Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 29/08/2019, pag.15 con il titolo "Iran, ritorna l'orrore delle impiccagioni in piazza" il commento di Camille Eid.
Bene fa Avvenire - una testata che di solito difende il regime degli ayatollah e attacca Israele - a ricordare le numerose e feroci esecuzioni pubbliche che si svolgono ogni mese in Iran. La dittatura sciita è, dopo la Cina (che ha però una popolazione venti volte più numerosa) il Paese al mondo che commina ogni anno più condanne a morte.
Ci viene in mente la calda accoglienza di Zarif, ministro degli esteri iraniano, a Biarritz, accolto con tutti i riguardi dopo essere stato invitato da Macron, le barbarie che avvengono nel regime degli ayatollah non preoccupano le democrazie occidentali.
Ecco l'articolo:
Camille Eid
Esecuzioni pubbliche in Iran
Tornano le esecuzioni in piazza - è stato impiccato in pubblico l'uomo che, lo scorso maggio, aveva ucciso l'imam incaricato della preghiera del venerdì a Kazarun, città dell'Iran meridionale. Lo riporta l'agenzia di Stato Irna, citando il capo della giustizia della provincia di Fars, Kazen Musavi. Hamid Reza Derakhshandeh è stato ucciso sulla stessa scena del delitto: il 29 maggio aveva ucciso con un coltello Mohammad Khorsand, mentre tornava a casa da una cerimonia del Ramadan, il mese sacro di digiuno per i musulmani. Il religioso, dal 2007, era il principale imam della preghiera del venerdì. Dopo il suo arresto, Derakhshandeh è stato processato e ha «confessato» di aver premeditato l'omicidio, come ha riferito Musavi. La sentenza di morte era stata confermata dalla Corte Suprema ed eseguita dopo che la famiglia dell'imam aveva deciso di non perdonare l'assassino, il quale non aveva espresso pentimento. Secondo la legge iraniana, la famiglia di una vittima di omicidio può fermare l'esecuzione capitale del condannato e ottenere un compenso. L'esecuzione conferma un trend in crescita ogni volta che sale la tensione politica interna o internazionale. Secondo l'organizzazione Iran Human Rights (Ihr) sarebbero almeno 110 le esecuzioni compiute in Iran nella prima metà del 2019, tra cui due minorenni. L'Ihr ha calcolato che delle 110 esecuzioni, solo 37 sono state riportate da fonti filogovernative, mentre le altre sono state tenute "segrete". Salgono così ad almeno 3.724 le esecuzioni compiute in Iran dall'inizio della presidenza di Rohani (primo luglio 2013). Secondo le informazioni ufficiali raccolte da Nessuno tocchi Caino, delle 326 esecuzioni registrate nel 2018, almeno 14 erano pubblicate con persone impiccate in piazza (sono state 36 del 2017), di cui 10 per fatti di natura politica, anche se è probabile che molti altri messi a morte per reati comuni fossero in realtà oppositori politici appartenenti alle varie minoranze etniche, come curdi, baluci e ahwazi.
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