventano di giorno in giorno piu' violenti in nome del pacifismo che per loro e' amore per chi assassina gli ebrei, kamikaze e compagni, anzi kompagni.



"Prega per noi", mi ha detto Hadas abbracciandomi.



Questa sera, mentre leggero', insieme alla mia famiglia, la haggada' di Pesach, la storia del popolo ebraico liberato dalla schiavitu' del faraone, preghero' per loro ma nessuna remora mi impedira' di maledire tutti i pidocchi dell'umanita', da Torino all'Inghilterra, da Firenze alla Columbia University.

Si credo proprio che malediro' con tutto il cuore questi figli di Hitler e Stalin, con tutto il cuore e con tutto il mio disprezzo.

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