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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Deborah Fait
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Continuare a sperare ? 16-01-2005
Ma perche' continuiamo a sperare? Per quale strano motivo, forse

caratteriale, noi israeliani continuiamo a sperare nella pace?

Morto Arafat avevamo esultato e sperato con tutte le nostre forze che adesso

le cose sarebbero cambiate, che Abu Mazen sarebbe stato migliore, piu'

moderato, meno bugiardo.

Il nuovo presidente eletto dell'ANP frenava la nostra gioia con

dichiarazioni per niente amichevoli e incoraggianti, i gruppi dei

terroristi continuavano a sbraitare che il terrorismo sarebbe andato avanti

inesorabilmente ma noi, illusi, pensavamo si trattasse di dichiarazioni

politiche per rassicurare la voglia di guerra del popolo palestinese e per

non creare sommosse popolari.

I palestinesi, al contrario di quasi tutti i popoli del mondo, si ribellano

alla parola pace, vanno a sciamare per le strade, invasati e urlanti, la

loro violenza e il loro desiderio di sangue mai paghi.

Per questo motivo ci illudevamo che Abu Mazen, per poter essere eletto,

dovesse proclamare il suo odio per il "nemico sionista" e fingere di

continuare l'opera di distruzione del suo predecessore.

Abbiamo aspettato le elezioni e abbiamo avuto il nuovo Raiss, piu' contenti

noi di loro!

Sharon, felice pure lui, gli ha mandato le congratulazioni e ha dichiarato

di volerlo incontrare quanto prima anche se dall'altra parte non si

percepiva altrettanta ansia.

I gruppi di terroristi palestinesi, durante la campagna elettorale, hanno

continuato a sparare, a bombardare tutto quello che sapeva di ebraico

dentro e fuori dalla Striscia Maledetta ma la nostra speranza non scemava,

una speranza resa ancora piu' intensa dalla disperazione, convinti che morto

il Male per antonomasia, il mostro Arafat, tutto sarebbe cambiato.

"Sciocchezze" dicevamo "aspettiamo che Abu Mazen prenda il potere e poi

iniziera' il negoziato. Il mostro che ci ha rovinati non c'e' piu' e senza

di lui i palestinesi capiranno che la pace e' meglio della guerra!"

Errore immenso, un errore che ci tiene incatenati alla tragedia da piu' di

mezzo secolo e ancora non abbiamo capito chi sono.

Non abbiamo capito che vogliono la guerra perche' la amano, come amano la

violenza e il sangue, come amano l'odio che provano per noi e vi si

crogiolano sacrificando la loro gioventu' e portando i loro figli a

diventare suicidi assassini.

Abu Mazen non e' Arafat, non sputacchia, non sbaciucchia tutti, non porta la

kefiah inamidata a forma di Israele sulla testa, Abu mazen e' un grigio

signore, vestito di grigio, con giacca e cravatta grigi, sembra un bravo

signore anziano, un impiegatuccio in pensione, anonimo.

Abu Mazen, ricordiamocelo sempre, non e' nemmeno un uomo di pace perche'

l'essere stato per tanti anni l'ombra del mostro non puo' avergli insegnato

niente di buono.

Mi risuonano nella mente nomi tragici: Ma'alot, Monaco, ebrei bambini,

ebrei atleti trucidati da assassini mandati dall' "ombra" di Arafat, per

ordine di Arafat.

Lo avevamo dimenticato? Cosa puo' fare per la pace un uomo cosi'?



Nel campo profughi di Jablya, a Gaza, diverse migliaia di persone, con

bandiere islamiche, sono uscite per quella che hanno chiamato una marcia

vittoriosa per celebrare l'attacco di Karni, sei morti israeliani,

rivendicato giovedi' da tre gruppi : Hamas, il Comitato di resistenza

popolare e le brigate martiri di al-Aqsa, l'ala armata del movimento di Abu

Mazen, Fatah. I terroristi, e' certo, sono stati aiutati dai poliziotti

palestinesi.

Lui, il nuovo Presidente, ha piu' di 40.000 poliziotti armati eppure non

puo', non vuole, non sa fermare i terroristi e la popolazione palestinese

non puo', non vuole, non sa pretendere la fine del terrorismo.

Ci vuol tanto a capirlo?

La violenza continua, senza fine, ancora colpi di mortaio sono stati

sparati contro altri insediamenti ebraici e un bambino ebreo ha perso una

mano, sua sorella e' in fin di vita.



Israele aspetta. Deluso, arrabbiato per la stupidita' di quella gente,

Israele aspetta!



Come sempre accade questo atteggiamento di Israele non viene riconosciuto

all'estero e i media italiani, anziche' mettere in evidenza la diabolica

voglia di morte dei palestinesi, si dedicano al loro lavoro di sempre,

cioe' alla disinformazione e prendono spunto dalla reazione delusa di

Israele per dare, come prima notizia, un perfido :

" Brusca marcia indietro di Sharon" accompagnata da un neutro "ancora

violenza".

Ancora violenza dove? ancora violenza di chi?

Solo i piu' informati sanno che Sharon vuole a tutti i costi evitare lo

scontro armato e che la "violenza" viene dai palestinesi che continuano a

sparare, ammazzare, provocare e bombardare.

Gli altri sanno soltanto quello che i media italiani deformano e sono

indotti a credere come sempre alla colpevolezza di Israele.

Sempre la stessa ignobile canzone.

Scommettiamo quello che volete che, come e' stato fatto passare per eroe

l'assassino Arafat, passera' per eroe anche il suo ex-complice, neo

presidente Abu Mazen, colui che "deplora" il terrorismo e non fa niente per

fermarlo.

Non lo ferma perche' Abu Mazen e' colui che pensa di poter fregare Israele.

Non lo ferma perche' non e' stato eletto per farlo ma per dare una patina di

credibilita' all'ANP.

E' stato eletto per poter arrivare alla Casa Bianca.

E' stato eletto per costringere Israele a capitolare fino a ricevere il

colpo finale, quello mortale.

I palestinesi vogliono Israele e non si fermeranno.

I palestinesi vogliono la guerra e il terrorismo fino alla fine, fino

all'ultimo morto ammazzato ebreo, fino a quando non ne restera' nemmeno uno

per spegnere la luce.



Se un emerito rappresentante dell' Universita' di Gaza arriva ad affermare:

"Israele? Non conosco un paese che abbia questo nome".



Se il nuovo presidente dell'ANP , anziche' parlare di pace e di negoziato,

definisce Israele "nemico sionista".



Se la popolazione palestinese impazzisce di gioia ad ogni attentato di

kamikaze e' lecito pensare che le nostre speranze siano state premature e

che, come ha detto Benny Morris in una recente intervista, il popolo

palestinese non vuole la pace.

Il popolo palestinese vuole la nostra fine e probabilmente e' stato

inventato solo per questo: portare a termine, colla benedizione del mondo

intero, una seconda e definitiva Shoa'.

Vorrei pero' metterli in guardia perche' questo non accadra' mai piu', non

basta saper cecchinare bambini ebrei e gettar bombe su sinagoghe e scuole

per distruggerci.

Non accadra' mai piu'. Sappiatelo!

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