Signora Fait buongiorno, leggevo di suo figlio che, davanti al crocifisso, sorrideva perchè erano in due ad essere ebrei in classe…un sorriso, il primo della mattina, me l ha regalato lei con questa immagine, bella, che sa di semplice verità.Grazie e shana tovà!
Cristiano Ragazzoni
Gentile Cristiano,
Mi fa molto piacere di averle regalato un sorriso grazie alle parole di mio figlio sul crocefisso. Quelle parole facevano parte di un articolo che Aaron aveva scritto molti anni fa, circa 15, quando era uscita la notizia che Adel Smith aveva lanciato il crocefisso fuori dalla finestra dell'ospedale in cui era ricoverata la madre, convertita, come lui, all'islam. L'articolo di mio figlio e' molto lungo ma le riporto qui solo le prime frasi che dicono praticamente tutto: «Con Gesù in croce ci siamo frequentati per più di tredici anni,… Era lì appeso, in ogni classe, al centro del muro, sopra la lavagna. Cambiavo classe, crescevo e lui rimaneva lì, immutato. Sono cresciuto con il crocifisso sul muro. Devo dire che tra noi c'era un che di complicità, tutti e due ebrei, tutti e due costretti ad ascoltare le noiose lezioni di latino…Gesù in croce è stato parte della mia giovinezza… Quando a scuola entrava il maestro di religione, io Aaron, un ebreo come quello sul muro, ero esonerato in quell'ora, io sì, lui no." Queste parole sono un esempio di come dovrebbe essere il rapporto tra fedi diverse visto con gli occhi di un ragazzo abituato a rispettarle con cuore aperto, privo di ogni pregiudizio.
Un cordiale shalom