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La Stampa Rassegna Stampa
05.10.2019 Migranti: come deve cambiare l'Unione Europea
Dopo Finkielkraut, ecco l'opinione di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 05 ottobre 2019
Pagina: 22
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «La lezione di Finkielkraut sui migranti: per poterli integrare con successo l’Europa deve prima definire se stessa»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/10/2019, a pag.22, con il titolo "
La lezione di Finkielkraut sui migranti: per poterli integrare con successo l’Europa deve prima definire se stessa" la rubrica "Lettere al Direttore"


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Caro Direttore, premesso che è giusto e umano accogliere gli immigrati che fuggono da guerre, persecuzioni, fame e miserie, bisogna anche dire che l'esodo dall'Africa e in parte dall'Asia verso l’Europa è una questione grande e complessa che non si può ridurre alla buona volontà, se non altro perché occorre saper distinguere i veri bisognosi da coloro che vengono senza necessità gravi (come i tunisini, gli algerini o i marocchini) e in specie da quelli che arrivano per loschi traffici o trame criminali. Premesso che l'Europa non può sobbarcarsi mezza Africa (figurarsi la sola Italia) anche perché, visti i nostri numerosi problemi, rischiamo di non dare un vero aiuto a tanti sofferenti, il che può provocare gravi danni per tutti. Ora, grazie al nuovo governo giallorosso si sta scatenando un nuovo esodo verso l'Italia, aumenta il rischio di morti in mare, noi ci accolliamo tutti, l'Europa, come sempre, ci sostiene a parole e poi si vedrà. Intanto, gran parte di questi poveri vengono sbattuti in baraccopoli e magari sfruttati dalla malavita. Allora, il cattivo è solo Matteo Salvini o lo sono gran parte dei Paesi dell’Unione europea, o lo sono anche e sopratutto quelli, europei compresi, che sfruttano ancora l'Africa, vendono a essa armi e rubano le sue ricchezze costringendo la gente a fuggire? In definitiva, chi vede nelle vesti del «cattivo» solo l'ex ministro dell’Interno evidentemente è dotato di una ottusa benda ideologica.
Distinti saluti GAETANO MULÈ, UDINE
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Maurizio Molinari

RISPONDE IL DIRETTORE

Caro Mulè,

 quanto scrive mi fa venire alla mente il filosofo francese Alain Finkielkraut che durante un recente incontro a Milano ha osservato come il vero nodo dei migranti sta nell’incapacità dell’Europa di integrarli perché per farlo bisogna innanzitutto definire l’identità comunitaria dove verranno accolti. La storia dimostra che le immigrazioni sono fonte di ricchezza, culturale ed economica, ma per avere successo devono basarsi su un processo di integrazione efficace nel consentire a chi arriva di inserirsi nel modello economico-culturale di chi riceve. Ciò significa che l’Unione europea non deve solo definire regole comuni per chi può immigrare o meno, ma deve soprattutto stabilire quali sono i principi, le regole, i valori che i nuovi arrivati devono accettare. Ovvero, è l’incertezza nella definizione dell’identità e degli interessi europei il maggiore ostacolo all’integrazione dei migranti. Eppure vi sono alcuni principi cardine che accomunano i Paesi dell’Ue: dallo Stato di Diritto al rispetto delle libertà fondamentali degli individui, dalla democrazia rappresentativa alla divisione Stato-Chiesa. Si tratta di definire tali valori in maniera inequivocabile e di trasformarli in un percorso di integrazione per chiunque voglia diventare cittadino europeo. Fino a quando l’Europa esiterà a definire se stessa avrà difficoltà a gestire i migranti. Esponendosi al rischio di conflitti interni dagli esiti imprevedibili.

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lettere@lastampa.it

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