Hezbollah attacca Israele, i media italiani quasi tutti muti 02/09/2019
Hezbollah attacca Israele, i media italiani quasi tutti muti
Commento di Deborah Fait
Solo nelle prossime ore sapremo se l'attacco di Hezbollah di domenica al kibbutz Avivim e alla base militare vicina, sarà il casus belli incessantemente cercato dal fottutissimo Partito di Dio, legato e finanziato dall'Iran, che mira alla distruzione di Israele. Le immagini che abbiamo visto alla TV israeliana erano impressionanti, un enorme boato e poi tanto fumo come se fossero scoppiati 10 vulcani contemporaneamente. Tutto questo però si è rivelato essere un flop poiché i terroristi non sono riusciti a fare nemmeno un ferito e nessun danno reale a cose a parte una camionetta vuota. Paura si, bambini che tornavano da scuola sono rimasti bloccati e genitori tornati dal lavoro che non potevano raggiungere le loro case per rassicurare i figli terrorizzati. Israele ha risposto con 100 colpi di cannone in direzione della base dei terroristi e con un attacco aereo. Intanto sono stati aperti tutti i rifugi fino alla città di Naharya, la popolazione vi passerà la notte, si parla di centinaia di migliaia di persone dalla costa fino alle colline confinanti con il Libano. Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è pronto ad ogni scenario e, a seconda degli sviluppi, il Gabinetto deciderà quali azioni intraprendere. Nel frattempo il Libano, paese ospite di Hezbollah da decenni, ha chiesto aiuto alla comunità internazionale con una faccia tosta che ha dell'incredibile. Il Libano dovrebbe essere un paese sovrano, negli anni 60 era considerato la Svizzera del Medio Oriente, negli anni 70 Arafat, invadendolo con le sue bande palestiniste, ha pensato bene di distruggerlo facendo 40.000 morti in maggioranza cristiani. Dopo una simile batosta il paese è diventato un satellite dell'Iran e base sicura per Hezbollah nella guerra contro Israele. Nasrallah, capo assoluto dei terroristi, dall'ultima guerra contro Israele vive rinchiuso nel suo bunker a trenta metri sottoterra dove suppongo si annoi parecchio. I cittadini libanesi non possiedono bunker, forse nemmeno rifugi e, sapendo che la tattica di Hezbollah è fare la guerra in mezzo ai civili per creare più vittime possibili, hanno giustamente paura. Ho tenuto d'occhio tutti i telegiornali italiani e solo due hanno dato la notizia del gravissimo attacco che avrebbe potuto fare strage di civili, il TG2 e Rainews24, i giornali hanno ignorato il tutto, esclusi La Stampa e il Corriere . Il Tg2, nei titoli ha parlato di "tensione tra Israele e Libano con lancio missili", notizia scorretta dal momento che il missile è stato lanciato da Hezbollah non da Israele che ha doverosamente risposto. Raffaele Genah, inviato del TG2 al confine col Libano, ha parlato di ritorsione di Hezbollah a causa dei droni israeliani che giorni fa avevano colpito un importante obiettivo dei terroristi. Genah dovrebbe informarsi meglio perché i droni sono stati lanciati dopo vari attacchi contro il territorio israeliano e solamente per distruggere armi e missili. Le azioni di Israele non sono mai rivolte contro le popolazioni libanesi o siriane bensì contro i terroristi e i depositi di armi. Questo fa la differenza. 150.000 missili puntati contro Israele non sono uno scherzo. Purtroppo pochi in occidente capiscono il diritto/dovere di difendersi e il pericolo che Israele corre quotidianamente da sempre riuscendo a mantenere inalterato il suo sangue freddo. L'attacco di domenica poteva fare una strage di civili al kibbutz Avivim e questo era l'obiettivo di Hezbollah, non ammazzare solo soldati ma anche donne e bambini, provocare la inevitabile reazione di Israele e dare inizio all'ennesima guerra. Una chicca: durante l'attacco, per far si che Hezbollah credesse di aver raggiunto l'obiettivo facendo morti e feriti e si fermasse per complimentarsi con se stesso e fare salti di gioia, Israele ha caricato sugli elicotteri dei finti feriti portandoli all'ospedale di Naharya dove sono scesi per tornare alle loro basi, sani come pesci. Aguzzare l'ingegno è da sempre, necessariamente, una caratteristica ebraica.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"