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Deborah Fait
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Io c'ero 25-07-04
La gente arrivava, famiglie intere, carrozzelle, bambini, tanti bambini, giovani, un'immensita' di giovani e bandiere come un mare bianco e azzurro.

Eravamo tutti la' in fila , si chiacchierava come fosse una riunione di famiglia anche se non ci si conosceva e intanto arrivavano autobus carichi di gente che scendeva e si disponeva accanto a quelli gia' sudati ma sorridenti sotto il sole.

"Tu da dove vieni?

Da Rehovot

Io vengo da Herzelia

Ecco, guarda sta arrivando un altro autbus da Gush Katif."





e e dai finestrini aperti dell'autobus spuntavano bandiere, cosi' tante e cosi' grandi da coprire tutta la fiancata! Ci saranno passati davanti decine di autobus ricoperti di bandiere e pieni di ragazzi e famiglie festanti.

Dalle macchine gli automobilisti ci salutavano, ci gridavano "beazlacha'" , buona fortuna!

Ci chiedevano se volevamo altra acqua, ci mandavano baci! Noi la' in piedi rispondevamo ai saluti, sudando e ridendo.



E intanto arrivavano altri, a decine, a centinaia, tutto il nostro pezzo di autostrada era ormai completo, anche in doppia fila ma continuavano ad arrivare e gli organizzatori, ragazzini riccioluti, li mandavano avanti, sempre piu' avanti, sotto il sole cocente. La polizia raccomandava di non oltrepassare la linea gialla e faceva andare a passo d'uomo gli automobilisti che una volta tanto non erano isterici e nevrotici ma sorridenti e affettuosi, si proprio affettuosi, ci salutavano suonando il clacson a intermittenza e se ne andavano ridendo.

Vicino a me c'era un gruppo di ebrei osservanti con le bandiere di Israele e le bandiere gialle con la corona del Mashiach e cantavano tutti allegri "Mashiach Mashiach Mashicah, tatarattata".

Poco lontano dei fuoriditesta pieni di orecchini infilati da tutte le parti e i capelli rasta, le bandiere attaccate alla schiena, ballavano cantando 'erez israel shelanu" , Terra di Israele nostra.

Poi c'erano gruppi di persone anziane col thermos del caffe' che si raccontavano i loro ricordi di guerra...di Golda e di David.... chissa'!

Altri urlavano nei telefonini, passavano gli elicotteri e ci salutavano anche da lassu'.

Eravamo allegri dimenticando che stavamo dimostrando contro il realizzarsi di una tragedia e per far sentire la nostra solidarieta' ai fratelli sfortunati.

Poi sono venuti ad informarci che la catena era completa.

Ragazzi, un miracolo!

In meno di un'ora avevamo riempito il tratto di strada da Gush Katif a Gerusalemme, 130.000 persone, dicono, ma probabilmente di piu', perche' 90 chilometri di umanita' sono tanti e in alcuni punti la fila era doppia e tripla!

Questa si che e' soldarieta'!

Alle sette in punto, mentre davanti al Kotel suonavano lo Shofar, ci siamo presi tutti per mano e abbiamo incominciato a cantare la Hatikva' con gli occhi lucidi di commozione.

130 mila ebrei , tutti insieme, che cantavano contro le tragedie e per tutti nostri morti.

E c'ero anch'io!

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