Elezioni in Israele, la festa della democrazia 21/09/2019
Elezioni in Israele, la festa della democrazia Commento di Deborah Fait
Nelle elezioni di aprile, per circa mezz'ora, Gantz, Lapid e altri del partito Blu&Bianco, convinti di aver vinto, si erano incautamente esibiti in una patetica scena inscenando un gioioso girotondo. Resisi conto di essere stati troppo precipitosi, si erano calmati di colpo senza però riuscire ad evitare la figuraccia. Questa volta sono stati molto più prudenti perché consapevoli che Netanyahu non ha ancora perso e che loro non hanno ancora vinto. La bilancia pende più verso destra che verso sinistra e Gantz, con i suoi 33 seggi più un'altra decina della coalizione di sinistra, non è in grado di formare un nuovo governo. Nel mezzo c'è Avigdor Liberman, l'uomo che ha creato il caos e che aveva già paralizzato Israele dando le dimissioni da ministro della difesa 10 mesi fa. Liberman è l'ago della bilancia e il suo grande odio per Netanyahu potrebbe fargli fare chissà quali altre porcherie, tipo allearsi con la coalizione araba. Nessun partito, escluso forse l'estrema sinistra, vorrebbe avere gli arabi come alleati, non per razzismo ma perché pieni di odio. Uno dovrebbe avere un gran pelo sullo stomaco per mettersi con chi non accetta, né mai accetterà, il diritto di Israele ad esistere. Mi riferisco naturalmente ai partiti della Joint List araba, non in generale alla gente. Tra gli arabi molti votano i partiti storici degli ebrei (ne ho sentiti molti dichiarare orgogliosi "Rak Bibi - solo Bibi") ma questa volta il gatto e la volpe (Ayman Odeh e Achmad Tibi) sono riusciti a fare il pienone tanto da diventare il terzo partito di Israele. Averli in una coalizione di governo vorrebbe dire la fine di Israele e la vittoria delle guerre arabe contro gli ebrei. Quei farabutti antisemiti che accusano Israele di apartheid hanno qualcosa da dire? No, vero? Meglio se stanno zitti, molto meglio. Non tace invece D'Alema, acerrimo nemico di Israele e affettuosamente legato a terroristi del calibro di Hezbollah. "La sconfitta di Netanyahu è una buona notizia" ha detto invitando poi l'Europa a finanziare i palestinesi " la sopravvivenza dell'Autorità palestinese dipende esclusivamente dai contribuenti europei e la prosperità dell'economia israeliana viene potenziata dal commercio con l'Europa". Perciò, cari europei, sborsate altri soldi per il terrorismo e boicottate seriamente Israele perché non viva più nella prosperità. E' questo l'invito gravissimo e sciagurato di Massimo D'Alema, ex premier, ex ministro degli esteri, che sembrava politicamente morto ma purtroppo è resuscitato per dare man forte all'odio contro Israele dei grillini. Lasciamo l'Italia e l'Europa al loro triste destino e torniamo alle elezioni in Israele e ai problemi che hanno lasciato sul tavolo della politica. Il comportamento irresponsabile di Liberman ha impedito la formazione di un governo di maggioranza e ha messo Israele nel pericolo di cadere tra le mani del B&B, che al momento non ha altro programma se non di fare le scarpe a Bibi. Non solo ma il "tradimento" di Liberman e la paralisi che ne è seguita ha messo Israele nelle condizioni di non potersi adeguatamente difendere dagli attacchi dei terroristi al confine con Gaza. L'ultimo danno che potrebbe fare Liberman, se si alleasse al B&B e al resto della sinistra, sarebbe di cancellare il carattere ebraico del paese. Io non amo i haredim, sono prepotenti e fastidiosissimi, ma non esistono solo loro, esistono anche i religiosi sionisti che servono il paese, lavorano e hanno contribuito alla sua esistenza piantando ogni filo d'erba, ogni albero, mettendo mattone su mattone e imbracciando il fucile quando serve. Le tradizioni ebraiche vanno conservate perché senza radici siamo destinati a morire e noi ebrei siamo sopravvissuti a ogni tipo di persecuzione proprio grazie a chi aveva tanta fede nel Dio di Israele e nelle nostre tradizioni millenarie. E' giusto che i haredim imparino la matematica e la geografia e non studino solo la Torah, è giusto avere un Israele laico, liberale e democratico come è sempre stato ed è anche giusto, per chi lo vuole, osservare lo Shabat e non abbuffarsi di panini imbottiti e brioches per Pesach. Liberman, nato politicamente a destra, è diventato di sinistra e, con i suoi 10 seggi, tiene in mano le sorti del paese. Domenica incominceranno le consultazioni con il presidente Reuven Rivlin e mercoledì sapremo chi governerà il paese. Se Benjamin Netanyahu dovrà ritirarsi sarà ricordato come il grande statista che ha portato Israele ad essere il primo al mondo in un'infinità di settori, dall'economia, alla difesa, alla scienza, alla tecnologia, al turismo. Anche se molti vorrebbero vederlo dietro le sbarre io mi auguro che sia ancora lui a guidare il paese. Se non dovesse accadere, gli è dovuto l'onore delle armi tra gli applausi dell'intero Israele.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"