Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/09/2019, a pag.16, con il titolo "Aggressioni e blitz di polizia. Vigilia di elezioni ad alta tensione" la cronaca di Giuseppe Agliastro
Giuseppe Agliastro
Una serie di blitz della polizia, una misteriosa aggressione alla presidente della Commissione elettorale e lo spettro di una pesantissima condanna che pende sulla testa dei leader dell’opposizione. Le elezioni regionali e comunali in Russia stanno registrando una vigilia ad alta tensione. Giovedì sera, la polizia ha fatto irruzione negli uffici del carismatico oppositore Aleksey Navalny mettendo tutto a soqquadro e portando via documenti e server dei computer. Le perquisizioni sono avvenute appena tre giorni prima del voto di domani, al quale le autorità russe hanno impedito la candidatura di numerosi dissidenti scatenando le più massicce proteste anti-Putin degli ultimi otto anni. Inchiesta per disordini di massa I raid riguarderebbero proprio una di queste manifestazioni: quella del 27 luglio, su cui è stata aperta un’inchiesta per disordini di massa. Già cinque persone sono state condannate a pene tra i due e i quattro anni per quel corteo, largamente pacifico, ma represso dalla polizia a colpi di manganello e con quasi 1.400 fermi. Gli organizzatori rischiano addirittura 15 anni, e a questo punto non è da escludere che il Cremlino si serva dell’indagine per segare le gambe all’opposizione liberale. Ma desta sospetti anche la tempistica: gli agenti sono entrati negli studi del canale YouTube “Navalny Live” meno di un’ora prima di un intervento in cui il dissidente intendeva spiegare la sua tattica del“voto intelligente”. La si può riassumere così: se non puoi scegliere un vero oppositore, vota per chi ha più chance di battere il candidato del Cremlino. Le elezioni di domani potrebbero essere un termometro per misurare il recente calo di popolarità di Putin. Navalny lo sa bene e ha individuato candidati verso cui incanalare le preferenze dell’opposizione. Poche ore dopo l’operazione di polizia negli uffici di Navalny, un altro evento ha però scosso la vigilia del voto. La presidente della Commissione Elettorale Centrale, Ella Pamfilova, ha subito una misteriosa aggressione. Stando al ministero dell’Interno, un uomo a volto coperto si sarebbe intrufolato nella sua abitazione e l’avrebbe aggredita con una pistola elettrica. Alcuni osservatori sono però scettici sulla versione ufficiale e secondo una fonte citata dall’agenzia Interfax la pistola elettrica non funzionava bene e Pamfilova non avrebbe subito traumi. Navalny sostiene addirittura che si tratti di «un falso attacco» volto a «distogliere l’attenzione dalle falsificazioni» elettorali.
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