Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/08/2019, a pag.17, con il titolo "Trump congela tutti gli asset legati al governo di Maduro" il commento di Emiliano Guanella.
Quel che sta avvenendo in Venezuela rivela la totale incapacità delle istituzioni internazionali di intervenire per mettere fine al regime criminale di Maduro. L'abbandono del Venezuela da parte dell'Occidente è ormai realtà. Che vergogna.
Ecco l'articolo:
Emiliano Guanella le stragi firmate Maduro
Guaidò abbandonato dalle democrazie occidentali
Donald Tump ha congelato tutti i conti e le imprese legate al governo venezuelano negli Stati Uniti. Un embargo totale, che ricorda quelli applicati già a Cuba, Siria, Corea del Nord e Iran e che punta a soffocare ancora di più le casse di Nicolas Maduro. Una misura necessaria e che forse non sarà nemmeno l'ultima. Una stretta decisa, spiega la nota della Casa Bianca, come risposta alla «continua usurpazione del potere da parte di Maduro, agli abusi e violazioni ai diritti umani commesse dal suo governo contro gli oppositori». Da Washington è arrivato, sei mesi fa, il primo appoggio formale al leader dell'opposizione Juan Guaidò. Da allora, gli Stati Uniti hanno tentato di tutto: prima hanno bloccato i conti e l'accesso a un centinaio di alti funzionari di Caracas e alle principali istituzioni finanziarie venezuelane; poi la confisca della Citgo, società petrolifera sussidiaria della compagnia statale Pdvsa; ora il blocco totale. L'erede di Chavez tiene duro Tutte queste misure hanno reso particolarmente difficile la vita a Maduro, che ha dovuto sperimentare ardite triangolazioni internazionali per continuare a esportare il suo greggio, ha venduto riserve auree e ha stampato nuova moneta nonostante la terribile inflazione. La crisi ormai è totale, ma l'erede di Chavez resiste, forte dell'appoggio politico della Russia di Putin e di quello più discreto ma importante dal punto di vista economico della Cina. L'esodo di venezuelani che fuggono da fame e miseria, nel frattempo, è diventato una vera e propria emergenza. Il presidente colombiano Duque ha annunciato questa settimana che concederà la cittadinanza a ben 24mila figli di profughi nati dal 2015 in territorio colombiano e che rischiavano di rimanere apolidi a causa dell'impossibilità per i loro genitori di registrarli presso consolati o ambasciate. «I bambini – ha detto Duque – sono i più esposti a questa catastrofe umanitaria. Non possono andare a scuola e non hanno ricevuto da piccoli le vaccinazioni necessarie. Noi abbiamo il dovere di accoglierli come figli nostri». In Brasile il governo Bolsonaro ha concesso una proroga di cinque anni ai passaporti degli oltre centomila venezuelani emigrati. La comunità internazionale cerca soluzioni alla crisi, ma sul piano politico tutto sembra fermo. Ieri si è tenuta a Lima una grande conferenza internazionale sul Venezuela: si sono riuniti i rappresentanti di una cinquantina di paesi e organismi che appoggiano Guaidò, mentre i principali alleati di Maduro (Bolivia, Cuba, Russia, Cina, Iran) non si sono fatti vedere. L'isolamento e le sanzioni economiche colpiscono Maduro ma hanno ripercussione immediate sulla popolazione. Secondo un recente studio, il 90 per cento delle famiglie venezuelane non ha accesso a un'adeguata alimentazione, una persona su due vive sotto la soglia della povertà.
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