Riprendiamo da ITALIA OGGI del 14/08/2019, a pag.12, con il titolo "Berlino non è più una città sicura per gli ebrei " il commento di Roberto Giardina
I casi di antisemitismo aggressivo (molti dei quali non denunciati) sono in forte aumento. Colpa di musulmani in crescita ma anche dei tedeschi
Roberto Giardina
Berlino- All'aeroporto berlinese di Tegel, sabato mattina alle 8,30, un passeggero spagnolo, turista di ritorno o residente in Germania, in partenza per Minorca, viene fermato al controllo bagaglio a mano. Il suo sarebbe troppo grande. Lui protesta, alla fine l'addetta lo insulta, una frase antisemita, in tedesco, poi in arabo. II passeggero porta al collo una stella di David. Lo spagnolo la denuncia, ma perde l'aereo.
Sull'episodio si indaga. Il Tagesspiegel, il primo giornale della capitale, non scende nei dettagli, il bagaglio era esagerato, o sforava di un centimetro il limite?
I controlli a Tegel sono imprevedibili. Una volta, una giovane controllora lasciò passare davanti a me un ragazzo con trolley e un enorme zaino sulle spalle, e voleva bloccare me perché avevo in mano il laptop e qualche giornale. Comprensiva verso i suoi coetanei, ma le ero antipatico perché indossavo una giacca. Discriminazione generazionale.
Probabilmente, sabato sarebbe finito tutto con una litigata, se il passeggero non avesse perso il volo, e l'episodio non sarebbe stato registrato.
Qualcuno potrà pensare che non valga la pena di riferirlo, con tutto quello che accade ogni giorno.
L'anno scorso i casi di antisemitismo solo nella capitale hanno superato per la prima volta la soglia di mille, 1.084, un aumento del 14% rispetto all'anno precedente. Gravi o meno, e sicuramente sono molti di più.
La polizia li registra spesso come normali litigi, e a scuola i presidi e i professori fanno finta di non vedere: gli studenti ebrei sono in minoranza in confronto ai musulmani Come già scritto più volte, quasi sempre i giornali non rivelano l'etnia dei responsabili. Si può presumere che a Tegel, l'addetta al controllo non fosse tedesca, se ha parlato in arabo. Il viaggiatore avrebbe dovuto seguire i consigli della comunità ebraica che raccomanda agli ebrei di non farsi riconoscere per strada.
Colpa sua, 74 anni dopo la fine del III Reich? Berlino era una città sicura, e non lo è più, dopo l'arrivo negli ultimi tempi di migliaia di profughi musulmani.
Anche per gli omosessuali, che ora rischiano di venire aggrediti in certi quartieri della capitale.
Nei giorni scorsi a Berlino, un rabbino è stato malmenato per strada. E a Monaco, un rabbino e suo figlio sono stati insultati da un'automobilista che li ha presi a sputi. Dal resoconto, sembrava una tedesca. La signora si è costituita dopo qualche giorno, evitando l'arresto.
Alla fine di un lungo articolo sulla Süddeutsche Zeitung si apprende che è un'infermiera marocchina residente da anni in Baviera.
Paradossalmente, i tedeschi sotto il peso del passato sono così preoccupati di venire accusati di razzismo che preferiscono non reagire all'antisemitismo dei profughi, e lo catalogano come «mobbing religioso».
L'anno scorso, durante una manifestazione davanti al Bundestag, e a poche decine di metri dal memoriale che ricorda la Shoah, vasto quanto un campo di calcio, furono bruciate le bandiere di Israele, e il governo annunciò che i profughi responsabili sarebbero stati espulsi. Ma non è avvenuto.
Il pericolo è che le aggressioni da parte di musulmani facciano dimenticare l'antisemitismo dei tedeschi.
Ogni settimana avvengono devastazioni in qualche cimitero ebraico.
Le sinagoghe ora cercano di rimanere anonime, non pubblicano su internet il loro indirizzo, lo comunicano a voce. Alcuni ristoranti sono stati costretti a chiudere per le continue minacce.
Il 12 luglio, un settimanale serio come Der Spiegel ha pubblicato un lungo articolo in cui si spiegava che il Bundestag, il 17 maggio, aveva bollato come antisemitismo il Bds, il boicottaggio delle merci che sarebbero state prodotte nei territori occupati da Israele, grazie alle pressioni di due associazioni ebraiche su diversi deputati, che sono stati invitati a Gerusalemme.
Per Die Welt sarebbe un articolo intriso di antisemitismo. Altri preferiscono rassicurarsi ricordando che i rapporti tra settimanale e quotidiano non sono mai stati buoni. Perché preoccuparsi se un passeggero esagera con il bagaglio e per colpa sua perde l'aereo?
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