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Hong Kong e i media 07/10/2019
Seguo con apprensione le vicende di Hong-Kong. Son passati poco piú di quattro lustri, da quando le note solenni di “God Save The Queen” suonarono per l'ultima volta in quel lembo di terra cinese che stava per passare ahimè dalla democrazia occidentale della Gran Bretagna al dominio rosso della repubblica “popolare” cinese. Quando quell'avamposto britannico “tornò” alla Cina, non eran passati neanche nove anni dalla soluzione violenta di Piazza Tienanmen del giugno 1989. Oggi la popolazione è stanca di essere tenuta sulla corda. Eppure tutto il mondo occidentale non se ne cura: magari è pronta a invocare l'impeachment del Presidente Trump per un presunto e non dimostrato “Ucraina Gate”, ma non si cura che tante vite di giovani e meno giovani cinesi di Hong-Kong debbano rischiare di essere falcidiati dalla barbara crudeltà degli sgherri di Xi Jinping. Quando ci risveglieremo da questo letargo sarà troppo tardi. E allora saranno “urla e pianti ed alti lai”. Et sunt lacrimæ rerum!

Mario Salvatore Manca da Villahermosa

Gentile Mario,
Il mondo non si cura di quello che sta accadendo a Hong Kong ed è abbastanza incomprensibile e vergognoso che una simile rivolta, un'intera popolazione abituata un tempo alla democrazia che di punto in bianco si è ritrovata tra le grinfie cinesi, lasci tutti indifferenti. I media devono occuparsi di Trump, del processo a Netanyahu, dei diritti dell'islam in Europa, di Carola e di Greta. Una rivolta seria, dove i manifestanti non commettono rapine ma si battono per avere libertà, non interessa i media occidentali, purtroppo. Noi possiamo soltanto esprimere vicinanza al popolo di Hong Kong, augurargli di ottenere ciò che desidera ma temo che sarà una dura lotta.
Un cordiale shalom
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=76180&fbclid=IwAR2h7EdPpyYC5pBSKQ193dskMP4GeZ1KefyEY9f3om
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