Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 30/07/2019, a pag.14 con il titolo "Contro Trump nuove accuse di razzismo", il commento di Paolo M. Alfieri; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 3, la breve "Crimini di guerra nello Yemen".
L'Iran rifiuta la proposta di Emmanuel Macron - che voleva salvare a tutti i costi l'accordo del 2015 sul nucleare firmato da Obama regalando 15 miliardi agli ayatollah, giudicata troppo bassa - e procede sempre più velocemente in direzione dell'arricchimento nucleare e della bomba atomica, cosa che avrebbe fatto comunque. A prenderne atto è perfino Avvenire, di solito megafono del regime degli ayatollah in Italia. OR invece, a proposito della guerra civile in Yemen, mette sullo stesso piano chi attacca e chi si difende.
Il giornale della Santa Sede "dimentica" di scrivere, però, che da una parte c'è il regime riconosciuto, appoggiato dall'Arabia Saudita, dall'altra i terroristi Houthi armati e finanziati dall'Iran.
Ecco gli articoli:
AVVENIRE - Paolo M. Alfieri: "L'Iran rompe gli indugi: 'Non ci sono più limiti' "
L’Iran ha ridotto ulteriormente entro oggi i suoi impegni riguardo all'accordo sul nucleare. Lo ha annunciato il presidente iraniano, Hassan Rohani, nonostante gli sforzi diplomatici per salvare l'intesa internazionale firmata nel 2015. In un discorso in tv, il capo di Stato ha comunicato l'abolizione di ogni limite sulla ricerca e lo sviluppo del programma atomico, incrementando il numero delle centrifughe. Una decisione - ha detto il leader - «di straordinaria importanza, che accelererà considerevolmente le attività dell'Organizzazione per l'energia nucleare». Secondo il presidente iraniano, Teheran ha previsto un margine di circa 5 mesi per le trattative in corso con la Francia, che dureranno fino alla fine dell'anno. Inoltre si rincorrono voci sul rifiuto, da parte del regime, della linea di credito di 15 miliardi offerta da Macron a nome della Ue. «La Francia dice che parlerà con gli altri Paesi europei, oltre che con Cina e Stati Uniti, e che effettueranno la coordinazione necessaria. I nostri colloqui con la Francia si svolgono in questo quadro, visto che il Paese rappresenta l'Ue e i tre firmatari (europei) dell'accordo sul nucleare», ha spiegato il capo del governo di Teheran. Rohani ha quindi riferito delle sue recenti trattative telefoniche con il suo omologo francese Emmanuel Macron, l'ultima sabato scorso. Teheran aveva più volte minacciato un ulteriore disimpegno dall'accordo sul nucleare se l'Europa non avesse trovato un modo per aggirare le sanzioni Usa, riprese dopo l'uscita unilaterale di Washington l'anno scorso. Come reazione alla mossa di Washington, il primo luglio l'Iran ha annunciato l'aumento delle sue riserve di uranio arricchito oltre il limite massimo di 300 chilogrammi fissato dall'accordo, mentre l'8 luglio ha riferito di aver superato la soglia di arricchimento dell'uranio fissata al 3,67 per cento. Per l'Aiea, al 30 agosto Teheran aveva circa 306 chilogrammi di riserve di uranio arricchito e poco più del 10 per cento è stato arricchito al 4,5 per cento.
L'OSSERVATORE ROMANO: "Crimini di guerra nello Yemen"
Terroristi Houthi filo-iraniani
Una moltitudine di crimini di guerra sono stati commessi nello Yemen, presumibilmente da tutte le parti in conflitto. E quanto conferma il rapporto del gruppo di esperti indipendenti dell'Onu reso noto ieri a Ginevra. Il gruppo, istituito dal Consiglio dei diritti umani, denuncia l'assenza di azioni da parte della comunità internazionale per porre fine a tali violazioni, fa sapere di aver consegnato un elenco riservato di possibili sospetti di crimini di guerra all'Alto commissario Onu per i diritti umani e chiede il rinnovo del mandato per avere la possibilità di includere la raccolta di prove di presunte violazioni. Si legge, nel rapporto, di raid aerei, bombardamenti indiscriminati, atti di tortura, violenze sessuali, ma anche di ostacoli agli aiuti umanitari e ricorso alla fame come metodo di guerra, nel contesto della più grave crisi umanitaria nel mondo. «Cinque anni dopo l'inizio del conflitto, le violazioni contro i civili yemeniti continuano senza sosta, con totale disprezzo per la difficile situazione della popolazione», ha affermato Kamel Jendoubi, presidente del gruppo di esperti sullo Yemen. Gli esperti dell'Onu ritengono che il governo yemenita e la coalizione a guida saudita che lo sostiene, da una parte e dall'altra i ribelli huthi ed i comitati popolari affiliati abbiano tutti approfittato di una situazione di «assenza generale d'obbligo di rispondere per le violazioni». Gli esperti chiedono alle parti in conflitto di porre immediatamente fine agli atti di violenza contro i civili. C'è un appello anche per gli altri Stati, ai quali si chiede di astenersi dal fornire armi. E una richiesta fondata sulla consapevolezza che «la legalità dei trasferimenti di armi da parte di Francia, Regno Unito, Stati Uniti e altri Stati rimane discutibile».
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