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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.08.2019 Voglio un milione di morti: ecco Abu Mazen, l'uomo di pace
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 agosto 2019
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Voglio un milione di morti: ecco Abu Mazen, l'uomo di pace»

Voglio un milione di morti: ecco Abu Mazen, l'uomo di pace
Commento di Deborah Fait


a destra: Rina Schnerb

Nel luglio dell'ormai lontano anno 2000 Arafat abbandonò il summit di Camp David dove l'irresponsabile Ehud Barak, alla presenza di Bill Clinton, gli aveva promesso quasi tutta la Giudea e Samaria, Gerusalemme est e il Monte del Tempio.
Arafat fuggì di fronte a simile generosità, per la paura di essere costretto ad accettarla. Clinton non vedeva l'ora di togliersi quella patata bollente di torno, l'egiziano Arafat lo sapeva quindi decise di darsela a gambe salvando così Israele dalla stupidità di Ehud Barak.
Rincorso per mezzo mondo dall'allora Segretario di Stato Madeleine Allbright,  il padre di tutti i terroristi arrivò a Gaza, salì sul palco tra le ovazioni della gente e urlò con quanta voce aveva nei polmoni "Voglio un milione di morti per Gerusalemme". Le ovazioni divennero furore e frenesia, la folla era esaltata da quella promessa di morte e violenza. Ebbe così inizio la seconda intifada e il sangue rincominciò a scorrere per le strade di Israele. Lo ricordo come fosse oggi quel demonio, adorato dal mondo, idolatrato da chi voleva la pace distruggendo Israele, mentre sputacchiava urlando le sue minacce.

Dopo cinque anni di sangue, lacrime e morti finalmente il mafioso più pericoloso del mondo passò a miglior vita andando a tener compagnia a Lucifero. E la seconda intifada ebbe fine.
Quasi vent'anni dopo ecco che il suo successore, Abu Mazen (il simpaticone del Papa che lo promosse "angelo della pace") durante una visita a un campo rifugiati ( nessuno si chiede come mai esistano ancora dopo 70 anni nonostante i soldi che l'ANP riceve da tutto il mondo?) vicino a Ramallah, è stato ripreso dal sacro fuoco del martirio…degli altri… e si è messo a urlare anche lui. "Noi entreremo a Gerusalemme, voglio un milione di combattenti pronti a morire"

Tra le urla di Allahhu Akhbar di tanti esaltati pronti ad andare a raggiungere le 72 vergini nel loro paradiso , Bubu Mazen , come viene chiamato sul web, ha continuato: "Nessuno ci sposterà dalla nostra terra. Loro (gli ebrei) se ne vadano, sono stranieri per questa terra e non hanno diritti. Tutto quello che hanno costruito sarà distrutto, col volere di Allah. Loro ( sempre gli ebrei) finiranno nell'immondizia della storia". E la folla, invasata, urlava: " Marceremo su Gerusalemme. Saremo milioni di martiri."  https://www.jpost.com/Israel-News/PA-President-Abbas-We-Shall-Enter-Jerusalem-Millions-of-Fighters-599457

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L'uomo della pace!

Io mi chiedo,  ma questo è un popolo? Ma quello dovrebbe essere un leader?
Abu Mazen è un terrorista, un negazionista che segue l'agenda preparata da Arafat e usa il popolo per i suoi vergognosi scopi che sono incassare soldi, tanti soldi, persino più del suo predecessore. Lo fa sulla pelle di quei fanatici che lo seguono urlando come ossessi e sulla pelle di Israele.
Pochi giorni prima, Abbas Zaki, un confidente del padrino di Ramallah e membro di rilievo di Fatah, andò in una scuola per parlare agli studenti. Credete che li abbia incoraggiati a studiare per arrivare ad avere una posizione una volta cresciuti?
NO! le sue parole sono state: " Allahu akhbar. Vigliacco è chiunque non vuole sacrificarsi per Gerusalemme (Al Quds). Cosa diceva Arafat?- Sorgete! Le porte del paradiso sono aperte…la vita sarà data a chi cerca la morte per martirio…chi muore nel suo letto è un vigliacco. Un vero uomo si avvicina alla morte con il sorriso, correte verso la morte-". https://www.jpost.com/Opinion/The-Invisible-Palestinian-597646 .
Questo schifo, che è l'eterno leit motiv dell'anima palestinese, è stato pubblicato anche sulla pagina Facebook di Zaki perché milioni di altri giovani potessero leggerle e desiderare di morire da martiri ammazzando ebrei.
Qualcuno di questi ragazzi si chiederà come mai i loro coetanei arabi israeliani stanno bene, si divertono, studiano, riempiono le università, vanno a ballare, metà del personale medico e paramedico degli ospedali è arabo, e le banche e il commercio,  sono presenti persino nell'esercito.
Gli balenerà il pensiero "Perché loro in Israele stanno bene e noi, in Palestina stiamo così male?"
No, pare proprio di no e se questo pensiero li tocca riesce solo ad alimentare l'odio ma non verso i loro capi che li usano come carne da macello, verso Israele. Sembra assurdo ma è così che vengono cresciuti dal momento in cui nascono.  Sono gioventù perduta, usata da criminali che si fingono eroi. Stanno preparando altre generazioni di assassini pronti a morire par Allah e per Arafat.

Ogni giorno Israele piange un suo figlio morto ammazzato, è l'intifada di attrito in attesa di quella totale che sarà la terza.  Anche oggi un agguato di terroristi ha attaccato una macchina che passava in Giudea, erano un padre e due figli, andavano in gita. I terroristi hanno gettato una bomba contro l'auto, hanno ucciso Rina Scherb, una ragazzina di 17 anni, il papà Eitan e il fratello Dvir di 20 anni sono stati feriti gravemente. Rina, che significa gioia,  è stata sepolta una settimana dopo il suo compleanno, era bella e sorridente come si deve essere alla sua età quando si vede tutto rosa. L'ennesima vittima innocente del terrorismo arabo-palestinese. Gli adoratori della morte le hanno tolto il sorriso, la giovinezza e la vita ma per loro, maledetti, è stato "missione compiuta. Un altro ebreo ammazzato".

Questi sono gli assassini che tanti difendono e per cui il mondo odia Israele. Gente che si lascia sopraffare dall'odio e dal desiderio di dare e ricevere la morte può definirsi popolo? Eppure la comunità internazionale è così avvelenata dalla loro propaganda che più di 130 paesi hanno già riconosciuto la cosiddetta Palestina, sicuramente altri seguiranno col rischio enorme che potrebbe nascere una nazione gemella dell'Isis, mantenuta e temuta dal mondo intero. E poi?

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"

takinut3@gmail.com

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