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Italia Oggi Rassegna Stampa
08.10.2019 Cittadinanza ai discendenti degli ebrei sefarditi cacciati nel 1492: possibile ma difficile
Commento di Maicol Mercuriali

Testata: Italia Oggi
Data: 08 ottobre 2019
Pagina: 14
Autore: Maicol Mercuriali
Titolo: «Spagna, cittadinanza ai discendenti dei sefarditi espulsi nel Medioevo»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 08/10/2019, a pag.14, con il titolo "Spagna, cittadinanza ai discendenti dei sefarditi espulsi nel Medioevo", la cronaca di Maicol Mercuriali.

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Maicol Mercuriali
I cittadini spagnoli potrebbero crescere di 127mila unità in un sol botto. A tanto ammontano le domande di naturalizzazione degli ebrei sefarditi che vivono al di fuori della Spagna e che hanno richiesto la cittadinanza spagnola dopo la legge approvata nel 2015 per espiare l'espulsione di massa avvenuta in epoca medievale. La maggior parte delle domande, ha reso noto il ministero della giustizia, proviene dall'America Latina: solo dal Messico sono pervenute 20 mila richieste e a seguire ci sono Venezuela e Colombia. La scadenza per presentare la domanda di cittadinanza spagnola scadeva il 30 settembre e il mese scorso sono stati ben 67mila le richieste presentate. Il ministero della giustizia non ha rivelato quante domande siano state finora approvate o quanti ebrei sefarditi abbiano effettivamente ricevuto la cittadinanza.

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Le direzioni dell'esodo degli ebrei dalla Spagna nel 1492 e negli anni successivi

Tutto nasce dal decreto dell'Alhambra (o editto di Granada) risalente al 1492, quando i re cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona, dopo aver sconfitto i mori musulmani costrinsero gli ebrei a convertirsi o a lasciare il paese: la diaspora sefardita. Gli storici ritengono che al tempo gli ebrei in Spagna fossero circa 200 mila e dopo la loro espulsione si stabilirono principalmente nel Nord Africa, nei Balcani, in Turchia e poi in America Latina. Ad oggi i discendenti di questi ebrei sefarditi potrebbero essere circa due milioni nel mondo. Chi vuole la cittadinanza spagnola deve dimostrare le proprio origini sefardite e non è stato sempre facile. Come ha raccontato l'Agenzia France Presse molte persone hanno sfruttato gli archivi della chiesa per rintracciare gli antenati: nei registri dell'Inquisizione, per esempio, venivano indicati coloro che erano stati puniti per praticare riti ebraici. Inoltre, per ottenere la cittadinanza si deve dimostrare, oltre alla conoscenza dello spagnolo, anche quella della Costituzione e della cultura iberica. Conoscenze certificate dal superamento di un test, che pub essere affrontato anche in giudeo spagnolo, una variante dello spagnolo medievale. Come ha sottolineato la Bbc, i richiedenti la nazionalità spagnola hanno il diritto di mantenere anche la loro nazionalità attuale, sebbene in Spagna non sia consentita la doppia cittadinanza. Prima della legge del 2015 gli ebrei sefarditi potevano diventare spagnoli a tutti gli effetti solo dopo due anni di residenza in Spagna o attraverso un provvedimento governativo speciale, tanto che in molti hanno dovuto rinunciare alla loro nazionalità di origine per diventare spagnoli. I discendenti degli ebrei espulsi, invece, grazie alla legge del 2015 possono ottenere la cittadinanza anche senza trasferirsi stabilmente in Spagna, tanto che la cerimonia di naturalizzazione potrà avvenire anche in un consolato spagnolo. E chi non ha presentato la domanda in tempo? C'è un'altra chance per diventare cittadini europei: il Portogallo, dove è stata approvata una legge simile, ma dove non è richiesta la conoscenza della lingua e della storia portoghese. Durante l'Inquisizione spagnola molto ebrei attraversarono il confine, ma poi furono espulsi anche dal Portogallo con l'editto del re Manuele I.

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