Dai! basta! Basta col processo di pace "made in Palestine", basta col processo di morte, basta.
Oggi è saltato l'autobus numero 14, vicino all'Hotel Inball, a Gerusalemme: 7 morti, altri 5 sono gravissimi e 62 sono i feriti.
Se a Gerusalemme fosse già stata costruita la barriera sette persone sarebbero ancora vive.
Ma lo volete capire questo voi del mondo? Ci sentite? Basta, siamo stufi, siamo stanchi, siamo infuriati più per la vostra incomprensione che per la barbarie dei palestinesi.
Domani incomincia il processo internazionale contro Israele e il Sindaco Deetman dell'Aja ha avuto il coraggio di dire che la presenza dei manifestanti israeliani che, in assoluto silenzio, porteranno ognuno la foto di uno dei nostri morti, e' provocatoria.
I nostri morti provocano il povero sindaco, la carcassa dell'autobus numero 19, il penultimo saltato a Gerusalemme e sistemato dai volontari di Zaka davanti al Tribunale Internazionale, provocherà i giudici.
Qual è la morale di questa Europa, dunque?
Il terrorismo va bene, viene giustificato dall'occupazione ma non si confessano tra loro, i grandi capi, che l'occupazione è venuta solo dopo il terrorismo? Non ritengono che i morti innocenti israeliani siano più importanti della barriera difensiva che Israele sta disperatamente costruendo?
Il signor Arafat e il signor Qureya hanno detto, dopo l'attentato, che gli israeliani lo prenderanno come scusa per andare avanti con la barriera e queste immorali e oscene parole, pronunciate sul sangue di sette persone innocenti, vengono definite dai media italiani "condanna". Condanna di cosa? Ha mai detto Arafat, o chi per lui, che il terrorismo è barbaro e che non va bene ammazzare cittadini innocenti? Ha mai Arafat, o chi per lui, chiesto scusa ai genitori di bambini israeliani morti? O ai bambini i cui genitori sono stati assassinati dal terrorista di turno? E allora di che condanna parlano i media?
Quanti autobus sono esplosi? Quanti cittadini pacifici e innocenti sono morti mentre l'Europa continua a prendere a calci nel sedere Israele?
Avi Ohaion era a Tel Aviv e stava parlando al telefono con la moglie che viveva al Kibbuz Metzer con i loro due bambini, Matan di 5 anni e Noam di tre. Improvvisamente Avi sente delle grida disperate al telefono, era la moglie: era appena entrato in casa un terrorista.
Avi, impotente e disperato, sentiva le grida della moglie che tentava di difendere i figli, sentiva le grida terrorizzate dei suoi bambini, gli spari e poi silenzio. Il terrorista palestinese li aveva uccisi a bruciapelo tutti e tre. Avi, papà orfano di Noam e Matan, andrà all'Aja e la sua presenza sarà considerata provocatoria. Le foto della sua famiglia massacrata disturberanno gli occhi del Sindaco.