Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/08/2019 a pag.18, con il titolo "Respinta la richiesta Usa di fermare la nave iraniana" il commento di Giordano Stabile.
La Gran Bretagna con questa decisione conferma la sudditanza delle democrazie occidentali alla dittatura iraniana.
Giordano Stabile
Ha cambiato nome e bandiera, e forse è riuscita a evitare l'ultima secca. La superpetroliera iraniana bloccata da oltre 40 giorni a Gibilterra ha ricevuto il via libera per la partenza. Le autorità della Rocca ieri hanno respinto la richiesta di una corte Usa di prolungare il sequestro, in base a una legge degli Stati Uniti. I giudici accusavano la nave di aver violato le sanzioni nei confronti dell'export di petrolio verso la Siria e sul finanziamento dei Pasdaran. Ma le autorità della Rocca hanno risposto che i provvedimenti in questione non erano applicabili sul territorio della Ue. «Le sanzioni europee – ha spiegato in una nota il governo locale – hanno un ambito molto più ristretto rispetto a quelle applicabili negli Stati Uniti». La Grace 1 è stata ribattezzata Adrian Darya-1 e ora batte bandiera iraniana, invece di quella di comodo panamense. Nella serata di ieri la sua partenza era data per imminente, anche se doveva aspettare che il nuovo equipaggio salisse a bordo. La sua odissea va avanti dal 4 luglio, quando un «servizio di Intelligence occidentale» ha intercettato le conversazioni su WhatsApp di alcuni ufficiali. E ha scoperto che il carico era diretto alla raffineria di Baniyas, in Siria, azienda sotto sanzioni europee. Le autorità britanniche sono state avvertite e dall'Inghilterra è partito un commando incaricato di far rispettare l'embargo. Ma la mossa si è inserita in maniera deflagrante nella «guerra delle petroliere», che aveva visto sei navi attaccate con mine magnetiche nel Golfo nel giro di due mesi. I Pasdaran hanno reagito con assalti a mercantili all'imbocco dello Stretto di Hormuz, finché tre navi sono state catturate nonostante la presenza di unità militari occidentali. Fra loro la britannica Stena Impero.
Donald Trump
La frenata di Johnson A quel punto il governo del neopremier Boris Johnson ha ceduto. Teheran ha fornito documenti per dimostrare che il carico non era diretto in realtà in Siria. Le autorità della Rocca giovedì hanno deciso il dissequestro. La Grace 1 doveva ripartire venerdì, mentre il rilascio della Stena Impero era previsto nella giornata di sabato. A ritardare lo scambio è arrivata la richiesta dei giudici americani, dopo un'indagine che avrebbe portato alla luce «una rete articolata» di compagnie di copertura che puntava a «eludere le sanzioni Usa sui rifornimenti di petrolio alla Siria» sui finanziamenti alle Guardie rivoluzionarie. Un atto di accusa articolato, che però non ha convinto le autorità di Gibilterra.
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