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Abbiamo passato una settimana infame. Svegliarsi alla mattina e vedere sulla prima pagina dei giornali le fotografie di giovani , belli, sani, nostri, i nostri soldati ammazzati. Accendere la radio, col batticuore, per le prime notizie della giornata, sentire il racconto di quello che e' successo la sera prima, ascoltare i nomi ...sara' qualcuno che conosco.....? Ogni israeliano incomincia cosi' la sua giornata e la conclude cosi'. Le notizie, i morti, i feriti, i funerali. Il dolore! Poi e' la volta della televisione, le bare con la bandiera di Israele, le mamme, i papa', i fratelli, gli amici, i compagni della stessa base, disperati, lacrime, lacrime, singhiozzi, abbracci. I padri che recitano il kaddish davanti alle bare dei figli, e' contro natura, padri distrutti, la voce che trema, la voce che non riesce a uscire. Perche' sempre tanto dolore? Poi altre immagini, terribili, i nemici che ridono, i bambini palestinesi che guardano, sghignazzando con soddisfazione, le foto delle teste mozzate, dei brandelli di corpi violati e trascinati per tutta Gaza poi nascosti nelle ambulanze della Mezzalunarossa. Anche le ambulanze sono terroriste da quelle parti. Con tutto questo orrore nel cuore, sulla pelle e nella carne, sabato sera a Tel Aviv, in Piazza Rabin,c'e' stata una grande manifestazione, 250.000 persone, non della sinistra o della destra. No, erano ebrei, erano israeliani che volevano dare il loro appoggio a Sharon e al suo piano di separazione. Israele sa stringersi nel dolore, Israele, fratelli, famiglia, popolo, uniti come solo gli ebrei sanno esserlo. Il mondo ce lo ha sempre invidiato e forse, anche per questo, siamo stati odiati. Guardando le immagini della manifestazione, immagini che conosco a memoria per esserci stata tante volte, pensavo alle manifestazioni italiane, alla violenza, alla guerriglia per le strade, all'odio tra partiti, alle bandiere bruciate sempre e comunque anche se la manifestazione e' per i pensionati. Pensavo alle vetrine rotte, ai cassonetti dati alle fiamme. Niente di tutto questo in Israele. Qui la politica e' una cosa seria, non lascia posto alla delinquenza, qui si va alle manifestazioni con i bambini sulle spalle dei papa', con le carrozzelle, ci vanno i vecchietti tranquilli e sicuri, nessuna paura, si canta , si canta l'amore per Israele, si canta la voglia di pace, nessuna espressione di odio per i nostri assassini, nessuno slogan urlato contro gli arabi. Unica bandiera quella di Israele. Che gioia, che orgoglio essere cosi'. La gente non capisce, o non vuole capire, la grandezza di questo popolo che riesce ad essere privo di odio e di violenza dopo tutto quello che ha passato. I canti di pace volano nell'aria, in Kikar Rabin, e su in alto nel cielo si scontrano, via etere, con le urla di odio del nemico che manifestava nello stesso momento...con altro stile.. Pensavo, ma perche' li amano tanto laggiu' in Europa. Non sanno?Non vogliono sapere. Vedono? non vogliono vedere. Ricordano? Non vogliono ricordare. E allora ricordiamo, noi che abbiamo un cuore ricordiamo, noi che siamo i cultori della memoria ricordiamo, noi che rispettiamo la vita ricordiamo : Trent'anni fa. Ma'alot, cittadina Galilea a nord di Israele. Tre terroristi palestinesi entrano in una scuola e prendono in ostaggio gli scolari e gli insegnanti. Vogliono l'immediata liberazione dei prigionieri palestinesi. I bambini sono terrorizzati, gli insegnanti non possono far nulla per loro se non stargli vicino e morire di paura . I terroristi rifiutano ogni trattativa e incominciano il massacro. Corrono dietro ai bambini che, scappando, si nascondono sotto i banchi nella ingenua speranza di non esser visti, urlano di terrore, urlano, piangono. Mamma , papa', aiutami! I terroristi li tirano fuori da sotto i banchi e li scannano, gli sparano in testa a bruciapelo, senza pieta'. Quando mai hanno avuto pieta'? Maledetti, quando mai hanno pieta'? Quanti bambini urlanti ci hanno scannato negli anni? Uccidono, dunque, 21 bambini e due insegnanti prima di essere uccisi dai soldati israeliani. Il “Fronte Democratico di Liberazione della Palestina”, gruppo marxista-leninista, che, come tutte le altre organizzazioni palestinesi, continua ancora oggi a macchiarsi di crimini ammazzando ebrei, rivendica il massacro di Ma'alot. Nazisti, nient'altro che nazisti. Assassini, nient'altro che assassini. Eppure il mondo li ama, il mondo li difende, li giustifica sempre, il mondo ha cuore solo due cose : l'odio contro l'America e l'odio contro Israele. Ventun bambini assassinati come bestie a Ma'alot? Non erano i primi e non sarebbero stati gli ultimi. "Terrorizzate il nemico" ha urlato ieri Arafat. Noi pero' non siamo terrorizzati, vecchio demone, quelli come te, nei secoli bui, ci hanno abituati a non esserlo ed e' per questo che siamo sopravissuti a tutti i tuoi predecessori e sopravviveremo anche a te! Nessun terrore, solo tanto disprezzo per te e per le tue bande di assassini, Mr. Arafat! Andiamo avanti a ricordare. Dobbiamo perche' se non lo facciamo noi chi lo fa? Due anni fa Daniel Pearl fu decapitato perche' ebreo e americano. Due giorni fa Nick Berg e' stato decapitato perche' americano e ebreo. La reazione alla decapitazione di Daniel , costretto a dire "Sono ebreo, i miei genitori sono ebrei" e' stata quasi nulla. I media ne hanno appena accennato come se nel duemila fosse naturale decapitare la gente, gli ebrei, ancora gli ebrei. La decapitazione di Nick ha fatto un po' piu' scalpore, superato pero' dall'indignazione per prigionieri iracheni nudi e tenuti al guinzaglio. Non solo, stanno gia' cercando il punto debole del povero ragazzo, avra' avuto anche lui un tallone d'achille, No? Cercano come matti per poter dire "beh, in fondo se lo e' meritato". Ahhh che soddisfazione! e poi, via, il caso e' chiuso. I poveri iracheni non potevano fare altro che decapitarlo...poteva starsene a casa, che diamine! E' possibile indignarsi di piu' per i maltrattamenti, seppure ignobili, inferti a prigionieri che non sono ladri di polli che per lo scannamento di un essere umano al grido di Allah hu Akbar? Tagliavano e urlavano Allah hu akbar, tiravano quella povera testa e urlavano Allah hu Akbar. Si e' sentito solo il grido disperato di Nick , subito trasformato in rantolo e piangendo per il raccapriccio uno pensa e spera che non abbia sentito troppo male, che sia svenuto subito o quasi. Si, e' possibile indignarsi di piu' per i maltrattamenti che per questo orrore. E' quello che sta accadendo. I 21 bambini di Ma'alot, assassinati il 15 maggio 1973, li ricordiamo soltanto noi. I nostri 13 soldati i cui corpi sono stati violati e sparsi nella sabbia e nella sporcizia li piangiamo soltanto noi. Il mondo occidentale ha altri problemi, e' occupato a trovare giustificazioni per gli assassini. |
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