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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.09.2019 'Sarà una lunga notte', di Dov Alfon
Recensione di Giorgia Greco

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 settembre 2019
Pagina: 1
Autore: Giorgia Greco
Titolo: «'Sarà una lunga notte', di Dov Alfon»
Sarà una lunga notte
Dov Alfon
Traduzione di Valentina Zaffagnini
Dea Planeta
euro 17

Risultati immagini per Sarà una lunga notte

Sicurezza è la parola chiave racchiusa nell’avvincente spy story nata dalla penna di Dov Alfon, ex ufficiale dell’intelligence israeliana, che la casa editrice Dea Planeta pubblica con il titolo “Sarà una lunga notte”. Con 60.000 copie vendute e 24 settimane in testa alle classifiche di vendita in Israele il romanzo d’esordio di Alfon, un thriller ad alta tensione, ha tutti gli ingredienti per diventare un classico fra le spy story. L’autore nato in Tunisia nel 1961 e cresciuto a Parigi (la nonna materna era originaria di Livorno) si è trasferito con la famiglia in Israele negli anni Settanta stabilendosi ad Ashdod e in seguito ha prestato servizio militare nell’unità di intelligence informatica dell’IDF. Un’esperienza diretta sul campo di cui si è avvalso per questo thriller incalzante, dalla trama efficace che si snoda, con un’ escalation di brillanti colpi di scena, nell’arco di ventiquattro convulse ore fra Parigi, Tel Aviv, Washington e Macao. Sono cinquecento pagine quelle del romanzo di Dov Alfon che si leggono d’un fiato e scorrono via in un vortice di colpi di scena, eventi oscuri che spaziano fra gioco d’azzardo, omicidi, assassini di origine asiatica e funzionari di alto livello implicati in casi di corruzione, mentre un potente uomo d’affari cinese capace di gestire un impero economico e che si avvale di feroci sicari per i suoi profitti cerca di ingannare polizia e intelligence. Non ci si annoia mai in questo thriller che si apre una mattina di lunedì 16 aprile a Parigi quando un cittadino israeliano Yaniv Meidan, responsabile marketing di una società informatica e sbarcato dal volo El Al 319 per assistere alla fiera del CeBit scompare misteriosamente dopo che le telecamere di sorveglianza lo hanno individuato in compagnia di una bionda mozzafiato. All’inizio il commissario francese Léger, chiamato suo malgrado a seguire le indagini, propende per una sparizione volontaria ma il ritrovamento nei bagni chimici di un’ala dell’aeroporto in ristrutturazione di una parrucca bionda e di un abito rosso sporco di sangue rimette tutto in gioco.

Nel frattempo atterra nella capitale francese con lo stesso volo El Al 319 Zeev Abadi, colonnello dell’esercito israeliano e nuovo capo dell’Unità 8200, un dipartimento militare segreto per le attività d’intelligence cui appartiene anche l’avvenente e anticonformista Oriana Talmor, cui toccherà destreggiarsi da Tel Aviv fra indagini e pressioni dei vertici che sembrano voler distogliere l’attenzione del pubblico israeliano da questa vicenda misteriosa. Perché quando un altro cittadino israeliano viene catturato da un commando cinese privo di scrupoli che ha già lasciato nelle strade parigine una lunga scia di morti quello che al commissario Léger, sempre più stressato col trascorrere delle ore, pareva un semplice caso di polizia giudiziaria assume i contorni di una intricata vicenda di spionaggio internazionale. Quali segreti nascondono i funzionari dell’intelligence israeliana? Perché il soldato israeliano Vladislav Yerminski, assegnato all’Unità 8200 nel dipartimento sensibile di El Dorado, è stato rapito da agenti asiatici e quali informazioni di intelligence ci celano nelle registrazioni in cinese che era incaricato di tradurre per i vertici militari? Perché il colonnello Zeev Abadi, di origini tunisine e neonominato capo dell’Unità 8200, è così inviso ad alcuni capi dell’intelligence? In un continuo affannarsi delle diplomazie di varie nazioni per contenere la crisi che rischia di allarmare l’opinione pubblica il colonnello Abadi e la sua collaboratrice Tamor si imbarcano in una corsa forsennata contro il tempo per arginare una situazione che pare sfuggire ad ogni controllo e che dalle banlieue parigine li porterà nei santuari del potere di Tel Aviv. In questo scenario di mondi segreti l’autore che conosce molto bene la capitale francese ci offre una descrizione accuratissima della Parigi notturna, misteriosa e affascinante, proiettata su un palcoscenico ideale fino all’adrenalinico inseguimento finale. E’ una cospirazione agghiacciante quella che i protagonisti si trovano a fronteggiare dove non c’è spazio per analisi psicologiche o per attimi di debolezza perché è a rischio la sicurezza del Paese. L’autore rivela un raro talento, certamente frutto della sua esperienza personale, nel delineare le dinamiche segrete, i fragili equilibri, i rischi concreti e i giochi di potere che caratterizzano le azioni delle strutture di intelligence e dove si muovono fra censura e riservatezza i vertici militari.

I personaggi sono ben delineati benchè la psicologia di ciascuno di loro appaia sfumata, poco incisiva ma forse è un tratto caratteristico delle figure che si muovono in una spy story. Nonostante la narrazione, nel ritmo incalzante delle situazioni, sia un po’ frammentata “Sarà una lunga notte” è thriller intrigante, arricchito da una sottile ironia, che ha tutti i requisiti per catturare gli appassionati del genere. Oltre a regalarci un thriller sorprendente con questo libro Dov Alfon pone l’attenzione sul tema della sicurezza che per lo Stato d’Israele, circondato da nemici intenzionati a eliminarlo, è una delle priorità. Quello che descrive Alfon è un paese che non può fare a meno di raccogliere dati, informazioni su cittadini e stranieri, intercettare conversazioni e comunicazioni scritte per avere un controllo capillare sulle informazioni pubbliche e private che circolano nel Paese. Nonostante tutto l’imponderabile può sempre accadere perché la raccolta di dati sui cittadini che avviene anche da parte di banche, aziende, enti pubblici ruota attorno ai computer dietro i quali ci sono sempre gli uomini, inevitabilmente fallaci…. Senza mai dimenticare – pare dire Alfon – la linea di demarcazione oltre la quale il comprensibile controllo sulla sicurezza dei cittadini e dello Stato lascia il posto a una pericolosa intromissione nelle libertà individuali.

Per il ritmo narrativo dinamico e privo di orpelli il romanzo di Dov Alfon è particolarmente adatto alla trasposizione sullo schermo. I produttori di Homeland e della fortunata serie Fauda non si sono lasciati sfuggire l’occasione e hanno acquistato i diritti TV: l’inizio delle riprese è previsto per i primi mesi del 2020! Ai lettori italiani, in attesa di assistere alle sorprendenti avventure dei protagonisti sullo schermo, non resta che immergersi nelle pagine di un romanzo mozzafiato che non si dimentica.


Giorgia Greco

takinut3@gmail.com

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