Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/10/2019, a pag.13 con il titolo "In Francia anche i poliziotti fanno i jihadisti" il commento di Mauro Zanon.
A destra: il terrorismo islamico e le sue vittime
Mauro Zanon
Era un «agente modello, che non aveva mai creato problemi e aveva vent’anni di esperienza», secondo le parole di Loïc Travers, responsabile nell’Ile-de-France del sindacato di polizia Alliance. Eppure, ieri, Mickaël H, convertitosi all’islam diciotto mesi fa, ha accoltellato a morte quattro suoi colleghi nel recinto della prefettura di Parigi, prima di essere abbattuto. La strage è avvenuta nella sede della prefettura parigina, situata nell’Ile-de-la-Cité, tra le «12.30 e le 13.00», secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Christophe Castaner, recatosi sul posto assieme al primo ministro, Edouard Philippe, subito dopo l’accaduto. «L’assalitore ha aggredito tre poliziotti della Di- réction du renseignement de la Préfecture de police de Paris (Dd-Pp, i servizi di intelligence della prefetturadarigina, ndr), prima di attaccare due donne nelle scale con un coltello da cucina», ha indica- to una fonte interna della poli- zia a Le Monde. Tre poliziotti e una funzionaria della Diréction de la sécurité de proximité de l’agglomération parisienne (Dspap) sono morti subito, mentre una seconda donna, che lavora alle risorse umane, è stata trasportata in elicottero in codice rosso all’ospedale militare Percy, ma non sarebbe in pericolo di vita. «Ho sentito uno sparo, ed erano circa le 12.30. Attorno a me, c’erano soltanto dei poliziotti. Immediatamente, hanno tutti tirato fuori la loro arma. Ero molto sorpreso dal fatto di sentire degli spari in un posto dove non dovrebbero certo sentirsi. Ho subito pensato a un suicidio, perché ce ne sono molti in questo momento. Poi, pochi istanti dopo, ho visto dei poliziotti in lacrime. Mi sono detto che era successo qualcosa di grave. I poliziotti erano presi dal panico, correvano da tutte la parti», ha raccontato un testimone che si trovava nel cortile della prefettura al Parisien. Mickaël H, stando alle informazioni del Figaro, aveva 45 anni, era nato a Fort-de-France, in Martinica, era affetto da sordità, e in quanto informati- co della Dd-Pp era un funzionario di “categoria C”, ossia la fascia più bassa in termini di responsabilità e remunerazione della funzione pubblica.
RADICALIZZATO Nel tardo pomeriggio, è sta- ta posta in stato di fermo la moglie, sordomuta e di confessione musulmana, dopo una perquisizione nel loro appartamento di Gonesse, a nord est di Parigi. «Lui andava ogni sera alla moschea, ma diceva buongiorno sia agli uomini che alle donne», ha raccontato un vicino di casa al Parisien. «Era molto chiuso, come soltanto un nerd può essere», ha dichiarato un altro vicino. Gli inquirenti, per ora, restano estremamente prudenti sulla pista terroristica, perché non c’è ancora nessun legame diretto tra la conversione all’islam e il passaggio all’atto, se non un video, postato sui suoi profili social, in cui un imam di pelle scura afferma che «nulla è più importante di morire per l’islam». Ma, secondo le informazioni di Actu17, Mickaël nei prossimi giorni avrebbe dovuto ricevere una lettera di convocazione da parte del suo superiore, per dare delle spiegazioni sul perché aveva smesso di stringere la mano alle sue colleghe: un chiaro segno di radicalizzazione. «Parigi piange i suoi cittadini questo pomeriggio, dopo il terribile attacco avvenuto alla prefettura di polizia. Il bilancio è pesante, diversi poliziotti hanno perso la vita. In mio nome e in quello dei parigini, i miei primi pensieri vanno alle famiglie delle vittime e ai loro parenti», ha twittato la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. La tragedia di ieri, come sottolineato dalla stampa parigina, si è consumata all’indomani della “Marche de la colère”, la manifestazione dei poliziotti nei confronti di un governo che sentono ostile e indifferente al loro malessere.
SUICIDI E STRESS Un malessere, figlio dei troppi carichi di lavoro, dell’avversione della popolazione e di mesi di tensione con i gilet gialli, che dall’inizio del 2019 ha concausato 52 suicidi. «Nessuno pensa a noi», ha detto all’Obs uno dei 27mila manifestanti scesi in piazza per la più grande mobilitazione degli ultimi vent’anni. Ma il vero problema che l’esecutivo sottovaluta, e l’attacco di ieri porta nuovamente alla luce, è un altro: la presenza di radicalizzati tra le forze dell’ordine. Negli ultimi anni, sono stati registrati più di venti casi di infiltrazioni islamiste nell’apparato sta- tale, con persone che avevano accesso anche a informazioni sensibili. Il 16 gennaio del 2018, un ex gendarme di 23 anni, originario del sud della Francia, aveva giurato fedeltà all’Isis ed era pronto a compiere un attentato. Prima di essere arrestato nel 2017, Mamadou N., agente del commissariato di Kremlin-Bicetre, a sud di Parigi, aveva aiutato a finanziare la partenza di alcuni suoi “fratelli” in Siria, mentre su internet si teneva occupato facendo propaganda jihadista.
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