Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/09/2019, a pag.17, con il titolo "Si dimette l'inviato di Trump per il piano di pace in Medio Oriente" la cronaca di Paolo Mastrolilli
Jason Greenblatt con Trump
Continua l'ossessiva interpretazione negativa quando arrivano le dimissioni di qualche collaboratore della presidenza Trump. E' la volta oggi di Jason Greenblatt. Mastrolilli ne descrive correttamente le motivazioni, per nulla ostili al Presidente, dettate dalla volontà di ritornare alla professione precedente, infatti non se ne va sbattendo la porta, al contrario, rimarrà appena Avi Berkowitz sarà pronto a sostituirlo.
Paolo Mastrolilli
Jason Greenblatt, inviato speciale del presidente Trump per il Medio Oriente, si è dimesso. La Casa Bianca precisa che resterà in carica fino alla presentazione della parte politica del piano di pace tra israeliani e palestinesi, ma la sua uscita di scena non viene interpretata come un segnale incoraggiante. Greenblatt è un avvocato specializzato nel settore edilizio, e aveva lavorato circa vent’anni per la Trump Organization. Durante la campagna elettorale aveva aiutato il candidato repubblicano a gestire i temi legati al Medio Oriente, e dopo la vittoria il presidente lo aveva scelto come suo inviato speciale. Insieme al genero Jared Kushner, e all’ambasciatore presso lo Stato ebraico David Friedman, era diventato uno dei leader della squadra incaricata di articolare la nuova proposta per la pace. La prima parte di questa iniziativa, quella economica, era stata presentata a giugno in Bahrain nel corso di una conferenza intitolata “Peace to Prosperity”. L’obiettivo era sollecitare in particolare i paesi arabi più ricchi ad investire circa 50 miliardi di dollari per aiutare i palestinesi. L’idea era che la prospettiva di un forte sviluppo economico avrebbe favorito anche l’accordo politico, che sarebbe stato presentato in un secondo momento. La crisi di governo israeliana La crisi di governo israeliana, e le nuove elezioni in programma il 17 settembre, hanno però congelato la pubblicazione, facendola rimandare a dopo il voto. Secondo alcune fonti, la presentazione del piano politico dovrebbe avvenire appena verrà formato il nuovo governo, ma finora le reazioni dei palestinesi sono state generalmente negative, anche perché in base alle informazioni filtrate non conterrebbe la creazione di due stati. La Casa Bianca ha detto che Greenblatt si è dimesso per ragioni familiari. Fin dal principio si era impegnato a servire per due anni, e ormai è entrato nel terzo, perdendo anche grandi opportunità economiche che avrebbe avuto nel settore privato. Il suo posto verrà preso da Avi Berkowitz, consigliere trentenne di Kushner, mentre l’ambasciatore Friedman e l’inviato per l’Iran Brian Hook assumeranno alcuni compiti che lui aveva. Secondo l’amministrazione, in sostanza, la preparazione del piano di pace proseguirà come previsto, e l’ex inviato speciale potrebbe essere ancora in carica quando sarà presentato. Diversi osservatori però notano che le sue dimissioni in questo momento non possono essere un segnale positivo, e forse dimostrano che fin dal principio l’avvocato di Trump specializzato nel settore edilizio non aveva la preparazione necessaria a gestire il dossier mediorientale.
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