Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/08/2019, a pag.11 con il titolo 'Non sono il guru dei suprematisti ma i musulmani vanno respinti' l'intervista di Leonardo Martinelli.
L'intervista è interessante, Renaud Camus è un intellettuale serio che si schiera con coraggio contro l'invasione silenziosa dell'islam in Europa. La versione maschile di Bat Ye'or. Finora censurati da quasi tutti i nostri media.
Ecco l'intervista:
Leonardo Martinelli
Nel manifesto razzista attribuito a Patrick Crusius, il giovane americano che sabato scorso ha sparato come un pazzo in un supermercato a El Paso, si cita la «Grande sostituzione». «The Great Replacement» era anche il titolo del documento lasciato da Brenton Tarrant, pure lui suprematista bianco, che seminò il terrore nelle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. Quell'espressione (intesa come sostituzione dei popoli europei da parte di altri, in particolare arabo-musulmani e africani) è stata coniata da Renaud Camus, 72 anni, scrittore e pensatore francese. La citò per la prima volta nel suo «Abecedario dell'in-nocenza» (2010), poi approfondì il concetto in un libro dell'anno successivo, dal titolo, appunto, «La grande sostituzione». Monsieur Camus risponde al telefono dal castello di Plieux, nel Sud della Francia, dove vive con il compagno. È molto pacato.
Renaud Camus
Non la preoccupano tutte queste citazioni? «Non credo che abbiano letto i miei libri, né sanno chi sono. Due gruppi di persone non leggono mai le mie opere: questi autori di massacri e i giornalisti, che poi scrivono qualsiasi cosa su di me».
Ma non si sente in imbarazzo? «Non c'è alcun riferimento ai miei libri da parte di questi assassini, né al sottoscritto. In realtà la grande sostituzione è diventata un'espressione comune per designare questo crimine che è la sostituzione etnica e il cambiamento di popoli e di civiltà. Loro fanno allusione a tale fenomeno».
Ci spieghi allora, cos'è la grande sostituzione? «È come poteva essere la "grande depressione". Indica il fenomeno più importante della nostra epoca, il fatto che l'Europa e altre aree del mondo sono sommerse da nuove etnie».
Si tratta di una sostituzione etnica o anche culturale? «Una implica l'altra. Non si può cambiare di popolo senza cambiare anche di cultura e di civiltà. Gli uomini non sono intercambiabili, non sono una materia umana da differenziare a proprio piacimento».
Il suo ragionamento implica anche una superiorità degli europei o dell'uomo bianco? «No, non troverà una parola su questo in nessuno dei miei libri».
Quindi, chi l'avvicina ai suprematisti bianchi si sbaglia? «Certo. Io non c'entro nulla con loro. Loro, invece, hanno qualcosa a che vedere con me, perché, al pari mio, protestano contro la grande sostituzione. Ma li disapprovo, tanto più quando diventano dei terroristi. Nel 2002 fondai il partito dell'in-nocenza, con il trattino dentro, inteso come la negazione di tutto quello che può nuocere, di ogni tipo di agressività, dal mettere i piedi sui sedili di un treno di pendolari fino a uccidere. Io sono assolutamente non violento» Matteo Salvini ha citato la «grande sostituzione».
Cosa pensa del politico italiano? «Approvo questa sua sensibilità. Ma ho l'impressione che non sia realmente contro l'immigrazione: vuole solo ripartirla in tutta l'Europa. Invece, secondo me, deve essere respinta. Si deve procedere a una "rimigrazione" di tutti coloro che si trovano qui da noi abusivamentegrande rimpatrio di questi nuovi colonizzatori, come avvenne per i coloni francesi in Algeria, al momento dell'indipendenza».
Per lei la grande sostituzione ha delle cause economiche? «Certo. E finanziarie. La figura intellettuale centrale del "sostituzionismo globale", un movimento e una teoria che spingono verso la grande sostituzione, è Frederick Taylor. Il "sostituzionismo globale" è una taylorizzazione generale del mondo».
Chi per lei rappresenta al meglio questo «sostituzionismo globale»? «Macron è il prototipo ideale. Ne ha gli elementi tipici: i legami con le banche, la visione tecnocratica del mondo, l'eliminazione della politica. È partigiano dell'immigrazione. Con lui il profitto gestisce il «parco umano», come diceva Peter Sloterdijk. Si passa dalla politica al management».
Per lei il «sostituzionismo globale» va oltre le etnie, è vero? «È tipico della modernità post-industriale: Venezia è sostituita da Las Vegas, la letteratura dal giornalismo, il giornalismo dall'informazione, l'informazione dalle fake news. L'uomo dalla donna, l'uomo e la donna dai robot e la donna da una bambola gonfiabile. Tutto è sostituito da qualcosa, basta che sia low cost».
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