Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/09/2019, a pag. 17 con il titolo "A sorpresa gli anti-sistema Saied e Karoui al ballottaggio", il commento di Francesca Paci.
Francesca Paci
Dire che i tunisini non si aspettassero l'affermazione dei due candidati più anti-sistema del momento è corretto fino a un certo punto. Al netto della sorpresa degli analisti, il risultato del costituzionalista conservatore Kais Saied (19%) e del magnate della televisione Nabil Karoui (15%), che si sfideranno al ballottaggio per la poltrona lasciata vuota dall'ex presidente Essebsi, rappresenta assai fedelmente la disillusione degli elettori e la rabbia contro una classe politica considerata a torto o a ragione responsabile delle potenzialità dissipate all'indomani della rivoluzione del 2011.
Kais Saied, Nabil Karoui
I due sfidanti Saied, un professore di legge di 61 anni e parecchie idee di retroguardia - dalla nostalgia per la pena di morte all'avversione nei confronti della depenalizzazione dell'omosessualità fino al rifiuto della legge per l'eguaglianza nell'eredità considerata d'ispirazione "straniera" - marcia da settimane in buona posizione nei sondaggi, che registrano la genuina simpatia popolare per l'outsider detto Robocop in virtù del suo arabo classico ma monocorde e noto per le ospitate in tv a discettare di Costituzione. Ha investito talmente poco nella campagna elettorale, al di là della sua fama di uomo retto, che si dice, per gioco, gli sia costata poco più di un caffè e un pacchetto di sigarette. Ad aver votato per lui sembra siano stati molti giovani e una fetta del popolo della Fratellanza Musulmana di Ennahda, il cui candidato, Abdelfattah Mourou (11%), ha forse pagato il prezzo dell'annacquamento identitario del partito al governo da tempo con i liberal di Nidaa Tounès (c'è anche chi sospetta che Saied "il salafita" sia il cavallo di Troia della Fratellanza). Sul fronte opposto, parimenti anti-sistema nei toni ma diametrale per esempio nella difesa del modello di Stato super-imprenditoriale e nella visione sociale "modernista", c'è Nabil Karoui, secondo alcuni il Berlusconi tunisino, un affermato businessman che conduce la propria candidatura dal carcere dov'è rinchiuso dalla fine di agosto con l'accusa di evasione fiscale e riciclaggio. A 56 anni suonati Karoui ha non solo alle spalle l'emittente privata Nessma TV ma una certa prossimità al potere (la stessa Nessma TV è stata fondata nel 2007, ai tempi dell'ancien régime, salvo riallinearsi poi a Nidaa Tounès) e ha la popolarità ottenuta con l'impegno finanziario a sostegno dei villaggi più poveri a cui si è votato dopo la morte del figlio ventenne. Bisognerà aspettare la fine del mese per la disfida finale sperando che l'affluenza sia maggiore di domenica (dopo i primi dati fermi al 20%% si è attestata introno al 40% ben distante dal 63% del 2014), ma chiunque sia il prossimo presidente tunisino l'unica delle primavere arabe ancora in piedi ha ben recepito lo zeitgeist populista.
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