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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.09.2019 Confusione elettorale in Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 settembre 2019
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Confusione politica in Israele»
Confusione elettorale in Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld


(Traduzione di Angelo Pezzana)


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I giochi sono aperti a tutte le possibilità, è la democrazia

La decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu nel maggio di quest'anno di proporre nuove elezioni piuttosto che restituire il suo mandato per formare un governo al presidente Reuven Rivlin ha fallito. Le elezioni del 17 settembre hanno cambiato il panorama politico senza eliminare la confusione. I due maggiori partiti hanno perso voti. Il Likud - questa volta dopo essersi fuso con il Kulanu di Moshe Kahlon – ne ha persi di più. Invece di 38 seggi, ora ne ha solo 32. Blu e bianco, che sembrava aver guadagnato 35 seggi, gliene rimangono 33. I partner religiosi del blocco di centro destra, non potrebbero compensare la perdita di posti del Likud. Shas- ultra-ortodossi- hanno guadagnato un seggio, ora ne hanno 9, il Giudaismo unito ultra-ortodosso della Torah ha perso un seggio, ora ne ha 7, il Sionista religioso allargato a Yamina ha 7 seggi, guadagnandone 2. Il blocco di centro-destra che non ha potuto formare un governo dopo le elezioni di aprile perché aveva soltanto 60 seggi ora ne ha 55.

Eppure è troppo presto per affermare che la coalizione di Netanyahu non riuscirà a raggiungere i 61 seggi come hanno fatto alcuni media locali e stranieri.
Il partito dell’estrema destra Otzma Yehudit non ha superato la soglia del 3,25%, contrariamente alle previsioni degli ultimi sondaggi prima delle elezioni. Tuttavia, anche se si fosse ritirato prima delle elezioni, non avrebbe cambiato significativamente la situazione generale. Poco prima della data delle elezioni, un altro partito religioso, Noam aveva annunciato che non avrebbe partecipato alle elezioni. Né il leader blu e bianco Benny Gantz può formare un governo. Con i suoi partner, Labour-Gesher con 6 seggi e l'estrema sinistra dell'Unione Democratica con 5 seggi, il suo blocco di esggi ne ha solo 44, uno in meno rispetto alle elezioni di aprile 2019. Per formare un governo Gantz avrebbe bisogno del sostegno di altri due partiti. Uno è Israel Beiteinu che ora ha 8 seggi, 3 in più di 61. Il suo leader Avigdor Lieberman ha affermato che sosterrà solo un governo unitario tra Blue and White e Likud. Inoltre, Gantz avrebbe bisogno del sostegno della maggior parte dei membri della Joint Arab List, che detiene 13 seggi. Un sostegno che potrebbe non essere gradito da un certo numero di deputati blu e bianco dell'ala destra.

Tuttavia, formare un governo di unità è difficile perché Blue and White ha dichiarato che non siederà in un governo con Netanyahu, che però è temporaneamente in una posizione vantaggiosa. Intanto, finché non c'è un nuovo governo, continua ad essere il primo ministro. Un eventuale atto di accusa nei suoi confronti per frode può in qualche modo cambiare la situazione. La pressione su Netanyahu perchè si dimetta aumenterà. Se ciò accadesse, un governo di unità diventerebbe più probabile.

Un altro scenario è la defezione di alcuni degli eletti in uno dei blocchi . Ma Gantz può tenere insieme Blue e White, che consiste di tre partiti ? L'ex primo ministro Ehud Barak, ha creato lo scorso luglio un nuovo partito, si chiama ‘ partito democratico israeliano’. Ha detto che "riporterebbe speranza e coraggio nel Paese". I sondaggi hanno tuttavia dimostrato che aveva un basso consenso. Un nuovo gruppo è nato all'estrema sinistra chiamato Unione Democratica. Il suo componente principale è il partito Meretz, che aveva ottenuto 4 seggi in aprile. Il Partito Democratico Israeliano (Barak) si è unito con alcuni fuoriusciti dal Partito Laburista guidati da Stav Shaffir. Per questa mossa ha perduto il seggio che aveva alla Knesset con i laburisti dopo le elezioni di aprile. L'Unione Democratica divenne il partito con meno seggi della Knesset. Assawi Frej, è stata l'unica deputata araba del Merez al di fuori della Joint List a perdere il suo posto nella Knesset. Meretz aveva accettato di unire le forze con il Partito Democratico Israeliano solo dopo che Barak si era scusato per la morte dei manifestanti arabi durante le rivolte di ottobre 2000, quando era primo ministro, una condizione postagli da Frej che ora ha perso il seggio. Meretz rimane ora con s 3 seggi. Si dovrebbero anche confrontare i risultati delle recenti elezioni con quelli del 2015.

Una conclusione importante è il forte declino del partito laburista. Sotto la guida di Yitzhak Herzog e in collaborazione con The Movement di Tzipi Livni, aveva ottenuto 24 seggi. Nelle elezioni dell'aprile 2019 è sceso a 6. Ora, sotto la nuova guida di Amir Peretz, ha mantenuto questo numero di seggi solo grazie all'unione delle forze con il movimento Gesher di Orly Levy-Abekasis. Contrariamente alle aspettative che davano in calo l'affluenza degli elettori, è avvenuto il contrario, c'è stata una piccola crescita dovuta all'aumento degli elettori arabi. Ci sono anche conseguenze personali. Ci saranno circa 15 nuovi membri Knesset, distribuiti su una varietà di partiti. 11 eletti in aprile perderanno i loro seggi, 6 Likud, 2 Blue and White e 2 Yamina. Altri quattro, di cui 3 laburisti avevano deciso di non più candidarsi. Saranno possibili altri scenari oltre a quelli sopra indicati. Importanti problemi di sicurezza potrebbero giustificare un governo di unità senza precondizioni. Anche una terza elezione non può essere totalmente esclusa.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
Le sue analisi escono in italiano in esclusiva su IC

takinut3@gmail.com

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