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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.09.2019 Che cosa significa il sostegno di Donald Trump a Giuseppe Conte
Analisi di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 settembre 2019
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «Che cosa significa il sostegno di Donald Trump a Giuseppe Conte»
Che cosa significa il sostegno di Donald Trump a Giuseppe Conte
Analisi di Antonio Donno

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Giuseppe Conte, Donald Trump

La telefonata di sostegno di Trump a Conte ha un significato ben preciso. Molti osservatori dello scenario internazionale affermano da tempo che siamo di fronte ad una seconda guerra fredda, molto diversa da quella precedente, perché si tratta di una cyber-guerra. Sebbene l’uso dell’espressione “guerra fredda” richiami inopportunamente quella del secondo dopoguerra tra Stati Uniti e Unione Sovietica, non v’è dubbio che gli attori attuali siano gli stessi, con l’aggiunta, tuttavia, di un terzo, assai potente e pericoloso: la Cina. Per questo motivo, la prossima Assemblea Generale della NATO di dicembre ha, per gli Stati Uniti, un’importanza molto grande. Benché Trump, nel passato, abbia criticato l’inerzia della NATO, oggi intende riprendere in mano – così pare –il posto centrale che Washington aveva ricoperto nell’organizzazione negli anni del secondo dopoguerra. E l’Italia, per il presidente americano, ha un ruolo da svolgere nuovamente nella regione mediterranea, insieme a Grecia e Turchia, proprio come durante la guerra fredda.

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Due sono i fattori internazionali al centro dell’attenzione dell’Amministrazione americana: la presenza della Russia nel Medio Oriente e la longa manus della Cina nei più svariati punti strategici dello scenario internazionale, compreso lo stesso Medio Oriente. Le strategie di Russia e Cina divergono profondamente, ma sono intese a raggiungere lo stesso scopo: un ruolo sempre più centrale nelle relazioni internazionali a scapito dell’Occidente e degli Stati Uniti, in particolare. La potenza economica della Russia non può essere paragonata a quella della Cina: da qui l’avvicinamento di Putin al leader cinese al fine di ottenere il sostegno economico di cui Mosca ha bisogno nel momento attuale. Ma occorrerà vedere che cosa Pechino vorrà in cambio. In sostanza, le posizioni di Russia e Cina sono sbilanciate a favore di quest’ultima, mentre il calo di popolarità di Putin è un dato politico stridente nelle relazioni tra i due grandi paesi asiatici. Il Medio Oriente, come sempre, gioca un ruolo centrale nelle relazioni internazionali. Per questo motivo, il gesto di Trump nei confronti di Roma ha un significato che richiama da vicino le strategie americane del secondo dopoguerra nel Mediterraneo. In quegli anni, il cordone mediterraneo composto da Italia, Grecia e Turchia ebbe una funzione determinante nel contenere l’Unione Sovietica sul lato meridionale dell’Alleanza Atlantica.

Oggi, nello scenario presente, si aggiunge Israele, cui Washington assegnerebbe un ruolo centrale nel contenimento di Russia e Iran nella parte interna mediorientale del bacino mediterraneo. La questione spinosa è la situazione politica della Turchia. La sua alleanza con Russia e Iran in funzione anti-curda pone in seria difficoltà la strategia di Trump. Nello stesso tempo, l’intesa tra Ankara e Gerusalemme non è particolarmente felice. Erdoğan non partecipa alla penetrazione di Iran e Russia in Medio Oriente perché ha esclusivamente bisogno dei due partner per eliminare definitivamente il pericolo curdo. Finché l’obiettivo turco non sarà raggiunto, sarà impossibile che Erdoğan si sganci dal sostegno russo-iraniano. Eppure, la Turchia è decisiva nella strategia americana di contenimento della Russia, ma, in prospettiva, anche della Cina, il cui desiderio di avere sbocchi nel Mediterraneo è parte fondamentale della sua strategia planetaria. La guerra dei dazi tra Washington e Pechino rappresenta il cuore politico-economico del conflitto internazionale tra i due paesi; e il Medio Oriente è uno dei punti strategici decisivi. L’abbandono del ruolo strategico globale degli Stati Uniti operato da Obama si sta rivelando assai pesante per la strategia degli Stati Uniti di Trump, soprattutto se si tien contro della totale inerzia europea nello scenario internazionale. Gli Stati Uniti, di conseguenza, sono soli nella difesa dell’Occidente. L’espressione “difesa dell’Occidente” era tipica degli anni della guerra fredda, ma allora l’Europa occidentale aveva un ruolo fondamentale accanto agli Stati Uniti. Oggi, “difesa dell’Occidente”, in questo nuovo scenario comprendente anche la Cina, si colora di incognite molto pesanti.

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Antonio Donno

takinut3@gmail.com

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