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Il Foglio Rassegna Stampa
26.08.2019 L'islamizzazione dell'Europa finanziata dal Qatar perte dall'Inghilterra
Analisi tratta dal Times

Testata: Il Foglio
Data: 26 agosto 2019
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Così il Qatar usa le banche di Londra per propagare l’islamismo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/08/2019, a pag. III il commento "Così il Qatar usa le banche di Londra per propagare l’islamismo" tratto dal Times.

Il Qatar, con l'Iran, è la principale minaccia per la pace in Medio Oriente, è un Paese con circa 200.000 cittadini e un pil pro capite tra i più alti del mondo. In Qatar vivono però anche oltre due milioni di persone senza alcun diritto: sono lavoratori stranieri - indiani, bengalesi, filippini - tenuti nella condizione di schiavi. L'organo di propaganda del regime è Al Jazeera.

Il Qatar si sta anche impadronendo dell'economia europea, come è rivelato nei dettagli dal libro di cui al nostro link: http://www.informazionecorretta.com/find.php?find=qatar

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Ecco l'articolo:

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Doha, Qatar: fondamentalismo islamico

Accademici ed ex diplomatici sono d’accordo che il Qatar non ha mai fatto grandi sforzi per nascondere il proprio sostegno per gruppi islamisti in medio oriente”, ha scritto Andrew Norfok sul Times. “Che gli emirati stiano ora facilitando l’espansione dell’islam politico in occidente sembra avere parallelismi, secondo gli osservatori del Golfo, con la longeva responsabilità dell’Arabia Saudita nel finanziare l’esportazione globale dell’ideologia fondamentalista Wahhabi. C’è meno consenso sul perché un piccolo stato con il reddito pro capite più alto al mondo abbia deciso di facilitare e finanziare l’operato dei Fratelli musulmani, Hamas e fazioni islamiste che hanno intrapreso guerre in Siria e in Libia. David Roberts, del King’s College di Londra, un ex direttore dell’ufficio del Qatar al Royal United Services Institute, dice che il Qatar considera di rapportarsi con ‘cosiddetti islamisti moderati’ nella logica di ‘impedire alle persone di radicalizzarsi ancora di più nell’estremismo e nel terrorismo’. A differenza dei propri vicini, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, il Qatar apprezza ‘il confortevole lusso di poter incoraggiare gruppi islamisti che operano fuori dal Qatar perché non si deve preoccupare di gruppi islamisti che causano danni all’interno dello stato del Qatar’. ‘Lo considera perfettamente razionale e logico. La sua premessa è che questi gruppi sono una realtà e non si possono ignorarli, bensì si deve coinvolgerli. E non vede alcuna differenza tra il sostenere gli islamisti nel golfo piuttosto che nel Regno Unito’. Un ex diplomatico britannico, che ha chiesto di non essere nominato, ha una visione meno caritatevole delle ragioni del Qatar, suggerendo che ‘la mera persistenza con cui sostiene e promuove i Fratelli musulmani tradisce qualche forma di genuina convinzione ideologica’. ‘Il Qatar ha finito per utilizzare i Fratelli per quasi ogni cosa che fa, dall’intervento in Siria e in Libia al sostegno a gruppi terroristici con cui i Fratelli hanno rapporti amichevoli’. ‘Essenzialmente, sono tutti movimenti islamisti rivoluzionari. L’unica differenza tra loro è metodologica’. Paul Stott, docente di studi internazionali e diplomatici a Soas, Università di Londra, e ricercatore presso il centro sulla radicalizzazione e il terrorismo della Henry Jackson Society che ha indagato la Al Rayan Bank, dice che il Qatar ‘ha una visione a una strategia che include l’impianto della propria particolare interpretazione dell’islam nel Regno Unito e in occidente’. ‘Quando si guarda ad alcuni dei gruppi che utilizzato i servizi bancari di Al Rayan, si dovrebbero porre serie domande circa la compatibilità dei loro obiettivi con i principi della liberal democrazia’. ‘Alcune di queste organizzazioni non hanno scrupoli nel loro sguardo critico verso la società britannica. Come minimo, avremmo bisogno di un dibattito politico su quanto siamo o meno a nostro agio con alcune delle loro opinioni’.”

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

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