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Deborah Fait
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In Italia eravamo indifferenti 29-11-2003
Gli italiani sono spiazzati e hanno paura.

Gli si dice di non andare in metropolitana, giornali e TV raccomandano di stare attenti, decine di attivisti e simpatizzanti di Al Queida vengono arrestati, espulsi.

Carabinieri e militari dell'esercito sono stati assassinati a Nassirya dove aiutavano la gente con bonta' e umanita'.

C'e' una strana atmosfera in Italia, la gente incomincia a guardarsi alle spalle, un fantasma nero che si chiama terrorismo sta percorrendo il Paese da Bolzano alla Sicilia e gli italiani sono inquieti.

Come si fa a non avere paura sapendo che dovunque ci sono covi di volontari disposti a morire per la Jihad?

Tutti nel mirino, tutti possibili vittime del terrorismo.

Eppure fino a ieri ci prendevano in giro, non capivano la paura di Israele, molti restavano indifferenti alla vista degli autobus in fiamme pieni di morti innocenti, la propaganda filopalestinese aveva la meglio: gli israeliani sono cattivi quindi se lo meritano. Se lo meritano cosi' tanto che un recente sondaggio ha smascherato un rinnovato antisemitismo in tutta Europa, Italia compresa.

Fino a ieri gli italiani che adesso si vedono costretti ad aprire le borse alle guardie all'entrata di molti Centri commerciali consideravano esagerate le misure di sicurezza di Israele. Molti , se passavano da queste parti, si scandalizzavano per i severi controlli all'aeroporto. Protestavano, spesso insultavano.

Se facciamo un confronto non c'e' paragone tra quello che succede in Israele e il timore che "qualcosa" possa succedere in Italia.

In Israele la paura e' quotidiana e palpabile, le ferite degli ultimi attentati sono ancora vive, questi tre anni di guerra hanno segnato tutti perche' 900 morti, 6000 feriti non si cancellano e non si dimenticano. Le immagini di sorridenti bambini assassinati restano stampate nel cuore.

Neppure le cicatrici degli ultimi 56 di guerra e terrorismo sono rimarginate, ne' lo saranno mai e mai potranno guarire quelle della Shoa' e giu' giu fino all'Inquisizione, ai roghi, ai pogrom. Una storia di dolore, persecuzioni e guerre che e' impressa nel DNA di ogni ebreo. Ogni ebreo nasce con questa storia nel sangue e a volte capita che qualcuno sia troppo debole per sopportarlo e incominci ad odiarlo il suo sangue e il suo popolo passando dalla parte avversa, quella dei torturatori.

Ogni israeliano nato in questo piccolo paese ha dovuto fare il soldato, ogni israeliano sa che i suoi figli possono morire da un momento all'altro per colpa di un terrorista, o per colpa di un katiuscia che Nasrallah gli spara sulla testa dal Libano o a causa di un rapimento e tutti sappiamo che se un israeliano viene rapito non torna indietro neppure cadavere. Israele deve trattare persino per riavere i resti dei rapiti, deve cedere a ricatti indegni, deve liberare terroristi assassini per riavere dei corpi cui dare sepoltura.

No, non c'e' paragone, l'Italia non sta vivendo tutto questo, per il momento esiste solo la minaccia. Ancora nessun autobus e' saltato a Milano o a Roma, fortunatamente nessun bambino italiano e' stato toccato, le scuole, a parte quelle ebraiche, non sono presidiate dalla polizia.

Eppure gli italiani hanno paura.

Ma allora, se basta la minaccia del terrorismo per essere terrorizzati, perche' non capiscono Israele?

Gli italiani dovrebbero assistere con indignazione allo spettacolo di bambini ebrei accompagnati a scuola da soldati armati, dovrebbero sapere e riconoscere che gli israeliani vivono una situazione infernale da decenni, da sempre.

Dovrebbero capire il motivo della Barriera di difesa che i piu', col disprezzo e la rabbia di buonisti ipocriti e senza pieta', chiamano "Il Muro".

Gli e' stato detto che questa Barriera sta salvando la vita di tanti israeliani, di tanti bambini, di tanti innocenti, quindi dovrebbero giustificare anziche' condannare.

Pare invece che, nonostante la paura che li sta attanagliando, gli italiani non capiscano granche' e continuino a condannare, a giudicare, a manifestare contro Israele e la sua scelta di non morire piu' .

Che stranezza: Un recente sondaggio riportato dai media, dice che l'83% degli israeliani vive felice! Il terrorismo scatenato a sorpresa da Arafat per ottenere la condanna del mondo alla reazione di Israele, non ha distrutto lo spirito e il coraggio di questo popolo, non ha terrorizzato , non ha incattivito la gente comune. I bambini di Israele non imparano ad odiare.

L'Europa non ha capito niente come al solito, continua ad essere "l'America dei palestinesi " e a finanziare generosamente il loro antisemitismo anche se cellule di terroristi vengono scoperte dovunque.

L'Italia vive nella paura di un possibile terrorismo ma si rifiuta di capire.

Israele invece non ha mai perso la testa, e' ferita ma vitale, e' incompresa, spesso odiata dalla maggior parte del mondo ma con una grande voglia di vivere e di divertirsi, di pregare, di essere sempre la casa per tutti gli ebrei che la amano, costi quel che costi. Soprattutto sa resistere alla tentazione di usare la forza che ha per distruggere chi la vuole distruggere.

Anni fa un'amica mi disse " In Israele la gente vive come se ogni giorno fosse l'ultimo".

E' vero ma con calma, tranquillamente e serenamente, saggiamente e con coraggio.

E' per questo che i bambini israeliani hanno occhi innocenti.




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