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La Stampa Rassegna Stampa
19.08.2019 Missili di Hamas contro Israele. Benjamin Netanyahu: 'Stop immediato o ci difenderemo'
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 19 agosto 2019
Pagina: 11
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Hamas, razzi e commando per colpire Israele Netanyahu: 'Stop o guerra'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/08/2019 a pag.11, con il titolo "Hamas, razzi e commando per colpire Israele Netanyahu: 'Stop o guerra' " il commento di Giordano Stabile.

A destra: Benjamin Netanyahu

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Giordano Stabile

Razzi contro le città del Sud di Israele per la seconda notte di fila, raid aerei sempre più pesanti, e un altro commando palestinese intercettato al confine con la Striscia di Gaza, con tre palestinesi uccisi dal fuoco israeliano. Le tensioni tornano a salire come non si vedeva dal marzo scorso, quando a ridosso del voto anticipato i Territori sembravano sul punto di esplodere. Questa volta coinvolgono anche la Cisgiordania e Gerusalemme, mentre un Benjamin Netanyahu indebolito non è più tanto convinto che evitare una guerra aperta servirà a fargli vincere le nuove elezioni previste per il 17 settembre. La notte fra sabato e domenica è stata scandita dal bollettino militare. L'esercito ha individuato un commando che stava per oltrepassare la recinzione e l'ha eliminato con il fuoco da un elicottero e un carro armato. L'azione palestinese era forse un tentativo di rappresaglia dopo i raid su «due centri logistici sotterranei» e un posto di osservazione di Hamas, a loro volta colpiti in seguito al lancio di razzi verso il territorio israeliano. Tre razzi, due intercettati dal sistema Iron Dome. Un altro ordigno era stato lanciato venerdì. Le forze armate hanno ordinato alla popolazione del Sud di proteggersi nei rifugi. Ma la violenza si allarga al di là della Striscia. Sabato un 19enne è stato accoltellato in modo serio vicino alla località di Kiryat Ata, in Cisgiordania. Venerdì, alla famigerata intersezione di Gush Etzion, due fratelli adolescenti sono rimasti feriti, uno gravemente.

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La pazienza ha un limite..

Giovedì un agente è stato accoltellato nella Città Vecchia di Gerusalemme. E due settimane fa un altro commando palestinese era stato intercettato alla frontiera, con un arsenale di fucili automatici e lanciagranate. Per Benjamin Netanyahu non sono buone notizie. Ha tenuto a freno i falchi per un anno, in modo di arrivare alle elezioni del 9 aprile senza una guerra in corso. Ma non è bastato a vincere, soltanto a pareggiare. La sua maggioranza si è ridotta a 60 seggi sui 120 della Knesset, proprio per la defezione del falco Avigdor Lieberman. L'ex ministro della Difesa ieri è tornato ad attaccare il premier, «debole» nei confronti di Hamas: «Se ne va in viaggio – ha rincarato – in Ucraina, per un film di propaganda elettorale, mentre i residenti del Sud sono tenuti in ostaggio». Anche il leader del partito di centro Blu e Bianco, il generale Benny Gantz, che a Gaza ha condotto l'ultima operazione di terra nel 2014, ha accusato il primo ministro di aver «cancellato la forza di deterrenza di Israele». Netanyahu ha replicato con la minaccia di scatenare una nuova guerra, se Hamas non si calma, «anche durante le elezioni». Un cambio di rotta che ha messo in allarme il movimento islamista, padrone della Striscia dal 2007. Il portavoce Fazi Barhoum ha replicato che i raid aerei «sono un segnale di escalation e di aggressione contro la Striscia di Gaza». Un tentativo, a suo dire, «di distrarre l'attenzione dagli eroici atti dei Palestinesi in Cisgiordania: le forze della Resistenza non lasceranno che Gaza sia trasformata in un'arena per regolare i conti interni ai politici israeliani». Rispetto ad aprile il clima è cambiato. L'intransigenza dei gruppi militanti e le tensioni interne a Israele rischiano davvero di trasformare la Striscia nella loro prima vittima.

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