Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/10/2019, a pag.4, con il titolo "La task force di Palazzo Chigi per rendere sicuro il 5G" la cronaca di Francesco Grignetti.
Mike Pompeo
Ecco il seguito alla intervista pubblicata ieri a Mike Pompeo di Maurizio Molinari
Francesco Grignetti
ROMA Mike Pompeo, il Segretario di Stato Usa, nella sua intervista a questo giornale ha parlato chiaro sul pericolo cinese. Il sistema 5G, che sarà la rete cellulare dei prossimi anni, in sé rappresenta un’eccezionale novità, ma anche un rischio. «Pensiamo - dice Pompeo - che ogni singola informazione che le attraversa sia a rischio, perché si tratta di network controllati dal Partito comunista cinese». Si riferisce al ruolo delle società cinesi Huawei e Zte, che si candidano ad essere il caposaldo del 5G in Italia e altri Paesi europei. Che ci sia il pericolo di un Grande Fratello cinese, lo dicono in tanti. Da ultimo, il direttore dei nostri servizi segreti, Gennaro Vecchione: «Il 5G - ha detto in Parlamento - è un’opportunità straordinaria di sviluppo, ma è potenzialmente foriero di rischi per la sicurezza nazionale. Tali rischi debbono necessariamente essere compresi e prevenuti per sfruttare appieno le opportunità». A fare da scudo contro la captazione di dati sensibili, dello Stato, delle imprese, ma anche dei singoli cittadini, dovrebbe esserci un’architettura di sicurezza cibernetica che prevede una sala operativa (esistente presso i servizi segreti) e un Centro di valutazione e certificazione nazionale. Il Centro è stato istituito dal governo qualche mese fa per procedere alla «verifica delle condizioni di sicurezza e dell’assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati e sistemi» su cui sia in ballo l’interesse nazionale. Il Centro - per cui sono in arrivo 57 nuove assunzioni al ministero Sviluppo economico e 10 all’Agenzia per il Digitale - valuterà tutti gli attori in quello che si definisce Perimetro della sicurezza cibernetica. Valuterà. Vecchione ha proposto anche di creare una sorta di «interruttore» a Palazzo Chigi per spegnere le reti in caso di intrusioni informatiche. Qualcosa di simile accadde un anno fa, quando il premier sospese per un giorno le comunicazioni del Processo civile telematico visto che erano stati violati i protocolli cifrati della Tim. «Di fatto, i nostri controlli sono sulla carta - denuncia un esperto, Umberto Rapetto, ex generale della Guardia di Finanza - e voglio proprio vedere quali esperti saranno in grado di capire se una rete, un operatore, o un apparecchio telefonico è sicuro o meno»
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