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La Stampa Rassegna Stampa
27.09.2019 Qual è il ruolo dell'Italia di fronte al regime iraniano? in ginocchio come sempre?
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 27 settembre 2019
Pagina: 11
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Rohani sul nucleare: 'Togliete le sanzioni e torniamo a trattare'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/09/2019, a pag.11, con il titolo "Rohani sul nucleare: 'Togliete le sanzioni e torniamo a trattare' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Qual è il ruolo dell'Italia nella crisi che coinvolge l'Iran? Quale la posizione del nostro Paese nei confronti della dittatura degli ayatollah, che sostiene il terrorismo islamico in tutto il Medio Oriente e si avvicina - anche grazie all'accordo voluto da Obama e dall'Europa - al nucleare? L'Italia sceglierà una nuova politica, in linea con l'approccio pragmatico e chiaro di Donald Trump, oppure sarà ancora in ginocchio di fronte al regime criminale sciita, come già fatto da Federica Mogherini?

Ecco l'articolo:

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Paolo Mastrolilli

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Donald Trump

L'Iran è disposto a riaprire il negoziato e andare oltre l'accordo nucleare, a patto che gli Stati Uniti tolgano le loro precondizioni e le sanzioni. Se però questo non avverrà, e gli europei non troveranno il modo di rispettare in pieno l'intesa Jcpoa, Teheran continuerà a diminuire l'applicazione dei suoi impegni. A dirlo è stato il presidente Rohani, durante l'incontro con un gruppo di giornalisti invitati a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu. Rohani ha smentito che il suo Paese sia responsabile del recente attacco contro le strutture petrolifere saudite: «Noi non c'entriamo nulla. Abbiamo chiesto agli europei le prove: hanno risposto di non averle, ma sostengono che gli houti non hanno la capacità di condurre simili operazioni. Non è vero, non conoscono la situazione sul terreno. L'unica vera soluzione per evitare questi episodi è mettere fine alla guerra in Yemen».


Federica Mogherini

Il presidente ha ammesso che il francese Macron e altri leader hanno cercato di mediare un incontro con Trump a margine dell'Assemblea Generale, e non ha escluso la possibilità di incontrarlo in futuro. Quindi ha aggiunto di essere disponibile ad andare oltre l'accordo nucleare: «Quella era l'intesa possibile nel momento in cui è stata negoziata, non la massima soluzione. Possiamo fare altri passi avanti, ma gli Usa devono togliere le loro precondizioni e cancellare le sanzioni. Le hanno imposte pensando di separare il popolo iraniano dal governo, ma era chiaro fin dal principio che non ci sarebbero riusciti». Rohani però ha avvertito che il negoziato non dovrebbe riguardare i programmi missilistici, «perché non credo che ciò convenga agli altri. Americani ed europei vendono grandi quantità di armi nella regione, e dovrebbero farci troppe concessioni, se volessero davvero aprire questo tema». Il presidente non ha negato la ripresa delle attività nucleari denunciate dall'Aiea, in particolare a Natanz, ma ha detto che questi passi erano stati annunciati: «L'accordo Jcpoa prevede che se una parte non lo rispetta, anche l'altra è autorizzata a ridurre i propri impegni. Americani ed europei non lo stanno applicando, e quindi noi abbiamo iniziato a fare altrettanto, in tre fasi. Le nostre attività però riguardano solo la ricerca e lo sviluppo, e sono immediatamente riversibili, se gli altri torneranno a rispettare l'accordo». Rohani ha sottolineato le buone relazioni con l'Italia: «Avevo incontrato i rappresentanti del governo precedente, e siamo in buoni rapporti anche con il nuovo. Siete arrivati ad essere il secondo partner commerciale dell'Iran. Ora gli scambi stanno soffrendo per la situazione con gli Usa, ma restate un Paese amico, coinvolto anche nei colloqui per la pace in Yemen». Invece Teheran sta perdendo la fiducia nella capacità degli altri firmatari del Jcpoa, in particolare quelli europei, di continuare ad applicare l'accordo: «All'inizio ci avevano detto che avrebbero usato le banche centrali per continuare a rispettarlo, poi un veicolo speciale, quindi un altro strumento chiamato Instex. Non è successo nulla». Al G7 di Biarritz si era discussa l'apertura di una linea di credito da 15 miliardi di dollari, Trump sembrava favorevole, ma ora tutto è bloccato: «Doveva essere una misura temporanea, finalizzata a riprendere il dialogo. Se però gli altri continueranno a violare il Jcpoa, anche noi saremo autorizzati a farlo».

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