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Italia Oggi Rassegna Stampa
03.09.2019 Germania: in Sassonia e Brandenburgo cresce ancora AfD
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 03 settembre 2019
Pagina: 14
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Ecatombe per i partiti al governo»
Riprendiamo da ITALIA OGGI del 03/09/2019, a pag.14, con il titolo "Ecatombe per i partiti al governo" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Gita fuori porta in una domenica emblematica, tra passato e presente. II primo settembre di 80 anni fa, era un venerdì, i nazisti attaccarono la Polonia e iniziò la seconda guerra mondiale. E si vota in Sassonia, e nel Brandeburgo, il Land che circonda Berlino, che sarebbe la vecchia Prussia, gli alleati la vollero cancellare dalla carta geografica, come se bastasse cambiare un nome per esorcizzare la storia. Si passa in auto per la Karl-Marx Allée, la lunga strada dai palazzoni in stile sovietico, da qui parti la rivolta nel '53, contro gli occupanti russi, si costeggia l'Hoppgarten, l'ippodromo in stile Belle Epoque, dove il 3 ottobre, festa della riunificazione, si gioca a imitare Ascot, uomini e donne in costume, e si suona l'inno nazionale. Si ha l'impressione di essere sempre alla periferia della metropoli, ma mi trovo nel Brandeburgo, quasi a metà strada da Francoforte sull'Oder, al confine con la Polonia. Villette ordinate nel bosco, costruite dopo il crollo del Muro, non di lusso. È la festa di compleanno di una mia amica. ll terreno tra alberi secolari apparteneva alla famiglia da sempre, dopo la guerra rimase all'Est. «Ma l'ho ottenuto in poche settimane, senza problemi», mi racconta la madre. Vi ha costruito una dacia in legno prefabbricata. Tutti gli ospiti vengono da Berlino, nessuno vota nel Brandeburgo, ma sono a sinistra o per la Merkel. Non parlo di politica, a un compleanno non sta bene, e loro non mi pongono domande sull'Italia. Difficile avere un contatto con i locali, confida un altro amico, tutti gentili, ma si chiudono se cerchi di conversare. Una ventina d'anni fa venne indetto un referendum per unire Berlino al Brandeburgo, 3,5 milioni di berlinesi e 2,4 milioni di «provinciali». Dissero di no. Si torna per un'altra strada, rimaniamo bloccati in una lunga coda per il rientro domenicale, si passa vicino a Tempelhof, il vecchio aeroporto di Hitler, e sotto il municipio di Schöneberg, dove nel '63, Kennedy pronunciò la storica frase «Ich bin ein Berliner». Sono a casa puntuale alle 18 per le prime proiezioni elettorali. Saranno esatte con qualche decimale di differenza, Chissà come fanno. La Cdu, il partito della Merkel (32,1, meno 7,3) è al potere da sempre in Sassonia, l'Spd (26,2%. Meno 5,7%) in Brandeburgo, pur con forti perdite. Difendono il primato a stento. La gioia con cui si festeggia il risultato, tradisce la paura: le previsioni della vigilia erano peggiori. All'estrema destra, l'AfD trionfa ma rimane al secondo posto, il distacco è di tre punti a Potsdam, alle porte di Berlino, e a cinque a Dresda. In Sassonia, i socialdemocratici ottengono il peggior risultato di tutti i tempi, a livello nazionale o locale, il 7,7%. Hanno rischiato di finire sotto lo sbarramento del 5%. E c'è un problema: hanno ammesso con un trucco burocratico solo 30 candidati dell'AfD, che conquista invece 39 seggi. Ora come si fa? Si rischia di dover tornare al voto, ma si troverà un cavillo per evitarlo. Il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, e la Merkel sono in Polonia per le celebrazioni della guerra, e chiedono perdono in nome della Germania. II nonno di Frau Angela era polacco. E oggi un quarto dei tedeschi dell'Est è neonazista, leggo alcuni commenti indignati sui giornali italiani online. L'AD raggiunge il 23,5% (+11%) in Brandeburgo, il 27,5% (+17,7%) in Sassonia. Tutti nostalgici di Hitler? I leader del partito sono poco raccomandabili, ma non tutti i loro elettori sono nazisti. Le ragioni sono diverse, e sempre scomode. Una festa di compleanno non basta a capire, o forse a intuire, almeno un poco. L'AfD ha ottenuto mezzo milione di voti in più rispetto al 2014. In base alle analisi di voto, è il partito che ha guadagnato di più tra gli astenuti di cinque anni fa: 226 mila voti in Sassonia, e 100 mila in Brandeburgo. A Potsdam, 12 mila elettori socialdemocratici sono passati ai populisti e 13 mila sono arrivati dalla Linke, all'estrema sinistra. A Dresda, 84 mila cristianodemocratici passano all'Afd, 11 mila socialdemocratici e 13 mila della Linke. Votavano a sinistra, o per il partito della Merkel, ed erano neonazi a loro insaputa? Secondo un'altra analisi, la metà di chi ha votato per l'AfD ha meno di 34 anni. Nel Brandeburgo per la prima volta votavano anche i sedicenni. Quando cadde il Muro non erano nati o andavano all'asilo. Perché all'Est voltano le spalle alla Linke, e ai grandi partiti dell'Ovest? Nei due Länder la disoccupazione (intorno al 5%) è nella media nazionale o inferiore, e le condizioni economiche sono migliori rispetto a 5 anni fa. Si lamentano del poco rispetto per l'identità locale, e ci si preoccupa per la presenza di troppi stranieri, che siano di meno rispetto all'Ovest poco importa. Fra Merkel non chiuse le frontiere esattamente il 5 settembre di 4 anni fa. Dopo due ore di cronaca elettorale, il telegiornale tedesco alle 20 sfora appena di 5 minuti per rispettare il tradizionale appuntamento con il giallo della domenica. Ne ho abbastanza di Germania, e scarico (legalmente) un telefilm svedese da internet. II commissario Beck è alle prese con l'invasione dei profughi, problema europeo da Lampedusa a Stoccolma. Una storia buonista, ma senza lieto fine.

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